energia rinnovabile. uno studio: con il decreto perdiamo 3mila posti di lavoro

l’approvazione della bozza di decreto legislativo sulla promozione dell’uso di energia da fonti rinnovabili (attualmente in discussione alla commissione industria del senato) potrebbe avere impatti molto rilevanti sul comparto dell’energia pulita italiana.
secondo una stima di althesys (la società di ricerca e consulenza che cura l’irex, l’indice di borsa delle energie rinnovabili), l’impatto dei tagli agli incentivi potrebbe causare al nostro paese fino a 2.700 megawatt di potenza energetica in meno, equivalenti a più di 3.100 posti di lavoro nell’attività di produzione e manutenzione.

“abbiamo stimato – osserva alessandro marangoni, amministratore delegato di althesys – gli impatti a breve termine e due diversi scenari che si possono aprire con l’approvazione di un provvedimento che arriva in un momento di relativa stabilità del sistema delle rinnovabili”.

in un primo scenario, si è considerato solo quanto previsto dall’articolo 23 comma 5 dello schema di decreto legislativo (il gse ritira annualmente i certificati verdi per le produzioni dal 2011 al 2015 e il prezzo di ritiro è pari al 70% del prezzo indicato al comma 148 articolo 2, legge 244/2007).
la riduzione degli incentivi stimata dal decreto, corrisponde a quasi 1.000 megawatt di impianti di energia rinnovabile. tale capacità produttiva occupa tra i 700 e i 1.000 addetti nei processi di esercizio e manutenzione.

in un secondo scenario si considera l’applicazione del decreto legislativo congiuntamente ai vincoli di spesa del gse contenuti nell’articolo 45 della legge 122/2010.
in quest’ipotesi, la stima della riduzione totale degli introiti derivanti dai certificati verdi corrisponderebbe a 2.700 megawatt, equivalenti a più di 3.100 posti di lavoro nell’attività di produzione e manutenzione.

“il meccanismo di incentivazione previsto dal decreto per gli anni successivi al 2015 – continua marangoni – appare incerto e rischia di essere un ulteriore freno agli investimenti futur. il paradosso è che le ultime ipotesi legislative rischiano di contraddire gli obiettivi del piano d’azione nazionale per le energie rinnovabili, licenziato appena pochi mesi addietro per cogliere i target europei del 20-20-20”.

e le avvisaglie dei possibili effetti arrivano dall’inaspettato calo degli investimenti nel settore eolico in italia nel 2010, scesi a 948 mw installati, il 25% in meno dell’anno precedente. viceversa, continua a crescere il fotovoltaico non condizionato dal dibattito sull’articolo 45.

“se la riduzione degli incentivi è un passaggio inevitabile è però necessario che le forme di sussidio siano il più possibile certe e ancorate agli effettivi costi di produzione degli impianti. l’esperienza di paesi come la spagna dovrebbe essere considerata attentamente per evitare di ripetere i medesimi errori”.

le stime di althesys anticipano alcuni dei temi che saranno contenuti nel secondo rapporto annuale irex, che sarà presentato a fine marzo a milano. lo studio è il primo in italia a incrociare dati industriali e finanziari sulle nuove energie.

  • Giampaolo Lai |

    E semplicemente scandaloso che il nostro governo adotti provvedimenti persecutori verso le energie rinnovabili che si ricavano da ciò che NON COSTA, E’ABBONDANTE, CERTA. Mi riferisco sopratutto alla luce solare e all’energia fotovoltaica. Mi viene spontaneo fare un paragone con il governo fascista che NON ERA STATO CAPACE DI ESTRARRE PETROLIO IN LIBIA. !!!

  • paolo mazzanti |

    E’ chiaro che il governo frena le energie da rinnovabili, per tentare di attuare il piano nucleare, continua a contraddirsi, come ad esempio proprio sul nucleare, per il quale emette leggi in contrasto fra loro come la “copertura assicurativa contro il rischio di ritardi nei tempi di costruzione e messa in esercizio degli impianti”, la precedenza al nucleare nel trasporto dell’energia, mentre emette la legge n. 122 del 30/7/2010 con la quale dichiara di non voler spendere un Euro per tali attività!

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