chiamerò le aziende di servizio pubblico locale con il vecchio (e sbagliato) nome di municipalizzate.
(nome sbagliato, municipalizzate, perché oggi la maggior parte di esse non ha più la forma giuridica di azienda municipalizzata e sono aziende con forme societarie diverse).
non entro nel merito dei licenziamenti, dell’articolo 18, degli orchestrali bisticciosi, dello spinoso riccardo muti e delle altre questioni di attualità legate all’opera di roma. sul sole 24 ore puoi leggere articoli assai più pertinenti.
né entro nella questione della forma aziendale dell’opera di roma.
voglio esprimere però qualche considerazione – sottopongo questi pensieri anche a me stesso – sul ruolo che hanno tante attività produttive ed economiche legate all’amministrazione pubblica, attività nelle quali si possono ricondurre la fornitura di spettacoli teatrali, la fornitura di trasporto pubblico sugli autobus, la fornitura della nettezza urbana e così via.
ho osservato che la maggior parte delle municipalizzate non è mirata a fornire un servizio ai cittadini amministrati.
no.
ho notato che la maggior parte delle municipalizzate è mirata a soddisfare bisogni sociali diversi dal servizio al cittadino.
il servizio ai cittadini è soprattutto lo strumento attraverso cui conseguire un’altra finalità, che descriverò fra poche righe.
ripeto lo stesso concetto usando locuzioni differenti.
l’obiettivo attorno a cui sono organizzate e strutturate la maggior parte delle municipalizzate non è il servizio al cittadino.
il servizio al cittadino non è l’obiettivo, ma è lo strumento per conseguire altri obiettivi, diversi.
il servizio ai cittadini è lo strumento della municipalizzata per raggiungere il suo vero obiettivo di fondo e non espresso: la sua stessa attività. il fatto di esistere e di lavorare. la sua sopravvivenza.
la municipalizzata non lavora per i cittadini. usa i cittadini per giustificare sé stessa.
(poi, in questa autoreferenzialità, la municipalizzata è mirata (fra l’altro) anche a dare occupazione, a ripartire cariche e incarichi, a raccogliere consensi elettorali, a soddisfare le ambizioni di ambiziosi, a dare strumenti di visibilità ai sindacalisti, a generare cordate e minuscoli potentati da straccioni, a produrre stipendi, a far girare prebende, ad assegnare appalti attraverso il servizio ai cittadini).
ciò non significa che tutte queste municipalizzate autoreferenziali, rivolte a sé stesse, offrano un servizio scadente.
spesso il servizio offerto al cittadino – che è lo strumento per conseguire obiettivi diversi – è decente.
in qualche caso, il servizio è ottimo.
molti politici, molti amministratori di queste aziende, molti dirigenti e molti dipendenti conoscono questa finalità non detta ma reale e ne approfittano per i loro interessi personali.
è sufficiente pensare alle assunzioni strumentali in municipalizzate di napoli, di roma e di altre città.
o basti ricordare la mediocrità del servizio offerto.
molti altri politici, molti altri amministratori di queste aziende, molti dirigenti e molti altri dipendenti conoscono questo vizio, e sono dispiaciuti di ciò.
vorrebbero lavorare in aziende strutturate in modo diverso. vorrebbero lavorare per i loro cittadini, invece di usare i cittadini come strumenti di finalità diverse.
ma non riescono a smuovere questa paralisi.
spesso si adagiano – è umano – e cercano di lavorare nel modo migliore che è consentito da una struttura aziendale organizzata e strutturata verso un altro scopo.
ora, mi chiedo: quante aziende sono strutturate non per il loro pubblico esterno bensì per il loro interno?
quanti enti lirici, quante aziende energetiche, quante nettezze urbane, quante facoltà universitarie, quanti pubblici registri automobilistici, quante compagnie aeree “di bandiera”, quanti acquedotti, quante aziende tranviarie, quanti istituti nazionali di ricerca (eccetera) sono strutturati e gestiti in modo di far funzionare sé stessi attraverso il servizio offerto ai cittadini, invece di essere strutturati e gestiti per offrire un servizio ai cittadini attraverso il loro funzionamento?