energia. fare petrolio senza petrolio. la tecnologia rivoluzionaria dell’eni. ricordi: la maionese di greggio.

segnali di come sta cambianto il mondo dell'energia. di come saremo tra dieci o forse venti anni.
sarà forse un mondo che farà poco ricorso al nucleare e che dovrà inventare nuovi petroli.

nel vercellese, a crescentino, il gruppo chimico mossi & ghisolfi – il principale produttore al mondo di plastica pet con cui si fanno le bottiglie e le imbottiture di lanùgine bianca – sta costruendo una raffineria "petrolifera" che parte dalla cellulosa del legno, dalla paglia, dagli scarti agricoli per produrre benzina all'alcol e materie prime per fabbricare la plastica.
in altre parole, il principale produttore al mondo di una delle plastiche più comuni si sta sganciando dal petrolio.

non basta.
la produzione di questa raffineria biologica è già stata comprata in blocco, in via preventiva, da una delle più grandi multinazionali del petrolio.
non dirò chi è questa compagnia petrolifera.

nei prossimi giorni entrerò di più nei dettagli.
potrebbe essere davvero una tecnologia rivoluzionaria, che sconvolgerà il mondo pigro del petrolio.

intanto stamattina ero a sannazzaro de' burgondi, nella bassa pavese, la lomellina più piatta, dove c'è una raffineria dell'eni.
una raffineria petrolifera, intendo.
petrolio vero.
è una delle migliori raffineria d'europa.

stamattina paolo scaroni (amministratore delegato) con il ministro paolo romani (sviluppo economico) e con roberto formigoni (presidente della regione lombardia) ha presentato il nuovo impianto est.

est è la sigla di eni slurry technology.

potrebbe ribaltare il mondo del petrolio.

l'eni sta investendo su questo impianto 1,1 miliardi di euro – cifra impressionante.
è il più grosso investimento nella raffinazione in corso in europa.

l'impianto serve a sfruttare quel petrolio che gli altri devono buttare via.
trasforma in benzina, gasolio e in cherosene avio l'olio combustibile che prima faceva marciare la centrale enel piacentina della casella, oppure usa come materia prima quei bitumacci osceni che restano alla fine del processo di raffinazione del greggio.

ma – attenzione – questo impianto può trasformare al 100% in benzina e gasolio anche altre cose.
come il budino che esce dai giacimenti velezuelani alla foce dell'orinoco.

e qui farò ricorso ai miei ricordi.
ai ricordi di quando con l'eni (sarà stato tre anni fa) potei visitare i giacimenti superficiali a pointe noire nel congo-brazzaville.

ai ricordi di quando camminavo tra i tubi verniciati color argento di quel giacimento venezolano.
provincia di maturìn, capoluogo del monagas.
era una giornata di sole umido.

su un'isola della foce del fiume orinoco – questo il racconto di daniel defoe del 1719 – il commerciante e navigatore inglese robinson crusoe naufragò e dal nulla riuscì a far ripartire, piano piano, una nuova microsocietà.
la sua, società, e quella di venerdì.

sul giacimento – dopo ore di volo sopra l'amazzonia con un aereo della compagnia di stato pdvsa, in compagnia di rafael r., che allora era un normale e gradevolissimo dirigente - un addetto mi spiegò che il greggio nascosto in profondità sotto i nostri piedi era troppo denso e per riuscire a estrarlo bisognava iniettare in profondità del gasolio bollente, come diluente.

bene, risposi. si può vedere questo greggio?

certamente.

si avvicinò a una condotta, che usciva dal terreno, aprì una valvola, un rubinetto, un volantino, e da un tubo cominciò a sgorgare, sputacchiando sbaffi neri, una crema densissima.

densità del greggio dopo la diluizione e l'estrazione: un'òvvida maionese nera con odore petrolifero.
inutilizzabile.

con il nuovo impianto - mentre i cinesi e gli indiani assetati di petrolio razzoleranno i greggi di mezzo mondo – l'eni potrà comprasi a prezzo basso gli scisti del congo oppure questa maionese nera che nessuno vuole perché nessuno sa usare. e trasformerà questa crema òvvida in benzina trasparente.
potrebbe essere davvero una tecnologia rivoluzionaria, che sconvolgerà il mondo pigro del petrolio.

queste sono (alcune delle) nuove vie dell'energia.

domani potrai leggere tutti i dettagli nell'articolo sul sole 24 ore *cartaceo*.

  • stefano pobamela |

    A Vigevano dalle h 22,20 (domenica 10/07)2011)si percepisce una puzza da raffineria (conosco quella di Sarrok) mai sentita prima, c’e’ qualche relazione con questa tecnologia?

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