continua la battaglia sugli incentivi alle fonti rinnovabili di energia.
qui di sèguito ti propongo le posizioni e i documenti del ministro paolo romani, dell’aper (l’associazione dei produttori di energia da fonti rinnovabili), dell'assoelettrica, dell’assosolare, della confindustria e del tavolo confindustriale della domanda.
clicca qui per scaricare la lettera dell'aper al gse sugli "impianti salva alcoa"
clicca qui per scaricare il documento presentato dall'assoelettrica all'audizione in parlamento
ecco il ministro romani:
''come temevamo stanno emergendo casi di vera e propria truffa'', afferma in una lettera al corriere della sera sulle richieste di incentivi per gli impianti fotovoltaici. ''solo lo scorso dicembre sono state avanzate richieste per 55mila nuovi impianti per un totale di 4 mila mw. un'accelerazione anomala. sia chiaro: a queste nuove domande non è stato erogato ancora un solo euro e non lo sarà fino a che non completeremo i controlli da subito avviati. gli incentivi andranno soltanto a chi realmente produce, nel rispetto delle regole''.
l’aper scrive al gse chiedendo più cautela nella pubblicazione di stime sul fotovoltaico e tolleranza zero con gli speculatori.
la questione emerge in un momento assai delicato per il settore delle rinnovabili: la definizione dei contenuti del nuovo decreto di recepimento della direttiva 28/2009/ce per il raggiungimento degli obiettivi al 2020.
“l'utilizzo di sole stime – dice roberto longo, presidente dell’aper - ha ingenerato un immediato impatto negativo ed un allarme nei confronti degli auditori in commissione e sui media nazionali, insinuando un sentimento di ostilità diffusa e generando ipotesi di reazioni fortemente penalizzanti quanto ingiustificate per il settore rispetto alle quali nulla potrebbe valere una futura e tardiva rettifica”. sulla base del suo codice etico, l’aper è pronta a intraprendere tutte le iniziative disciplinari che saranno valutate necessarie per sanzionare gli eventuali operatori associati che saranno riconosciuti responsabili di comunicazioni fraudolente o di altri illeciti nei confronti del gse.
da ultimo, si sottolinea che aper intende prendere le distanze dalle ipotesi di proroga per le asseverazioni tecniche previste dal decreto salva alcoa in relazione all’adozione del decreto “mille proroghe” per gli ulteriori effetti distorsivi che provocherebbe sul mercato del settore fotovoltaico.
secondo gianni chianetta, presidente dell’assosolare, “fin dalla dichiarazione delle stime del gse, assosolare ha preso atto della crescita sostanziale del mercato italiano del fotovoltaico ma ha anche manifestato seri dubbi sul fatto che i numeri dichiarati potessero avere poi un riscontro nel reale installato. il salva alcoa è un provvedimento corretto e che avevamo sostenuto perché esonerava gli investitori dalle problematiche della connessione alla rete ed ai conseguenti ritardi nella stessa. il decreto ha però dato spazio ai 'furbi' che hanno presentato carte false e che a nostro avviso vanno severamente puniti. assosolare è pronta ad espellere i soci che si riveleranno colpevoli di aver utilizzato l'alcoa pur non avendone diritto, così come rifiuterà le richieste di associazione alle aziende che risultassero coinvolte in eventuali truffe in merito. certo è che l'allarmismo creato da una comunicazione prematura delle stime del gse ha determinato una 'percezione di rischio' per le banche tale da inibire ogni possibile iniziativa di investimento, mettendo in grave difficoltà l'intero comparto e a rischio anche gli attuali migliaia di posti di lavoro”.
in una lettera che l’assoslare ha scritto alla commissione industria al senato, per esporre alcune perplessità sui dati sul settore presentati dal gse nel corso di un'audizione informale davanti alla decima commissione del senato, "tali stime hanno sollevato allarmismi non utili a una obiettiva discussione sul futuro del fotovoltaico, comparto che a oggi è uno dei pochi settori trainanti dell'economia e dell'occupazione: la grande crescita degli investimenti in questo campo va letta come un caso di successo per l'italia e per gli impegni del governo nei confronti delle direttive comunitarie e potrebbe consentire al paese di diventare, in questo settore, il mercato di riferimento in europa e nel mondo, in un momento critico per l'economia come l'attuale".
nello specifico, il documento si concentra sulla stima del gse relativa agli impianti rientranti nella legge cosiddetta "salva alcoa". secondo assosolare, le stime sulle comunicazioni di fine lavori per 55.000 nuovi impianti ricevute dal gse, per una potenza di 4 gw, appaiono esagerate, come confermato da diversi dati.
le importazioni di pannelli da paesi extra ue si attestano infatti a circa 2 gw, che sommati alla produzione nazionale (circa 0,6 gw) e alle importazioni dall'ue (germania e spagna) pari a 0,8 gw porterebbero a 3,4 gw l'ammontare del mercato in italia nel 2010. se si considera che la potenza degli impianti connessi alla rete nel 2010 (quelli cioè non riconducibili alla legge 129/2010) sono circa 1,85 gw, rimarrebbe una potenza di appena 1,55 gw di pannelli disponibili per l'installazione, quindi molto meno della metà dei 4.0 gw stimati dal gse in base alle dichiarazioni di fine lavori ricevute al 31 dicembre.
ragioni finanziarie
rispetto alla dimensione del mercato, pari a circa 7 miliardi di euro, le realizzazioni del 2010 (1,85 gw realmente connessi più i presunti 4 gw della legge 129/10) ammonterebbero a un giro di investimenti di oltre 20 miliardi, di cui né i grandi installatori, né le banche né le assicurazioni sembrano avere evidenza: in particolare, come appreso da assosolare, considerato anche il primo conto energia, ad oggi i finanziamenti in project e leasing da parte delle banche per tutti
i progetti raggiungono a malapena il miliardo di euro.
da quanto risulta ad assosolare, le banche già a giugno 2010 avevano rinunciato a firmare contratti per ulteriori impianti di grandi dimensioni: questo rende improbabile un'impennata degli impianti di grossa taglia rientranti nel decreto salva alcoa, necessari per giustificare i 4 gw stimati dal gse.
la taglia media degli impianti ad oggi in esercizio è di 20,04 kwp, mentre la taglia media degli impianti dei 4gw addizionali stimati dal gse è pari a 72,72 kwp, un dato oltre 3 volte superiore e che appare "fuori scala" da un punto di vista statistico, continua il documento di assosolare.
"parlando del costo degli incentivi del conto energia, riteniamo opportuno avviare da subito un tavolo di lavoro con il governo per parlare del quarto conto energia, visto che il terzo appena partito potrebbe durare meno dei tre anni previsti, che rappresentavano già un periodo breve per stimolare gli investimenti nel medio-lungo termine". il documento di assosolare ribadisce poi che "ogni valutazione relativa al costo del fotovoltaico va ricontestualizzata tenendo conto anche dei ritorni fiscali per lo stato e per gli enti locali, della leva occupazionale positiva che il comparto sta generando in controtendenza con lo stallo del mercato occupazionale, del positivo impatto sull'ambiente, della riduzione delle importazioni di idrocarburi e, conseguentemente, della riduzione degli esborsi dello stato in relazione alle quote di co2".
"alcuni dei dati del gse sono stime non confermate che stanno portando a inutili e gravi allarmismi per il mercato" commenta il presidente di assosolare gianni chianetta. "auspichiamo quindi che le istituzioni trasmettano un segnale forte di tutela degli attuali investimenti nel settore, confermando responsabilità e attenzione nei confronti del settore fotovoltaico e delle sue grandi potenzialità nell'immediato futuro, al fine di evitare impatti devastanti sul mercato nazionale".
questa era l’assosolare.
i grandi consumatori industriali della confindustria e il consorzio gas intensive dicono che quasi tutti i grandi paesi europei stanno mettendo “pesantemente mano ad un incisivo ridimensionamento dei programmi di sviluppo delle rinnovabili”, nessuna “fuga in avanti” quindi dell’italia rispetto ai competitor. meglio comunque una “grande e misurata attenzione in sede di revisione delle politiche di supporto rispetto ai drastici tagli, anche su investimenti pregressi, che si stanno sperimentando in alcuni importanti paesi ue”. ad ogni modo evitare di “diventare il catalizzatore di investimenti speculativi mondiale sulle fonti rinnovabili”.