è un periodo complicato i cui fenomeni sono difficili da interpretare.
nei giorni scorsi una nuova sentenza “sì-triv” del tar calabria si è aggiunta all’elenco delle circa 25 decisioni con cui i giudici amministrativi di varie regioni e di vari gradi di giudizio in questi mesi hanno respinto a raffica tutti quei ricorsi “no triv” che intendevano opporsi contro la ricerca di giacimenti nazionali di metano e petrolio nei mari italiani.
nel dettaglio, il tar della calabria ha bocciato l’ordinanza con cui il comune “no triv” di roseto capo spulico (catanzaro) aveva vietato l’uso dell’airgun nel mare ionio. qui il testo della sentenza del tar calabrese. il comune voleva che venisse bocciato il via libera del ministero dell’ambiente, il quale aveva permesso la ricerca di giacimenti nel mare a una trentina di chilometri dalle coste calabresi.
clicca qui per leggere il rapporto scientifico dell’ispra che assolve l’airgun.
quest’anno sono numerosissime le sentenze con cui i tribunali amministrativi confermano i vari via libera del ministero dell’ambiente alla ricerca di giacimenti, e al contrario i giudici amministrativi contestano i ricorsi delle amministrazioni locali contrarie all’utilizzo delle risorse del sottosuolo.
qualche esempio.
il tar del lazio ha bocciato 5 ricorsi “no triv” del comune di ostuni (brindisi), ne ha bocciato altri 6 della regione puglia (clicca qui per leggere tre sentenze), e poi 2 della basilicata, altri 3 della calabria; bocciati i ricorsi della provincia di teramo, due ricorsi del comune di amendolara, un ricorso del touring club.
oltre alla sequenza di decisioni del tar lazio, c’è anche il tar calabria che, prima della nuova sentenza che boccia il ricorso “no triv” di roseto capo spulico, aveva già bocciato una contestazione simile di cassano ionico.
e poi anche il tar della basilicata, che ha fermato un provvedimento “no triv” della sovrintendenza.
ancora, il consiglio di stato: oltre ad avere respinto un ricorso contro i giacimenti eni nel canale di sicilia (clicca qui per leggere la notizia), di recente i giudici amministrativi d’appello hanno anche bocciato in due diverse sentenze (e hanno condannato a pagare diverse migliaia di euro) la regione basilicata.
è un periodo complicato i cui fenomeni sono difficili da interpretare.
l’aspetto della crisi moderna che viene lamentato come ondata di materialismo è collegato con ciò che si chiama crisi di autorità. se la classe dominante ha perduto il consenso, cioè non è più dirigente, ma unicamente dominante, detentrice della pura forza coercitiva, ciò appunto significa che le grandi masse si sono straccate dalle ideologie tradizionali, non credono più a ciò in cui prima credevano ecc.
la crisi consiste appunto nel fatto che il vecchio muore e il nuovo non può nascere: in questo interregno si verificano i fenomeni morbosi più svariati.
antonio gramsci, quaderni dal carcere.