"nucleare. incapaci" è il titolo che il liberista di destra carlo stagnaro dà al suo acido e lucido articolo che ha appena pubblicato sul chicago-blog, lo spazio web di oscar giannino.
ne copincollo un passo:
rinnegando le decisioni prese negli ultimi due anni, il governo contribuisce ad acuire la percezione dell’italia come un paese inaffidabile, lunatico e confusionario. a ciò contribuiscono almeno due fatti. il primo è che, secondo persone vicine al dossier, a monte del colpo di spugna sta un colpo di mano: a giugno gli italiani dovranno pronunciarsi su quattro quesiti, uno sull’atomo, due sull’acqua (di cui temo parleremo a breve), e uno sul legittimo impedimento. temendo che fukushima avrebbe spinto alle urne un numero troppo alto di italiani, l’esecutivo avrebbe scelto di sacrificare il nucleare (e vedremo l’acqua) sull’altare del legittimo impedimento. personalmente non ho una posizione sul tema, e non sono un accanito osservatore di quel che accade nel letto del premier. trovo però che passare dalle leggi (presunte) ad personam alle abrogazioni para culum sia un deciso salto di qualità. in tutto questo si inserisce la partita di potere che tremonti sta giocando, nella quale la freddezza con cui il ministro parla dell’atomo (incluse le ripetute contraddizioni sul “debito atomico”) non è altro che il suo modo di mandare segnali più o meno obliqui (nella sua testa, nucleare è sinonimo di francia, e francia significa parmalat ed edison). vedere in modo strumentale gli investimenti ad alta intensità di capitale – investimenti di cui il nostro paese ha dannatamente bisogno, e non solo nel nucleare – è il modo migliore per scoraggiare gli investitori e mettere in fuga i capitali.
se poi dietro all’operazione c’è la tentazione di consumare la furbata – far saltare il referendum per poi riproporre le stesse norme appena abrogate – si sappia che questo non è solo politicamente sconcio, ma anche tecnicamente patetico. i mercati hanno ricevuto forte e chiaro il codice morse emanato da palazzo chigi, e questa sequenza di punti e linee dice una sola cosa: questo non è un paese serio.
queste di carlo stagnaro sono le opinioni con le quali è un vanto confrontarsi e, a volte, dissentire.
perché è stata chiusa nella riserva la destra liberale e liberista che c'era una volta?
chiederò all'unesco di proteggere – prima che scompaiano seppelliti dagli urlatori – gli ultimi lacerti della destra laica, lucida, stoica e montanelliana con la quale era un punto de honor essere in disaccordo.