dibattiti in corso.
l'ottimo antonio galdo, lo scrittore del "non sprecare", scrive sul suo blog e sul webmagazine della società terna un commento sugli incentivi (anzi, contro gli incentivi) alle fonti rinnovabili di energia.
in queste stesse pagine l'economista alessandro marangoni con uno studio afferma il contrario di quanto dice galdo, e cioè marangoni ritiene che le fonti rinnovabili d'energia siano uno stimolo all'occupazione.
si chiede galdo:
il boom delle rinnovabili: è tutto oro quello che luccica?
qualche passo selezionato.
secondo l’ultimo rapporto di bloomberg, appena pubblicato, nel 2010 sono stati puntati 243 miliardi di dollari sul tavolo dell’energia pulita, un 30 per cento in più rispetto allo scorso anno. con una spesa per i governi, in termini di sussidi pubblici, pari a 57 miliardi di dollari: una cifra enorme, specie in tempi di recessione e di tagli della spesa. e da qui nascono i primi interrogativi sul boom delle rinnovabili. fino a che punto i governi saranno in grado di sostenere la spirale dei sussidi? e non si rischia così di gonfiare, con un effetto bolla (evocato recentemente dal presidente dell’abi, giuseppe mussari), un settore che sarà poi strutturalmente dipendente dall’aiuto statale?
verranno fuori i colpi che l’agricoltura sta subendo in seguito all’esplosione degli impianti di energie pulite, con speculazioni che sfuggono ai controlli: basti pensare che un suolo di 60 ettari per un impianto di 20 mmw, una volta ottenuta la necessari autorizzazione ha un valore che schizza attorno ai due milioni di euro.
infine l’occupazione. anche in questo caso i giudizi sono controversi. negli stati uniti un milione di dollari investiti nel comparto delle energie pulite genera 16 posti di lavoro, il triplo rispetto a un analogo investimento nel campo dei combustibili fossili. ma secondo uno studio realizzato dall’istituto bruno leoni, ciascun green job assorbe una quantità di risorse che, se investite in altri settori dell’economia, potrebbe generare in media 4,8 posti di lavoro.