referendum. acqua e nucleare. i consigli sui libri bollenti, da “autori vari” a “zabot”

ecco qualche consiglio di libri per affrontare preparati i referendum di domenica e lunedì.

il valore dell'acqua, di erasmo d'angelis e alberto irace, prefazione di matteo renzi, pubblicato da dalai.
Valore dell'acqua 

posizione: liberista-comunista-denuncista.
effetto psichiatrico su di me: sindrome bakuninista-malatestiana.
d'angelis è presidente di publiacqua, il gestore del servizio idrico della toscana centrale. giornalista professionista (il caso professionale mi ha portato a conoscerlo come collega del manifesto, ma ha lavorato anche per la rai) d'angelis ha una lunga militanza ambientalista e con la legambiente ha ideato la rassegna ecolavoro, promosso la goletta verde e il treno verde. e tante altre cose.
alberto irace è un dirigente d’impresa, si occupa da decenni di servizi pubblici e lavora all'acea di roma. per nove anni ha presieduto un importante ente d’ambito idrico del mezzogiorno. per hobby è anche giornalista pubblicista (capito? giornalista per hobby. masochismo).
perché nessuno potrà mai privatizzare o svendere l’acqua e – caso unico al mondo – in bolletta l’acqua è gratis? quali sono le isole felici e le tragedie idriche italiane? chi i responsabili? come e perché è nata la mobilitazione del popolo dell'acqua e la case history che nell’ultimo decennio ha cambiato la percezione della proprietà della risorsa? i gestori sono privati o pubblici? perché per acqua e depurazione non c’è un euro nelle manovre finanziarie? quali comuni stanno per ricevere le multe europee perché inquinano terre, fiumi e mare? quanta acqua perdiamo in rete, quanta ne consumiamo e quante migliaia di chilometri di tubazioni sono da rottamare o costruire? perché l’83% delle nostre abbondanti risorse potabili lo Stato le regala a industrie e agricoltura, e resistono i falsi pregiudizi contro l’acqua degli acquedotti? come mai siamo terzi consumatori al mondo di acque minerali e senza scandalo? quanta occupazione produrrebbe l’investimento nella blue economy? un libro con scomode verità per tutti, fuori dagli schemi, che descrive i guai del pianeta blu e propone strategie per risolverli e lasciarsi alle spalle l’Italia che non funziona con leggi inapplicate, sprechi, caos legislativo, mancate riforme, con 15 italiani su cento ancora privi di fogne e 30 su cento senza depurazione, con rubinetti a secco al sud. dopo la stagione referendaria, ciò che serve per chi vuole documentarsi e battersi concretamente per l’acqua, superando la lunga guerra simbolica tra privatizzatori e ripubblicizzatori.
grafici e tabelle come piovesse.

 

 

la fine dei dinosauri, di autori vari, nottetempo aliberti editore
Dinosauri 

posizione: allarmista-catastrofista-speranzista.
effetto psichiatrico su di me: non ancora finito.
esce venerdì 10 giugno in tutte le librerie la fine dei dinosauri, (nottetempo/aliberti editore), un libro nato dopo fukushima per affiancare il referendum sugli impianti e le energie nucleari in italia, e fornire gli argomenti sia per una risposta immediata che per una riflessione futura. il libro è composto dagli interventi originali dei maggiori scienziati nucleari italiani, di scrittori, e dei referenti di alcune delle maggiori associazioni ecologiste internazionali, di esperti europei di energie alternative.
la considerazione di fondo di tutti coloro che hanno contribuito è concorde: una società che investe sull’energia nucleare è una società che ha deciso di non fare i conti con l’estinzione nostra e della terra. le politiche energetiche attuali infatti non prevedono un futuro, sia che si concentrino sui combustibili fossili, sia che scommettano sul nucleare.
nottetempo e aliberti si sono uniti in questo progetto per dargli maggiore forza e tempestività:
la fine dei dinosauri non è solo un libro “contro”, ma la descrizione di un futuro possibile, purché gli investimenti si concentrino decisamente sulle energie rinnovabili, con un impegno generale, di cui i comuni, le regioni e i cittadini saranno i protagonisti. la fine dei dinosauri richiama il rischio che corre la specie umana proseguendo sulla strada che il nucleare sta delineando.
hanno contribuito stefano argirò (fisico), federico m. butera (fisico), stefano caserini (climatologo), marcello cini (fisico), guido cosenza (fisico), giuseppe genna (scrittore), roberto natalini (matematico), giuseppe onufrio (fisico, greenpeace italia), wolfgang palz (fisico), giorgio parisi (fisico), tommaso pincio (scrittore), francesca sartogo (architetto, eurosolar italia), hermann scheer (premio nobel alternativo ’99 per l’energia solare), stefano sylos labini (geologo), junko terao (giornalista), paolo valente (fisico).

 

 

basta poco, di antonio galdo, einaudi
Galdo 
posizione: cattobuonista-ecumenica-speranzista-risparmista
effetto psichiatrico su di me: nirvana prima della Grande Luce
nel buio della grande crisi fare un passo indietro non è più una scelta: il necessario si impone sul superfluo, e dunque è d'obbligo fermarsi e osservare. da questa prospettiva antonio galdo ci invita a una riscoperta del senso: il senso dei nostri comportamenti di consumatori, ma soprattutto il senso delle cose, il loro valore profondo. se la mancanza implica sempre un'opportunità, allora la grande crisi serve a questo: a riscoprire un nuovo modo di consumare (prodotti, risorse, persino il nostro tempo), responsabile e significante.
ma attenzione ai paradossi, ci avverte galdo. perché l'impulso, spesso, è quello di fare seguire nevrosi a nevrosi, di curare una vecchia ossessione con una nuova mania che ha l'unico scopo di creare altre fonti di speculazione. al consumo compulsivo si sostituiscono i feticci del green, del bio, della sostenibilità. e il rischio, ancora una volta, è quello di rinunciare alla consapevolezza per seguire uno stendardo, senza curarsi di scoprire quanto c&
#39;è di vero dietro i proclami.

con una impeccabile capacità di analisi e un'attenzione particolare a personaggi e storie esemplari, galdo ci guida verso il raggiungimento consapevole di un obiettivo che è a portata di mano: essere consumatori attenti al rapporto qualità prezzo, smaliziati, pronti all'acquisto quando l'acquisto è necessario. insomma, consumatori normali.
e davvero, scopriamo nelle sue pagine, basta poco: gesti piccoli, pratiche quotidiane, con cui possiamo portare avanti la nostra rivoluzione.

 

 

 

acqua in vendita? come non sprecare risorse idriche, di fredrik segerfeldt, istituto bruno leoni
Ibl 
posizione: liberista-destrista-economista.

effetto psichiatrico su di me: schizofrenia paranoide.
in vista dei referendum del 12-13 giugno, "acqua in vendita?" rappresenta una lettura imprescindibile per smontare le argomentazioni di quanti sostengono che i servizi idrici debbano rimanere in mano al settore pubblico.
"acqua in vendita? come non sprecare le risorse idriche " di fredrik segerfeldt è ora disponibile anche come ebook. fino a lunedì prossimo l'ebook sarà in vendita al prezzo promozionale di 4,99 euro.
il libro di segerfeldt, con prefazione di oscar giannino, indaga i casi di gestione pubblica e privata delle risorse idriche, descrivendone vantaggi e svantaggi. a dispetto delle opposizioni ideologiche, l'autore dimostra che le preoccupazioni di quanti temono che il privato non sia un gestore efficiente non trovano conferma empirica. al contrario, è proprio la politicizzazione delle risorse idriche a causare sprechi e inefficienze. dati e fatti alla mano, segerfeldt ci porta a capire quali sono le strutture istituzionali e gli incentivi di cui c'è bisogno, per assicurare anche all'acqua un uso migliore e più efficace.

 

 

la paura del nucleare, da dove viene, quanto costa, di piero risoluti, armando editore
Risoluti 

posizione: nuclearista-ingegnerista-negazionista.
effetto psichiatrico su di me: crisi furiose.
piero risoluti oggi è consigliere d'amministrazione della sogin, la società del nucleare italiano. ha vissuto sulla pelle tutta l'esperienza italiana dell'atomo dal referendum dell'87.
da dove viene la paura del nucleare? chi l'ha diffusa era ed è animato da preoccupazioni ambientalistiche o da una ideologia di tipo politico?
il libro, prendendo le mosse proprio dai fatti di scanzano, e ripercorrendo le vicende di cernòbyl e del referendum del 1987, spiega le origini della paura del nucleare e perché si è concentrata sul problema delle scorie, che per risoluti sono in realtà l'aspetto meno critico.
risoluti è bravo, acuto e documentatissimo; spiega alla perfezione i meccanismi politici sottostanti ma non conosce le dinamiche di formazione del consenso.
grafici e tabelle come grandinasse.

 

 

 

l'opzione nucleare in italia: quali prospettive? autori vari, barbera editore
Aiee 
posizione: nuclearista-cacciavitista-panglossiana.
effetto psichiatrico su di me: depressione post-partum.
con il libro “l’opzione nucleare in italia: quali prospettive?” – pubblicato da barbera editore e scritto da più autori – l’associazione italiana economisti dell’energia (aiee) ha deciso di evidenziare tutto lo storico percorso del nucleare nel nostro paese riportando, inoltre, quanto è stato effettuato all’estero. in più analizza l’attuabilità di accingersi verso una strada del tutto nuova per incominciare a fruttare energia nucleare in italia.
il professor gb zorzoli, membro dell’associazione italiana economisti dell’energia e curatore del libro, afferma che l’italia prima di affrontare con efficienza la produzione nucleare dovrà risolvere e affrontare diversi problemi. il libro è un saggio completo e preciso per analizzare le prospettive e i rischi del nucleare. curato dall’aiee (associazione italiana economisti dell’energia) il libro ripercorre la storia del nucleare in italia e guarda a quanto è stato fatto all’estero in materia di ricerca e prevenzione. un punto di vista imparziale che, più che sostenere una tesi, mira a dare un vasto contributo al dibattito sul nucleare.
pubblicato per la prima volta nel 2009 è stato aggiornato in vista del referendum del 12 giugno 2011.
la prefazione è del bravo (che dico bravo? bravissimo!) edgardo curcio.
grafici e tabelle come una valanga.

 

 

l'illusione nucleare, di sergio zabot e carlo monguzzi, melampo
Zabot 
posizione: ecologista-antinuclearista-pessimista-anarchista.
effetto psichiatrico su di me: epicureismo lucreziano.
la crisi economica e l'incertezza delle relazioni internazionali spingono nuovamente i paesi industrializzati verso l'energia nucleare, ridando voce anche in italia ai fautori della sua convenienza e inevitabilità.
monguzzi e zabot sono due ingegneri, e questo dovrebbe sconsigliarne la lettura.
e invece questo libro – seppure scritto d
a ingegneri – sfata con rigore scientifico alcuni luoghi comuni: che l'energia atomica sia abbondante e sicura, che costi meno, che non provochi emissioni di co2.
le argomentazioni dei due autori sono stringenti: già ai ritmi di consumo attuali, si stima che entro 50 anni non ci sarà più uranio economicamente sfruttabile; i costi di costruzione dei reattori e del loro mantenimento sono già oggi fuori mercato; infine, il nucleare inquina, contamina irrimediabilmente interi territori, con il rischio di accentuare le criticità del cambiamento climatico in atto. completa questo inquietante scenario l'idea, promossa dal g8, di una governance mondiale dell'energia. una governance capace di tenere l'opinione pubblica all'oscuro delle centinaia di incidenti occorsi finora e abile nel convincere i paesi emergenti a legarsi per i decenni a venire alle tecnologie nucleari dell'occidente. i diritti di questo libro saranno devoluti ai bambini vittime dell'incidente alla centrale nucleare di cernòbyl del 1986.

intanto dal comodino sto raccogliendo altri libri che mi sono arrivati nelle ultime settimane.
presto ne proporrò una nuova selezione.
e questa non è una promessa. è una minaccia.

  • Nicola Fusco |

    Ed infatti io non mi riferivo solo alle politiche energetiche, ma al capitalismo nel suo complesso…

  • Leandro |

    Mi hanno prestato “La paura del nucleare …” ed e’ qui sulla mia scrivania che attende. Appena posso lo spulcio con interesse.
    Personalmente non sono d’accordo con il paragrafo poi riportato da Nicola sopra. La nostra estinzione non passa (solo) per la politica energetica … ma diventa lungo.

  • Nicola Fusco |

    La considerazione che reputo più rivelatrice, tra tutte quelle elencate, è la seguente:
    ———-
    “Una società che investe sull’energia nucleare è una società che ha deciso di non fare i conti con l’estinzione nostra e della terra. Le politiche energetiche attuali infatti non prevedono un futuro, sia che si concentrino sui combustibili fossili, sia che scommettano sul nucleare”.
    ———-
    Questa considerazione vale, io credo, non solo per il nucleare, ma anche per l’acqua, e per l’intera nostra struttura economica.
    Il capitalismo liberista, con la sua “mano invisibile”, sarà anche un efficace e potente strumento di sviluppo ed allocazione risorse, ma nel suo DNA manca del tutto un “orientamento al futuro”, una sostenibilità volta non solo al mero immediato, ma che si proietti anche alle prossime generazioni.
    L’eterea ma ferrigna mano del capitalismo liberista, per sua intima natura, non ha, nè potrà mai averla, alcuna consapevolezza teleologica…

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