terremoto dell’aquila. due anni fa. un ricordo oltraggiosamente personale.

due anni fa, il 6 aprile, stavo correndo con la macchina in autostrada per arrivare in abruzzo.
per servizio.
anche questo è il mio lavoro.

l'autostrada era già un'autocolonna continua, lunga decine di chilometri.
la corsia di destra brillava per la fila formata da centinaia di lampeggianti blu. 
la protezione civile di reggio emilia.
le autoscale.
i pompieri di torino.
le corriere della polizia.
le gru pesanti.
i camion carichi di ruspe.
le cucine da campo dell'estercio.
i volontari della protezione civile di alzano lombardo.
i camion dei carabinieri.
i pompieri di parma.
le ambulanze di vimercate.

non sono abbastanza cinico per fare questo mestiere:
mentre – andando verso l'aquila – superavo questa fila continua di soccorsi, solo in macchina, piangevo.

  • Gic |

    Uno scrittore famoso, in un libro immortale: ‘Ecco il mio segreto. E’ molto semplice: non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi’. Piangevamo in tanti.
    Gic

  • Agustin Giliberto |

    No eres cínico. El que escribe es tu corazón de periodista. En estos casos, el cerebro solo transmite lo que el corazón le indica. ¿Como no llorar ante
    la angustia de no poder llegar a tiempo para mitigar el dolor ajeno?

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