domenica nell’oltrepò pavese la festa nimby contro un impianto di smaltimento gomme.

uno spettacolo nimby. domenica 22 maggio dario fo, enzo iacchetti, giobbe covatta e roberto vecchioni si uniranno ai comitati contro la costruzione di un impianto di trattamento e smaltimento degli pneumatici usati progettato a retorbido, tra voghera e montebello, tra il corso del fiume po e le prime salite sull’appennino pavese.

dicono che l’impianto inquinerà, che sono a rischio i vigneti da cui si ottiene l’ottimo vino dell’oltrepò, che i prodotti tipici, che la salute, che l’ambiente, che il paesaggio, che i bambini.

la bufala di un territorio vocato

non conosco i dettagli tecnologici del progetto; potrebbero essere ottimi o pessimi.
però ho il dubbio che i comitati nimby in questo caso forse abbiano ragione, e questo lo deduco dal fatto che i comitati non hanno usato nei loro volantini una locuzione che è segnale inconfondibile di chi ha torto: la frase rivelatrice delle patacche è “questo territorio è vocato per”.

già da sola la parola “territorio” è un segnale preoccupante di contenuto fuffologico e bufalino.
quindi quando si legge o si ascolta la locuzione “questo territorio” scatta il sentimento di diffidenza; quasi certamente c’è la trappola.

ma quando la parola “territorio” si somma nella stessa frase con la parola “vocato”, nell’imbarazzante locuzione “questo territorio è vocato per” (per l’agricoltura di qualità, per il turismo culturale, per un diverso modello di sviluppo eccetera), allora in questo caso c’è la certezza algebrica della colossale lazzaronaggine.

e qui, a retorbido, i comitati nimby non hanno usato questi segnali rilevatori della farloccheria.
quindi, non conoscendo i dettagli del progetto, ho il sospetto che la protesta contro l’impianto abbia alcune fondatezze.

il problema degli pneumatici usati

di per sé il progetto dell’impianto è interessante.
le gomme vecchie delle auto sono un problema (quasi) irrisolvibile da quando il signor charles goodyear a metà dell’ottocento inventò la vulcanizzazione.
facendo reagire con zolfo il lattice dell’albero della gomma si ottiene un prodotto ottimo, resistente, elastico, indistruttibile e mille altre qualità.
ma la resistenza e l’indistruttibilità fanno degli pneumatici una maledizione ambientale da più di un secolo: non si sa dove smaltirli. per decenni le gomme usate sono state gettate nei mari e nei laghi, oppure accatastate in discariche, o ancora usate per tenere fermi i teli impermeabili sui fienili.
io, veneziano, uso una vecchia gomma di scooter come parabordi per la mia barcaccia tradizionale di legno.

le tecnologie per smaltire gli pneumatici

come smaltirli? ci sono consorzi che stanno contribuendo a risolvere il problema, e dove l’italia sta dando un’esperienza modello.

il più importante consorzio di raccolta è l’ecopneus, costituito dalle maggiori aziende del settore pneumatici, ma ce ne sono anche altri minori, come l’ecotyre.

sulle nostre gomme noi paghiamo un impercettibile contributo al riciclo, che viene usato per finanziare la raccolta delle gomme dopo l’uso e per il riciclo.

in italia ci sono forme di riciclo innovative (come le traversine ferroviarie di mescola di gomma usata, si chiamano green rail), oppure le gomme tritate fino a diventare polvere vengono usate per pavimentare campi sintetici di calcio o come additivo per l’asfalto drenante.
danno risultati ottimi.

il problema è che si tratta di un mercato con numeri minuscoli.

la maggior parte degli pneumatici vecchi trovano l’unica possibilità di riutilizzo come combustibile di qualità nei cementifici, alternativi al più inquinante pet coke, un carbonaccio che è il residuo del residuo del residuo della raffinazione del petrolio.

ben vengano quindi tecnologie più accurate di ricupero energetico: e la pirolisi che si sta studiando a retorbido potrebbe essere proprio una tecnologia ideale.
invece di bruciare nel forno di cementeria, gli pneumatici vengono sottoposti a un processo chimico di combustione controllata, in cui il “fuoco” in realtà è una reazione tenuta sotto un controllo tale da riuscire a separare i singoli elementi che costituiscono la gomma: il nerofumo, il gas combustibile, le ceneri e così via.
non è il modo migliore? tornare agli elementi costituitivi della materia.
questa è la pirolisi.

ma non so quale variante di pirolisi sia stata pensata per il progetto contestato a retorbido.
potrebbe essere una tecnologia avanzatissima o arretrata.
ripeto che non ne conosco i dettagli tecnici.

l’area di retorbido

è ai piedi delle colline, in una zona dove le prime risalite delle colline, molto belle, si incrociano ancora in pianura con l’autostrada, con la statale, con la ferrovia, con la sfilata di capannoni industriali e di supermercatoni del mobile, con le villette a schiera e con i residui dell’industria di una volta, come la contaminazione gravissima da amianto nella zona di broni.

la festa antimpianto di domenica

nel volantino di annuncio, i comitati nimby si definiscono “il popolo dell’oltrepò pavese”, il quale vuole “dire no all’impianto di pirolisi”.
l’evento con gli attori e i cantanti sarà domenica 22 maggio a retorbido, in prossimità dell’impianto denominato valdata, alle 16,30.
il comitato organizzatore si chiama “rispettiamo e valorizziamo il territorio – salviamo l’oltrepò, no inceneritore Retorbido”.
ecco l’annuncio:

il comitato chiama nuovamente a raccolta la popolazione oltrepadana per far sentire la voce dei cittadini che da oltre un anno e mezzo attendono da regione lombardia il rigetto del progettato impianto per lo smaltimento di 100 tonnellate al giorno di pneumatici fuori uso (per un totale di 32.000 tonnellate all’anno, pari a circa il 10% della produzione nazionale), attraverso il processo di “pirolisi”: un vero e proprio inceneritore che andrebbe a inserirsi in uno scenario naturale ed agricolo totalmente avulso da insediamenti industriali di questa portata.
ad affiancare e sostenere i cittadini ci saranno esponenti del mondo della cultura e dello spettacolo di rilievo internazionale.
dal premio nobel per la letteratura dario fo a giobbe covatta, enzo iacchetti, fino al professore-cantante roberto vecchioni, personalità impegnate socialmente, sensibili alle tematiche ambientali e che hanno preso a cuore la volontà dei cittadini che chiedono rispetto per il territorio.
ad aprire il raduno, come segno di accoglienza del territorio per il territorio e i suoi ospiti, il gruppo folk locale enerbia accompagnato da ballerini di danze della tradizione.
tra gli interventi “toccanti” dell’evento ci saranno quelli messi in scena dalla compagnia teatrale oltreunpo’, veri e propri interpreti delle ragioni della popolazione e animatori del comitato attraverso spettacoli itineranti sullo scottante argomento. prima della chiusura a cura dei portavoce del comitato, la band il moro eseguirà alcuni brani musicali. presso gli info-point adeguatamente allestiti sarà disponibile materiale informativo sull’impianto e chi non lo avesse ancora fatto, potrà aggiungere la propria firma alle quasi 20mila già siglate dai cittadini che si oppongono all’impianto.
sarà allestita un’area speciale dedicata alle famiglie, dove mettere a proprio agio i bambini più piccoli.

a favore dei comitati, e contro il progetto, si sono già schierati in cerca di facili consensi la lega nord, il movimento cinque stelle e il pd, ancora una volta uniti nel disegno comune di acquistare voti.

  • Francesca |

    Sono residente a Retorbido e ho trovato questo blog cercando le ultime news. E’ stata una manifestazione nimby? può esssere… ma non me lo venga a dire fin dal titolo una persona che dopo due righe scrive che non conosce i dettagli tecnici del progetto. La tecnologia proposta non ha eguali in Europa nè in America, si informino anche i “commentatori”. Il tema tocca molti argomenti molto più complessi, primo fra tutti il problema della rappresentanza da parte della classe politica. Scusate se è poco.. e a questo punto non è corretto parlare di fenomeno nimby

  • Adriano Gallo S. |

    Quando la Germania invase l’Olanda ed il Belgio per entrare in Francia durante la 2a Guerra Mondiale si accorsero che le strade dove passavano i cingolati non erano distrutti come succedeva in altre strade. Il mistero si svelò quando si seppe che mescolato insieme all’asfalto c’era un granulato proveniente dalla macerazione dei copertoni usati. Palese che prima separavano l’acciaio macinato insieme alla gomma per mezzo di cilindri giratori magnetizzati.
    Stiamo parlando degli inizi dei 40. Oggi siamo già nel 2016 !!. Anche negli USA e Cànada si continua a usare questo sistema per il recupero della gomma e del acciaio. Ignoro invece cosa si faceva con le tele frantumate ma sicuramente, ai tempi la bruciavano.

  • Jacopo Giliberto |

    c’è un’altra componente nel fenomeno, gentile alessandro.

    e cioè la presunzione di giudicare argomenti complessi come se fossero semplici senza avere studiato prima.

    può accadere a me nello scrivere (spero nell’articolo di essere riuscito a evitarlo: non ho *giudicato* ciò di cui non so, come l’impatto di una tecnologia che in questo caso non conosco nel dettaglio).
    e può accadere – anzi, vedo che accade molto spesso – su temi scientifici, sanitari e così via.
    (non sto parlando del caso retorbido).

    pensi ai fenomeni dei no-vaccini, dell’olio di palma, delle scie chimiche o del ttip: moltissimi esprimono in precedenza giudizi netti (pre-giudizi) e poi cercano di confermare il loro pre-giudizio accettando solo le conferme e scartando le smentite.

    è un fenomeno noto, e si chiama bias di conferma (confirmation bias).

  • Jacopo Giliberto |

    il commento di “cittadino dell’oltrepò” dà la temperatura di dove stia andando una parte della società.

  • Jacopo Giliberto |

    penso di sì, alessandro; molte persone non si fidano più.
    nemmeno delle autorità, che in diversi casi sono state ambigue.
    così in molti casi le persone deluse cercano risposte altrove.

    (l’articolo non prendeva in giro chi contesta l’impianto).

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