fioi, steme a scoltàr.
un settetto di sei veneziani e una carpigiana hanno dato vita a un caso unico fra le sit-com: una sit-com intelligente e spassosa ambientata a venezia, girata a venezia, parlata (anche) in dialetto veneziano.
si chiama rugagiuffa, che è il nome della serie e anche della compagnia che l’ha realizzata.
i cicli di puntate riguardano piccole storie di vita quotidiana di un quartetto di universitari che studiano a ca’ foscari e che hanno affittato in comune un appartamento a venezia.
la convivenza di quattro persone alla prima esperienza di vita adulta può ricordare una famosa comedy statunitense, the big bang theory.
sono già disponibili sul web tutti gli episodi delle prime due stagioni, ora è in produzione la terza stagione.
rugagiuffa ha vinto anche diversi premi. per ora le puntate possono essere viste solamente sul web perché nessuna tv le ha ancora comprate.
le persone
gli autori dei testi di rugagiuffa sono silvio franceschet, che è anche il regista, alessandra quattrini (anche acting coach) e alberto valentini.
gli attori sono lorenzo pagan detto lorenz, marco paladini detto pala, nicolò vianello detto mala e l’emiliana francesca zanotti detta fra.
l’intervista che non c’è
avevo proposto al regista franceschet un’intervista da pubblicare su questo blog.
abbiamo fatto alcune lunghe chiacchierate, mille domande e mille risposte.
ma poi la “forma intervista”, no, non si prestava per l’andamento preso dalla conversazione con il regista.
di conseguenza, l’articolo che segue non ha la struttura dell’intervista classica ed è un articolo comune in cui ho inserito alcuni virgolettati tratti dalla conversazione, là dove mi è parso utile farlo.
i linguaggi televisivi (linguaggi in senso letterale)
le sit com vengono in genere dagli stati uniti, oppure da altri paesi con una forte produzione televisiva.
quando italiane, le sit com hanno una parlata romanesca pesantissima anche quando sono ambientate in città differenti da roma.
ogni tanto emerge qualche lampo sporadico di torinese, napoletano, milanese.
tutti gli altri accenti che compongono il mosaico della varietà linguistica italiana sono relegati nel ruolo di macchietta umoristica, nel ruolo di pennellata per caratterizzare in senso ironico una comparsa; e fra tutte le cadenze, quella veneta ed emiliana sono usate solo per far sorridere.
il limite e il vantaggio della lingua
se una sit comedy usa anche il dialetto veneto, anzi veneziano, esiste un vincolo alla riuscita?
risponde franceschet: “sì, ce l’hanno detto. ci hanno detto: dovete parlare in italiano”.
ma in italiano si perderebbero alcune delle caratteristiche del testo intelligente e vivace
da dove viene il nome della serie, rugagiuffa
ruga giuffa (in due parole staccate) è il nome di una calle veneziana, anzi è il nome di una delle varianti delle calli di venezia, e cioè è una ruga.
nella “dominante” infatti non vi sono solamente calli e campielli ma anche altre tipologie di strada, come le salizzade, i rii terà e appunto le rughe.
nemmeno giuseppe tassini (curiosità veneziane, 1863) aveva saputo ricostruire l’appellativo giuffa; forse da giaffa, città del levante. la ruga giuffa si trova a santa maria formosa, nel sestiere di castello, il quartiere popolare vicino alla zona dell’arsenale.
in questa calle, anzi in questa ruga, si trova l’appartamento condiviso dal quartetto di studenti. “nelle prime puntate della prima serie” (qui parla franceschet) “le vicende si svolgevano davvero in un appartamento che s’affaccia sulla ruga giuffa, era veramente l’appartamento di uno dei quattro personaggi, cioè di lorenz”.
e poi?
“oggi gli esterni sono ambientati in ruga giuffa, ma gli interni sono in un appartamento poco lontano, nella zona di castello”.
l’altra venezia
nelle due serie già prodotte si legge una venezia vera, fatta di persone e di cose, e non quell’icona turistica tramandata da pittori, fotografi e coorti di turisti. una venezia fatta di persone che lavorano, di aperitivi all’erbaria di rialto, di zie in visita sul divano del soggiorno, di sotopòrteghi (sottoportici), di odore di salso, di biscotti divorati in cucina, di colloqui di lavoro, di amorazzi, di partite guardate alla tv, di negozi. la “dominante” è una città normale abitata da gente normale: come dovrebbe essere.
gli attori, gli autori, la produzione
i quattro attori (fra, lorenz, mala e pala) non sono professionisti, e la loro capacità di recitare è stata una scoperta al momento delle riprese. pala ha anche preso un riconoscimento per le sue qualità recitative, il roma web fest, come miglior attore web (clicca qui). un premio anche al cortinametraggio della rai. in occasione del premio romano il settetto di rugagiuffa è entrato in relazione stretta con un gruppo “fratello” siciliano ed è stata avviata una collaborazione spassosa e intelligente.
due degli attori di rugagiuffa, fra e pala, sono davvero ancora studenti universitari e dopo la triennale ora sono impegnati nella laurea magistrale fra una ripresa e l’altra. in alcune puntate vi sono contributi di attori professionisti.
ma a fianco della recitazione naturalissima e vera è fondamentale anche la qualità dei testi e degli intrecci, davvero conditi con il sale dell’intelligenza e il pepe dell’ironia.
alessandra quattrini (autrice) è esperta di teatro e sceneggiatura.
il regista franceschet sta affinando le qualità professionali, ma già oggi le inquadrature, la fotografia, il montaggio denotano freschezza e precisione professionali e non comuni.
“stiamo pensando a fare ricorso a figure specializzate, per esempio per migliorare la fotografia”, aggiunge franceschet.
la casa di produzione si chiama “r production”.
ora è in realizzazione la terza stagione
gli autori questa volta pensano di non pubblicare sul web le puntate a mano a mano che sono pronte: pensano di confezionare il pacchetto intero e proporlo ancora inedito al mercato.
schèi, cioè soldi, non ce ne sono: le due stagioni già prodotte sono state fatte quasi interamente in autofinanziamento.
a volte arrivano richieste di organizzazioni, associazioni ed enti che commissionano al settetto miniproduzioni dedicate.
la promozione di uno spettacolo teatrale, per esempio.
oppure l’evento della regata storica di venezia.
sono stati realizzati anche video brevissimi, giocosi, per sfizio, e si chiamano “skitàe”, cioè schittate (in dialetto veneziano significa più o meno cacatielle).
tra i committenti per esempio il fai, l’avis, vela spa per promuovere l’evento del redentore.
sarebbe giusto che venissero scoperti da qualche rete televisiva, ma la caratteristica del forte localismo potrebbe essere un freno. oppure un motivo di lancio, per chi dà valore all’intelligenza.
eee-ciò.
fatalità.
to’ ciapa.
per saperne di più: http://www.rugagiuffa.it/.