energia e ambiente. la frode della co2, ora indagano procura e finanza. i dettagli.

si muovono la procura di milano e la finanza per la frode iva sulle quote di anidride carbonica, il gas cambiaclima che viene regolato dal protocollo di kyoto e viene negoziato dalla direttiva ambientale europea sull'emissions trading.

il 14 dicembre su questo blog avevo raccontato la frode sul mercato ambientale.
e da una decina di giorni sul sole 24 ore spiego che cosa accade sul mercato italiano dell'anidride carbonica. ho pubblicato sul giornale anche un grafico analitico sulle dinamiche dei prezzi e delle quantità della co2 quotata sulla borsa italiana delle emissioni gestita dal gme.
l'analisi sui dati mostrava che da molti mesi sono in corso fenomeni stravaganti sugli scambi di quote.
non a caso il gestore dei mercati energetici il 1° dicembre ha sospeso le trattative sulla borsa della co2.
la frode carosello (classica di altri settori) è diffusa da anni in europa e, come si sa, finora ha avuto incassi illeciti per circa 5 miliardi.

ed ecco che cosa accade oggi.

la guardia di finanza di milano sta effettuando 150 perquisizioni nei confronti di società con sede in diverse città, società che - secondo gli accertamenti – attraverso transazioni fittizie di quote di emissione di gas a effetto serra (i certificati co2) hanno fregato all'erario circa 500 milioni di iva.

sono in fase di notifica otto avvisi di garanzia, tre dei quali nei confronti degli executive di una società di servizi "che ha favorito la costituzione e l'operatività – dice la finanza – della stragrande maggioranze delle aziende indagate". si stanno sequestrando centinaia di account in cui sono depositati migliaia di permessi di emissione.
in tutto sono indagate 21 persone. le persone iscritte nel registro degli indagati sono in gran parte i titolari stranieri di società di trading che si occupavano della compravendita dei certificati co2, alcune delle quali sono state aperte questa primavera, si erano accreditate presso la borsa delle emissioni ed erano pronte a sparire con la cassa.
l'operazione, in corso in lombardia, veneto, piemonte, liguria, toscana, lazio, campania, abruzzo e friuli venezia giulia, è coordinata dal procuratore aggiunto di milano, francesco greco, e dal pm carlo nocerino. i reati contestati sono associazione per delinquere finalizzata alla truffa ai danni dello stato, emissione di fatture false e riciclaggio.
la truffa, secondo la finanza, "ha rappresentato a livello europeo uno dei più rilevanti fenomeni criminali degli ultimi anni".

la finanza ha analizzato gli scambi commerciali delle quote di emissione di co2 e ha controllato le operazioni anomale tra società.
ci sono società che, seppur di piccole dimensioni, "hanno operato volumi di transazioni per importi enormi", acquistando diritti di emissione in mercati esteri che non applicano l'iva.
secondo la finanza, le quote di emissione erano rivendute ad altre aziende, ma giustamente applicando l'iva.
ma poi, l'iva non era versata.
queste società – dice la finanza – erano pronte a "sparire" nei prossimi mesi senza pagare le imposte dovute.

all'indagine della procura e della finanza hanno collaborato anche diverse autorità fiscali e di polizia europee, centro americane e asiatiche, e in particolare il bundeskriminalamt tedesco e l'hm revenue & customs britannico, "che ha consentito di contrastare efficacemente in tutta europa le reti criminali dedicate a tali attività illecite: infatti, secondo stime dell'europol, nel corso dell'ultimo anno tale frode ha causato all'erario dei paesi europei perdite stimate in oltre cinque miliardi di euro". nell'inchiesta hanno collaborato anche funzionari dell'agenzia delle entrate ufficio antifrode, dell'unità di informazione finanziaria della banca d'italia, dell'istituto superiore della protezione e la ricerca ambientale (ispra), del gme (gestore dei mercati elettrici) e del gse (gestore dei servizi energetici).

che cosa raccontavo il 14 dicembre?

ecco uno stralcio dell'articolo pubblicato su questo blog.

è successo in germania poche settimane fa. il registro tedesco delle emissioni di co2 (dehst, deutschen emissionshandelsstelle) è stato chiuso per due giorni come precauzione quando si è visto che i computer di alcuni operatori sulla borsa delle quote di emissione erano infestati da un virus "trojan" chiamato nimkey, il quale ruba i dati degli account.

ed è accaduto in romania: ha subìto un furto importante di quote di emissione la multinazionale del cemento holcim, la quale per via delle sue emissioni e del suo impegno ambientale deve operare sul mercato europeo degli scambi di co2.
riferisce l'agenzia specializzata point carbon che dall'account romeno della holcim sarebbe sparita una bella fetta di diritti di emissione: 1,6 milioni di tonnellate.
una tonnellata di emissioni vale in media 15 euro. al gruppo cementiero sarebbero stati involati così circa 23-25 milioni di euro.
la polizia romena ha aperto un’inchiesta.
la holcim ha messo nel suo sito un "chi l'ha visto" con i numeri identificativi delle quote trafugate.

si è scoperto che un milione di tonnellate era stato trasferito in un conto ambientale nel lichtenstein, e da lì (pare) a praga, parigi e londra.
altre 600mila tonnellate involate alla holcim sono state inseguite e rintracciate, e torneranno nel conto ambientale della società. erano finite nel conto ambientale di una società depositata in italia con account ecologici nei registri nazionali di emissione in italia e in inghilterra.

intanto la borsa italiana delle emissioni, seguita dal gestore dei mercati energetici, è chiusa dal 1° dicembre per il sospetto di una frode carosello sull'iva. frode tipica di altri settori, come nell'intermediazione delle auto, nei telefonini, nelle commodity. e ora anche nel mercato ambientale dell'anidride carbonica.
qualche speculatore avrebbe comprato diritti di anidride carbonica in un mercato europeo che non applica l'iva e li avrebbe rivenduti in italia fatturando il 20% in più di iva, poi non versata.

quello delle truffe carosello sull'iva ecologica è un problema ricorrente da un paio d'anni in tutta europa, e difatti la francia, la spagna e la germania (che ne sono state colpite) hanno tolto l'iva dalle transazioni dei diritti di emissione. la gran bretagna, che per casi di truffe carosello aveva tolto l'iva, ha ripristinato l'imposta, ma con lo strumento del cosiddetto reverse charge: l'iva viene versata all'erario non dal venditore (com'è prassi) bensì da chi acquista il bene.

lo stesso principio di reverse charge è allo studio in un comma dentro al decreto milleproroghe su cui sta lavorando il sottosegretario allo sviluppo economico stefano saglia. potrebbe entrare in vigore a metà gennaio.

stamane le associazioni industriali energìvore andil-assolaterizi, assocarta, assofond, assomet, confindustria ceramica, assovetro, ca.ge.ma, federacciai sono intervenute sul tema.

ecco la loro nota congiunta:
"le associazioni industriali dei settori energivori, valutano con favore l’intervento di sospensione del mercato dei permessi di emissione operato dal gme, chiedono un mercato liquido e trasparente ed auspicano la rapida riapertura della piattaforma con nuovi criteri a tutela degli interessi delle aziende, contro i rischi di speculazioni.
il gestore dei mercati energetici è intervenuto a seguito di andamenti anomali delle negoziazioni e di presunti comportamenti irregolari o illeciti e noi apprezziamo la sensibilità mostrata dal consiglio di amministrazione del gme su un tema di grande rilevanza e la tempestività dell’intervento a tutela degli operatori e delle imprese industriali che devono effettuare transazioni di permessi di emissione di anidride carbonica.
per il futuro immediato, i nostri settori industriali auspicano che la piattaforma gestita dal gme possa riaprire quanto prima con nuovi criteri idonei a garantire alle imprese la necessaria efficienza ed una più ampia sicurezza verso i rischi di azioni speculative svolte da soggetti che industriali non sono.
si auspica altresì che queste rilevanti tematiche operative possano essere oggetto di rapidi approfondimenti con l’apertura di uno specifico tavolo tecnico.
segnaliamo infatti che la maggior parte delle imprese italiane dei settori industriali energivori sono sottoposte alla disciplina emissions trading fin dal primo periodo di applicazione, mentre altri impianti entreranno nel sistema a partire dal 2013.
queste imprese hanno pertanto la necessità ed un elevato interesse alla presenza nel nostro paese di un mercato liquido, trasparente ed efficiente che possa offrire alle imprese le migliori condizioni possibili per lo scambio delle quote di emissione. il sistema ets, pensato per promuovere la riduzione delle emissioni derivanti dal sistema produttivo nel modo economicamente più efficiente, non deve infatti trasformarsi in un sistema speculativo che penalizzi la produzione industriale".