l'eni ha annunciato che sta programmando la chiusura degli impianti in libia.
ma in italia c'è già un effetto di quando accade in libia.
la raffineria della libica tamoil a cremona si sta fermando. non arriva più greggio.
gli stoccaggi dispongono di greggio per appena un paio di settimane.
poi la raffineria chiuderà.
già da mesi la società libica aveva annunciato la chiusura della raffineria storica cremonese a partire dalla primavera. il programma prevedeva la trasformazione in un polo della logistica: serbatoi, scambi, oleodotti collegati con le altre raffinerie, ma basta produzione.
il motivo è semplice.
meglio: i motivi sono due.
primo motivo.
la raffineria cremonese è nata quando le centrali elettriche italiane macinavano olio combustibile (prodotto pesante, molto simile al greggio, ottenuto con una distillazione leggera del petrolio) e quando le automobili italiane volatilizzavano benzina (prodotto leggerissimo).
così la raffineria è stata progettata ed è costruita in modo da selezionare la "testa" e la "coda" del greggio.
la raffineria tamoil di cremona è anche collegata via conduttura con le centrali elettriche della zona mediana del po, come sermide e ostiglia, per alimentarle in continuo.
ma oggi le centrali a olio combustibile non si usano più, perché hanno un rendimento troppo basso e perché le esigenze ambientali suggeriscono l'uso di metano.
e le auto a benzina sono sempre più rare: si usa il diesel.
per adeguare la raffineria di cremona al mercato bisognerebbe spianarla e rifarla.
l'altro motivo della chiusura e trasformazione in polo logistico del petrolio è il fatto che le raffinerie di taglia piccola e media lontane dai giacimenti oggi sono fuori mercato. in cina, in india, ma soprattutto nei paesi petroliferi si fanno raffinerie di dimensioni dieci volte tanto. e hanno in genere il greggio sotto i piedi.
il mercato è "lungo" di prodotto, cioè c'è molta più benzina, gasolio, cherosene e olio combustibile di quando non se ne chieda.
(però, strano: i prezzi sono altissimi. misteri della speculazione e dei cartelli internazionali).
così in tutta europa stanno chiudendo una dopo l'altro tutte le raffinerie medie e anche diverse raffinerie grandi. si stima che ce ne sia una dozzina in vendita, ma zero acquirenti. (in vendita, anche in italia).
in altre parole, ogni minuto in cui la raffineria attuale lavora, produce perdite secche.
il prodotto distillato a cremona è (1) troppo caro e (2) non acquistato.
meglio spegnere.
per la tamoil è assurdo comprare greggio (o importarlo dai giacimenti libici), raffinarlo a caro prezzo nell'impianto cremonese e poi riempire i depositi perché non si vende.
ma qui s'aggiunge l'effetto libia.
i serbatoi cremonesi della compagnia libica tamoil hanno materia prima solo per una quindicina di giorni e poi saranno costretti a fermarsi.
per i 280 dipendenti di cremona, ma anche per i trecento della sede di milano e per quelli dell’indotto, le prospettive sono nere.
nere quanto il libian light sweet.