“sappiamo che gli impegni assunti finora dai paesi membri dell’accordo di parigi non saranno sufficienti per raggiungere l’obiettivo comune”. così mauro petriccione, direttore generale della dg azione per il clima della commissione europea nel suo intervento nell’ultimo numero di elementi, house organ del gruppo gestore dei servizi energetici, visibile sul sito www.gse.it.
petriccione ha proseguito dicendo che: “dobbiamo continuare a innalzare il livello della nostra ambizione collettiva e accelerare l’attuazione delle misure necessarie. ciò implica uno sforzo importante nella ricerca e nell’innovazione e una sfida per gli investimenti, ma è anche un’enorme opportunità per mettere la nostra economia e la nostra società su un cammino più sicuro e sostenibile per il futuro. ciò richiede l’intervento di tutte le parti interessate e di tutti i settori, sostenuto da politiche efficaci”.
in merito al “dialogo di talanoa”, petriccione ha precisato: “l’ue lo considera un’opportunità per concentrarsi sulle soluzioni e sul potenziale associato alla trasformazione verso un’economia a basse emissioni di carbonio, nonché per migliorare la cooperazione e la fiducia tra i paesi membri dell’accordo di parigi”. e ha continuato affermando che: “l’attuale fase preparatoria del dialogo talanoa apre la strada alla sua fase politica in cop24. la prossima relazione ipcc sugli impatti di un riscaldamento globale di 1,5°, prevista per il prossimo ottobre, avrà un’influenza chiave sulle discussioni sull’azione per il clima e l’adeguatezza del grado di ambizione sinora annunciato, sia a livello nazionale che globale. gli attori non statali svolgono un ruolo importante in tutto questo processo. non dobbiamo limitare l’azione alle politiche statali, ma aprire la porta a soluzioni e iniziative anche da parte di attori non statali, quali regioni, città, aziende, sindacati, società civile e organizzazioni basate sulla fede”.
catia bastioli, presidente di terna, parlando dell’attività della società ha sostenuto che: “le opere e i progetti di terna, in linea con l’authority e con le strategie europea e nazionale, sono a servizio dei territori. sempre di più la società si interfaccia con i diversi stakeholder quali le istituzioni locali, il mondo del lavoro, dell’agricoltura e dell’ambiente, quello accademico e della scuola e con le altre utilities, nell’intento di allineare le diverse esigenze con l’opportunità di partecipare alle progettualità condivise”.
bastioli ha poi continuato dicendo che: “i nostri progetti pongono le basi per l’integrazione nel sistema di oltre 20 gw di nuova capacità di generazione da fonte rinnovabile nei prossimi 5 anni. per fare ciò occorre lavorare con il mondo dell’innovazione e sviluppare progetti sperimentali che validino i modelli e a moltiplicarli. in questa logica va letta l’ampia e pionieristica sperimentazione sulle batterie energy e power intensive in atto da qualche anno in sardegna, sicilia e campania, con la fruizione diffusa dei risultati. oppure i progetti per rendere indipendenti dal punto di vista energetico le nostre isole, e non solo, con un ruolo di solution provider, sperimentando diverse integrazioni e connettendo realtà diverse: dalle istituzioni pubbliche alle università, ai gestori dell’energia locali. vale la pena ricordare le isole di pantelleria, giglio, giannutri e certosa. attraverso modifiche non impattanti alle nostre reti potremo portare la fibra ottica in zone remote, dando un servizio utile ai territori. metteremo in cantiere progetti sperimentali con il mondo agricolo, con l’obiettivo di studiare modelli di gestione smart della risorsa idrica tra agricoltura e rete elettrica, per massimizzare l’efficienza dell’uso di una risorsa così preziosa e sempre più scarsa”. relativamente ai programmi di terna per la rete, bastioli ha dichiarato: “realizzeremo oltre 1.200 km di nuove linee, con minimizzazione dell’impatto visivo e demolendo le strutture ormai obsolete. dal 2010 abbiamo rimosso oltre 1.000 km di vecchi elettrodotti, dei quali circa 100 solo nel 2017, restituendo 115 lotti di terreni ai rispettivi proprietari. a conferma della sempre maggiore attenzione nei confronti degli stakeholder e del territorio, terna ha programmato la costruzione di diverse linee in cavo, terrestre o sottomarino. il 70% dei nuovi investimenti sarà sostenibile, ciò risolverà le congestioni, migliorerà la qualità del servizio e anche l’impatto ambientale e visivo. il contributo in termini di risparmio di co2 nel superare il problema dei colli di bottiglia vale intorno agli 8-9 milioni di tonnellate”. bastioli ha poi tenuto a precisare che: “l’obiettivo per raggiungere l’energy union è arrivare al 10% di interconnessione entro il 2020 (rapporto tra capacità di scambio e installata). attualmente l’italia ha raggiunto quasi il 9% del valore e può vantare una delle frontiere elettriche più robuste del continente, con 25 linee che ci collegano ai paesi vicini”.
valerio camerano, ad di a2a, parlando dei programmi della sua azienda, ha sostenuto che: “t-e-c sono le tre linee guida strategiche: t – trasformazione: rafforzamento e cambiamento dei business di riferimento, con un focus nella costruzione di una posizione di vantaggio competitivo nelle energie rinnovabili, nell’economia circolare, nelle reti smart, e nei servizi innovativi per i clienti finali;e – eccellenza: agilità dell’organizzazione, eccellenza operativa ed efficienza dei processi; c – community: attrazione e valorizzazione delle nostre persone e pieno coinvolgimento dell’ecosistema esterno, soprattutto sui temi dell’innovazione”.
camerano ha affermato che: “nella nuova business unit mercato vogliamo migliorare l’efficacia commerciale attraverso il perseguimento di logiche di customer centricity e di sviluppo di servizi per i clienti, con il principale scopo di ampliare l’offerta sui servizi innovativi legati alle energie rinnovabili, all’efficienza energetica, alla mobilità elettrica e all’internet of things. camerano ha concluso sostenendo: “nella bu ambiente intendiamo consolidare il cambiamento della percezione che i rifiuti siano una risorsa preziosa e non uno scarto. quindi gli sviluppi principali riguarderanno l’ampliamento della capacità di trattamento rifiuti con la realizzazione di nuovi impianti per il recupero di materia. solo così si potranno rispettare i dettami della disciplina comunitaria che ha definito l’obiettivo di ridurre a meno del 10% gli smaltimenti in discarica e di raggiungere il 65% di raccolta differenziata. oltre che sul business stiamo facendo anche un significativo lavoro di trasformazione nell’ottica di rendere eccellenti i nostri processi rafforzando al contempo anche le competenze delle nostre persone, inoltre abbiamo attivato numerose collaborazioni con l’esterno per avere sempre maggiore accesso all’ecosistema delle start up lombarde soprattutto sui temi dell’innovazione”. a2a sarà il primo player di economia circolare del nord italia, raggiungendo una percentuale di raccolta differenziata maggiore del 65%, anticipando gli obiettivi del circular economy pack ue. dal punto di vista energetico saremo tra i primi player nazionali per produzione di energia da fonti rinnovabili facendo leva sulla nostra grande capacità idro e affiancandola al nuovo portafoglio fotovoltaico. sul mercato avremo un portafoglio di servizi molto più ampio per offrire una customer experience nuova che vada oltre alla vendita di energia e gas”.
davide tabarelli, presidente nomisma energia, sui cambiamenti climatici è del parere che: “siamo in una trappola: o gli scienziati si sono sbagliati sul cambiamento climatico – il che non è nemmeno da pensare – oppure moriremo tutti a causa dell’effetto serra, perché la crescita delle emissioni di co2 non si ferma. la domanda di energia nel mondo continua a salire e questa si scarica sempre sui fossili, gas, petrolio e soprattutto carbone. ci sono miliardi di persone che non hanno accesso all’energia come la conosciamo noi, quella moderna che noi ricchi oggi vogliamo abbandonare. nel mondo, quello della maggioranza della popolazione, quella povera, ci sono emergenze più urgenti del cambiamento climatico”. relativamnte al discorso sulle rinnovabili, tabarelli pensa che: “senza incentivi, le rinnovabili fanno fatica, nonostante il crollo dei costi. poi c’è il problema delle reti e degli investimenti necessari, anche per la probabile chiusura del carbone. nel 2014, grazie all’idroelettrico, le rinnovabili hanno raggiunto la quota del 40%, ma l’idro è destinato a scendere sensibilmente per le nuove regole. rinnovabili termiche al 30%? si, ma dobbiamo affrontare prima il problema del particolato da pellet e legna. 21% nei trasporti? molto difficile, quasi impossibile. sono obiettivi in termini percentuali: se il denominatore scende, come accaduto negli ultimi dieci anni, diventa più facile, ma se scende vuole dire che consumiamo meno e questo accade un po’ per efficienza, ben venga, ma soprattutto perché l’italia si sta impoverendo drammaticamente rispetto al resto dei paesi industrializzati”.
quanto ai prezzi dell’energia,tabarelli sostiene che sia impossibile ridurli: “ci abbiamo provato per 50 anni. sarà un buon risultato se il differenziale non aumenterà, cosa che trovo difficile. la speranza, come accaduto con la germania, almeno sui piccoli consumatori, è che aumentino più all’estero. se veramente la germania abbandonerà il carbone, come ha recentemente annunciato, e chiuderà entro il 2022 le centrali nucleari, allora i prezzi tedeschi aumenteranno. lo stesso accadrà in francia con il nucleare”.
stefano venier, ad di hera, illustrando i programmi della società ha detto: “lavoriamo su 5 dei 17 obiettivi indicati dall’onu, che abbiamo declinato nella nostra strategia come “utilizzo intelligente dell’energia” e “uso efficiente delle risorse”. nel primo caso sviluppo delle rinnovabili ed efficientamento energetico sono direttrici imprescindibili, su cui vogliamo essere d’esempio. per questo le attività del gruppo sono alimentate da energia elettrica proveniente al 100% da fonti rinnovabili, e il 68% dell’energia che produciamo viene da fonti rinnovabili o assimilate. siamo inoltre impegnati nel carbon disclosure project e stiamo riducendo l’impronta di carbonio delle nostre attività: -16% rispetto al 2015 lo scorso anno, riduzione che contiamo di portare al 22% entro il 2021. attraverso numerosi interventi di efficienza energetica, a fine 2017 siamo riusciti a contenere del 3,6% i nostri consumi rispetto al 2013, avvicinandoci al 5% fissato per il 2020. forti di sette società già dotate della certificazione iso 50001, lavoriamo anche per l’efficienza energetica di pubblica amministrazione, condomini e aziende, con oltre 140 progetti già sviluppati. l’uso efficiente delle risorse interessa anche il ciclo idrico, dove gli sforzi si concentrano nella preservazione della risorsa e del mare adriatico. i nostri fiori all’occhiello sono rappresentati dagli interventi di trieste e rimini: il nuovo depuratore di servola e il piano per la salvaguardia della balneazione della costa riminese, che con 150 milioni di investimenti rappresenta la più grande opera di risanamento fognario in atto in italia e forse in europa. le più importanti azioni sulla preservazione della risorsa idrica riguardano la ricerca delle perdite lungo la rete, anche attraverso l’integrazione di tecnologie innovative come il satellite, e l’attivazione di misure per prevenire i rischi di periodi di siccità e a garantire la qualità dell’acqua, con i water safety plan”.
carlo de masi, presidente adiconsum, sul mercato libero dell’energia è del parere che su questo, “sussistono forti resistenze e abbiamo il dovere di interrogarci sul perché. una transizione di tali proporzioni andava – e va -governata, mentre questi dati dicono che non ci si è creduto o badato abbastanza. e del resto chi è passato al mercato libero non ha affatto risparmiato, anzi”.
de masi ha poi sottolineato l’importanza: “di un’attività informativa e formativa istituzionale che coinvolga le aziende e le associazioni dei consumatori. poi, dice, è mancata una selezione seria: ad oggi si sono qualificate circa 1.000 agenzie per la vendita di energia, a fronte di una decina di operatori, ad esempio, emersi dal processo di liberalizzazione che ha interessato il settore della telefonia. in questa giungla è facile che il consumatore incorra in situazioni incresciose, come peraltro già accaduto con il fallimento di alcuni di questi soggetti. per questo chiediamo che vengano fornite dalle imprese di vendita, fideiussioni bancarie o polizze assicurative adeguate al volume di affari e alla fetta di mercato man mano acquisito. insomma, il primo step è scongiurare che il consumatore sia penalizzato o peggio raggirato. in un secondo momento si porrà la questione di come scegliere l’offerta migliore. ma il 2019 è domani e siamo ancora indietro”.