oggi la corte costituzionale decide sul referendum sulle trivelle.
clicca qui per leggere la prima parte: Gli italiani potrebbero essere chiamati alle urne per dire: quanto devono durare i vecchi permessi petroliferi nei nostri mari? Più nel dettaglio, oggi la Corte costituzionale decide se nei prossimi mesi gli italiani si esprimeranno con un referendum sulla durata delle attività petrolifere nelle acque territoriali italiane, cioè entro le 12 miglia dalla costa (22,2 chilometri) oltre le quali poi le acque diventano internazionali. Con un rischio: se ci sarà referendum, un’abrogazione della legge potrebbe sopprimere le tutele ambientali.
Da dove nasce il referendum
Il quesito da esaminare fa parte del pacchetto di sei quesiti che erano stati proposti da dieci Regioni contro il decreto Sblocca Italia. Il decreto Sblocca Italia puntava su un maggiore sfruttamento dei giacimenti nazionali per ridurre l’import di metano e petrolio, ma lo faceva spostando una parte del potere decisionale delle…
clicca qui per leggere la seconda parte: Più che un quesito è un quiz. Ed ecco la soluzione.
Il divieto di fare attività petrolifere nelle acque nazionali non può valere per le autorizzazioni già date ma la Legge di Stabilità aveva esentato dal divieto i permessi per tutta la durata utile del giacimento. Un dettaglio, la vita utile del giacimento, che piaceva alle compagnie petrolifere e infastidiva i comitati nimby contrari allo sfruttamento delle risorse nazionali. La durata di un giacimento cambia con l’evoluzione delle tecnologie di estrazione, le quali con investimenti appropriati possono far durare a lungo il giacimento.
Quindi, il parere che potrà essere chiesto agli italiani attraverso le urne è, espresso con termini semplici: le 106 piattaforme già presenti nei…