esclusivo.
ecco l'elenco dei circa 150 comuni in ritardo di 13 anni con le leggi europee sui depuratori.
forse, c'è anche la tua città.
questa lettera europea del commissario per l’ambiente janez potočnik è di fine maggio.
a questi comuni elencati con più di 10mila abitanti, la commissione europea chiede di assicurare che le acque reflue scaricate in aree sensibili siano adeguatamente trattate.
la mancanza di idonei sistemi di raccolta e trattamento, che avrebbero dovuto essere istituiti già dal 1998, comporta rischi per la salute umana, le acque interne e l’ambiente marino. a causa della lentezza dei progressi compiuti dall’italia in questo ambito la commissione, su raccomandazione del commissario per l’ambiente janez potočnik, ha inviato un parere motivato.
se l’italia non adempirà entro due mesi, la commissione può adire la corte di giustizia dell’ue.
le multe che i comuni dovranno pagare vanno da 11mila a oltre 700mila euro per ogni giorno di ritardo.
nell'elenco ci sono comuni che si stanno già mettendo in règola e che eviteranno la multa.
per esempio firenze sta realizzando la rete per evitare che le fogne finiscano in arno.
sta investendo i soldi che ottiene attraverso le tariffe dell'acqua potabile.
ma se passa il referendum della scheda gialla, i soldi per i depuratori non saranno pagati dalle tariffe di chi consuma l'acqua, nella misura in cui ciascuno consuma l'acqua.
se passa il referendum della scheda gialla, i soldi dei depuratori non saranno pagati da chi spreca l'acqua, dai grandi consumatori di acqua, da chi riempie di acque sporche le fogne.
no.
se passa il referendum scheda gialla questi depuratori (o le multe) saranno pagati attraverso le tasse.
cioè da te e da me, e tutto sarà gratis per gli evasori fiscali.
secondo me, il comitato promotore del referendum ha sbagliato uno dei due quesiti.
la scheda gialla non è contro la privatizzazione:
è un paradosso, ma la scheda gialla è contro l'acqua pubblica.
se passassero i sì al referendum con la scheda gialla, gli acquedotti non avranno più i soldi per cambiare i tubi che pèrdono, per assumere analisti e comprare apparecchiature per il laboratorio d'analisi, per costruire un depuratore efficiente.
avevo trovato e pubblicato un documento degli analisti londinesi della fitch, una delle più autorevoli società di rating, che diceva la stessa cosa: il referendum scheda-gialla blocca tutti gli acquedotti e rischia di mandarli al dissesto.
poi ho pubblicato un interessante commento di andrea gilardoni, professore alla bocconi e uno dei massimi esperti italiani di economia degli acquedotti.
e ancora, un commento di adolfo spaziani, direttore della federutility, cioè l'associazione degli acquedotti pubblici e di tutte le aziende di servizi pubblici locali.
ieri mattina ho ascoltato il parere dell'economista alessandro marangoni, tra i più noti nel settore dei servizi pubblici locali.
dei referendm (nucleare, acqua, legittimo impedimento berlusconiano), sulla "privatizzazione" dell'acqua ci sono due schede.
uno dei due referendum riguarda i soci privati delle società acquedottistiche e di depurazione, e quindi è effettivamente relativo alla privatizzazione del servizio.
ma l'altro dei due quesiti del referendum, quello con la scheda gialla, riguarda la determinazione della tariffa del servizio dell'acquedotto idrico integrato in base all'adeguata remunerazione del capitale investito, e riguarda tutti, proprio tutti, gli acquedotti.
soprattutto quelli pubblici.
la domanda che ci sarà posta è:
volete voi che sia abrogato il comma 1, dell'art. 154 (tariffa del servizio idrico integrato) del decreto legislativo n. 152 del 3 aprile 2006 "norme in materia ambientale", limitatamente alla seguente parte: "dell'adeguatezza della remunerazione del capitale investito"?
naturalmente, mi sarà caro il parere di tutti.