sul sole 24 ore di oggi (edizione cartacea) accennavo dell'esperimento di smart grid in corso a roma.
si tratta di un esperimento dell'acea.
racconta stefano donnarumma, presidente dell'acea reti (la società del gruppo cui è stata affidata la gestione delle reti energetiche), che la prova è in corso alla cosddetta "isola" di malagrotta, cioè la zona in cui c'è la grande discarica dei rifiuti di roma governata dall'avvocato manlio cerrone (un vecchio e ricchissimo pirata dalla simpatia trascinante. è davvero vecchio, è davvero ricco, è davvero pirata, è davvero simpatico).
la discarica, con i nuovi impianti che producono energia da fonti rinnovabili, è un polo di produzione di energia.
e qui entrano in gioco le smart grid, cioè le reti elettriche intelligenti.
come funziona la rete elettrica classica?
funziona a senso unico, a cascata, dalla grande centrale elettrica verso i consumatori, in un diramarsi verso fili elettrici sempre più sottili e fitti.
il problema delle fonti rinnovabili è che portano scompiglio in questo tipo di rete a senso unico.
gli impianti infatti non possono essere costruiti dove fa comodo alla rete elettrica tradizionale, cioè agli snodi e dove ci sono già le grandi centrali.
invece, gli impianti alimentati da energia verde si realizzano dove questa energia verde c'è.
si costruiscono dove l'acqua fa una cascata; dove c'è più vento; dove c'è la discarica con i suoi gas combustibili prodotti dalla fermentazione dei rifiuti.
oppure sul tetto di casa, per il fotovoltaico.
quindi si collegano là dove si trovano, e immettono chilowattora potenti in punti spesso remoti e deboli della rete.
e spesso con energia che deve andare contromano rispetto al flusso.
non basta.
gran parte delle tecnologie rinnovabili non produce quando c'è bisogno, cioè quando le fabbriche aprono gli interruttori dei grandi compressori e dei motori elettrici, quando le famiglie avviano la lavatrice e l'aspirapolvere.
le centrali idroelettriche ad acqua fluente producono chilowattora quando il corso d'acqua è più vivace per una pioggia recente; gli impianti eolici, quando c'è brezza (ma non quando c'è tempesta furiosa); il settore solare produce quando c'è il sole pieno, ma basta una nuvola di passaggio per fare scendere di colpo la produzione ed è zero totale di notte.
un vero disastro immettere questa energia nelle rete convenzionali.
l'autorità dell'energia vuole la sperimentazione delle smart grid in quelle reti dove sia rilevata circa per il 10% del tempo un'inversione di flusso, cioè quando l'elettricità è costretta ad andare controcorrente dalla periferia verso la grande centrale convenzionale.
a roma malagrotta, questo accade non solamente per il 10% del tempo. il doppio.
per il 20% del tempo la corrente va contromano.
ora l'acea comincia ad avere i primi risultati sui scala non più microscopica, bensì su una fetta di città.
è stato realizzato un sistema di accumulo progettato dalla giapponese toshiba.
si tratta di pacchi di batterie speciali (ogni impianto ha la dimensione di una cabina elettrica condominiale) che assorbono gli eccessi di corrente sulla linea e, viceversa, rilasciano l'energia quando sulla rete la tensione si abbassa.
in questo modo, si eliminano i picchi di tensione e si soddisfanno senza problemi anche i picchi di domanda da parte dei consumatori.
inoltre le batterie e il sistema informatico di gestione permettono di eliminare quasi del tutto gli sbalzi e i blackout.
non basta.
le perdite di corrente si riducono tra il 5 e il 10%, e cioè l'acea ha bisogno di produrre meno corrente per soddisfare la stessa domanda, ovvero a parità di elettricità prodotta dalla centrale arriva più corrente nelle case dei consumatori.
in altre parole, c'è un risparmio di risorse, risparmio benefico per l'ambiente e per il portafogli.
e la qualità del servizio migliora.
una rete intelligente di questo tipo è strutturata anche per affrontare i cambiamenti sociali.
arriveranno le automobili elettriche?
ecco fatto: la smart grid le sorregge senza difficoltà.
gli esperti infatti si chiedono che accadrà alla rete quando le auto elettriche saranno diffuse.
se (poniamo) venti persone si muovono con l'auto elettrica, e la mattina arrivano nel parcheggio dell'azienda dove lavorano, dove attaccano la spina per la ricarica, significa che – dove c'è l'azienda con il posteggio elettrificato – la rete di bassa tensione deve essere corretta per affrontare un carico di domanda che si presenta, fortissimo, alle 9,30 del mattino.
e alla sera, al ritorno a casa, quelle 20 macchine elettriche si allacciano alla presa della rimessa: e 20 auto elettriche in carica sono il consumo serale improvviso di un condominio che marcia a tutta birra, comprese lavatrici e aspirapolvere.
ecco, la smart grid di malagrotta è già pronta per affrontare questi sposamenti improvvisi e forti di consumo.
il costo?
questa prima rete sperimentale è nell'ordine dei 5 milioni.
corbézzoli! quanto costerà moltiplicare tutto sull'intera roma?
non serve agitarsi.
il costo di 5 milioni di euro è per l'impianto sperimentale, di cui due terzi sono i costi dei test e dei sistemi di rilevazione.
per l'intera roma, l'acea potrebbe dover muovere un investimento nell'ordine dei 200 milioni distribuiti su un programma graduale di sette oppure otto anni.
con un altro vantaggio.
oggi, la città di roma esprime al massimo (contizionateri a tutta forza, luci accese, motori industriali in piena marcia e così via) un picco di potenza di 2.400 megawatt.
le centrali devono pompare energia a mille per assecondare questa richiesta.
con la rete intelligente, e senza bisogno di costruire nuove centrali, si potrebbero dare a roma fino a 3mila megawatt di domanda massima.
e l'investimento è, per dimensioni, pari alla costruzione di una nuova centrale per sopperire quei 600 megawatt in più.
la smart grid è una centrale virtuale.
che non inquina, che non emette un filo di fumo, che non disturba, che non brucia risorse.