come distruggere un ministero e una politica ambientale in poche, semplici sforbiciate.
stanno per buttarci fuori dal protocollo di kyoto sul clima, dal protocollo di montréal sull'ozono, e perfino dalla convenzione delle alpi che dovrebbe avere la sede a bolzano.
dovrebbe, se non ci buttano fuori.
perché?
semplice. l'italia non paga le rate agli organismi internazionali.
e i negoziatori italiani sono sempre più in imbarazzo quando si incontrano con i colleghi degli altri paesi.
le proposte italiane finiscono sempre più sotto il tavolo: "che pretendete voi italiani?"
aggiornamento: in un secondo articolo spiego le polemiche che sono seguite alla pubblicazione della notizia che stai leggendo. clicca qui per leggere l'aggiornamento.
il bravissimo collega stefano natoli ha pubblicato sul sito web del sole 24 ore questo articolo che entra nel dettaglio di tutte le sforbiciate ai conti del ministero. clicca qui per leggere l'approfondimento.
venerdì mattina ho aggiunto un articolo di analisi sui retroscena e i conti del ministero: clicca qui per leggere l'articolo
comincio dalla questione ultima in ordine di tempo.
cioè comincio con gli impegni italiani nei negoziati internazionali sui prodotti chimici e i pesticidi.
è la convenzione di rotterdam.
i tagli già subiti e quelli in corso di adozione non consentono al ministero dell'ambiente di onorare gli impegni.
la situazione degli arretrati è tale che in giugno, durante la conferenza delle parti cop5 a ginevra, è stato chiesto un prestito al programma dell'onu, in attesa che l'italia versi il contributo.
ma la situazione dei mancati versamenti da parte del ministero dell'ambiente è analoga anche per gli obblighi che derivano dalle convenzioni e dai protocolli.
a cominciare da quelli sul clima (protocollo di kyoto) e sull'ozono (protocollo di montréal).
e difatti i finiani della fli hanno presentato un'interrogazione alla ministra stefania prestigiacomo.
ed è un imbarazzo internazionale da mesi, da quando cioè sono cominciati a fioccare i solleciti di pagamento per i contributi obbligatori dovuti dall'italia per la sua partecipazione agli impegni internazionali in materia di ambiente.
in dicembre, a durban, i ministri dell'ambiente dovranno adottare il nuovo budget per il biennio 2012-2013 per il protocollo di kyoto, su cui il nostro paese è già largamente inadempiente rispetto alle risorse per la lotta contro le emissioni.
il caso più recente riguarda i ritardati pagamenti da parte dell'italia dei contributi dovuti al segretariato, che ha sede a ginevra e a roma alla fao, per la convenzione di rotterdam, cioè la normativa del 24 febbraio 2004 che disciplina le esportazioni e le importazioni di alcuni prodotti chimici e pesticidi pericolosi.
questo ritardo "è stato oggetto di una non agevole soluzione dilatoria durante i lavori della quinta conferenza delle parti tenutasi a ginevra dal 20 al 24 giugno 2011", scrive sconfortata la rappresentanza italiana alla ue in una lettera al ministero dell'ambiente.
nella lettera, la rapresentanza di bruxelles chiede una relazione circostanziata sul problema, relazione da portare al gruppo ambiente-questioni internazionali che si è svolta in questi giorni a bruxelles.
"al gruppo ambiente questioni internazionali del 12 luglio – dice il sollecito – la commissione e la presidenza avevano chiesto all'italia di fornire tempestivamente aggiornate informazioni sull'adempimento".
una richiesta ripetura di nuovo nella riunione dello stesso gruppo del 22 e 23 settembre (al quale – annotano gli uffici della rappresentanza italiana all'ue – è spiccata l'assenza di esperti dei ministeri italiani) dove è stato di nuovo chiesto al nostro paese di presentare una circostanziata relazione in vista della riunione del gruppo dell'11 e 12 ottobre.
"si auspica – scrive ancora la lettera al ministero dell'ambiente – che oltre ad assicurare una costante partecipazione al gruppo di lavoro, le competenti amministrazioni (e cioè il ministero dell'ambiente e quello dell'economia) possano predisporre una relazione che illustri il rispetto delle scadenze previste. si rileva che una mancata o insufficiente informativa sui versamenti dei contributi arretrati potrebbe dar luogo a ulteriori richiami ufficiali da parte della commissione e che una non tempestiva regolarizzazione di tali contributi costituirebbe fonte di estremo imbarazzo per il nostro paese".
ma i soldi non ci sono perché i tagli non consentono di rispettare gli impegni assunti.
soltanto per quel che riguarda la convenzione di rotterdam, l'italia si era impegnata ad un versamento di 600mila euro per le spese di funzionamento del segretariato.
a dispetto delle promesse italiane, nel corso della riunione a ginevra dello scorso 20 giugno era stato deciso di chiedere al direttore esecutivo del programma dell'onu di autorizzare un prestito fino a un massimo di 500mila dollari per il sostentamento del segretariato, in attesa che l'italia pagasse.
il ministero aveva cercato di tamponare la situazione impegnandosi a versare in luglio una prima rata di arretrati (circa 450mila euro), promettendo altre tratte da 250mila euro entro il 30 settembre ed entro il 30 novembre, per poi liquidare l'ultimo mezzo milione entro aprile 2012.
non basta.
anche la protezione delle alpi rischia di saltare e la prima vittima potrebbe essere la sede di bolzano del segretariato della convenzione stipulata dai paesi dell'arco alpino nell'1989.
una convenzione da cui deriva un contributo a carico dell'italia minimo se paragonato, per esempio, all'impegno assunto dal nostro paese per sostenere l'attuazione del protocollo di kyoto e di altre convenzioni internazionali.
e così l'italia potrebbe dire addio per sempre alla sede del segretariato, che la convenzione per la protezione delle alpi prevede a bolzano: la ratifica del trattato prevede un contributo obbligatorio di quasi mezzo milione di euro l'anno contro risorse in bilancio che nel 2011 sono state pari a 255mila euro e nel 2012 saranno di appena 200mila.
allarmatissima l'eurac di bolzano, che ospita la sede operativa distaccata del segretariato permanente della convenzione delle alpi.
finora l'istituto si è adoperato ovviando in proprio "ad alcune difficoltà derivanti dalle misure di finanza pubblica".
tuttavia sono destinati a finire gli anticipi finanziari fatti dall'istituto in attesa che il ministero dell'ambiente aprisse il portafogli.
scrive il direttore generale dell'eurac (che se non sbaglio è stephan ortner) in una lettera al ministero: "alcune recenti novità di riorganizzazione non ci consentono di proseguire oltre modo in questo sforzo finanziario unilaterale".
fino al marzo prossimo così l'eurac continuerà a garantire i fondi "sostenendo per intero sia le spese di ospitalità del segretariato per la convenzione delle alpi, sia l'onere del personale sloveno e italiano messo a disposizione del segretariato in base agli accordi internazionali".
né farà mancare, almeno fino a marzo "un adeguato sostegno alle attività della delegazione italiana nella convenzione".
però, poi, basta.
quello fino a marzo 2012 "deve essere inteso come estremo contributo dell'eurac teso a facilitare la ricerca di un'adeguata soluzione a salvaguardia della proficua collaborazione con il ministero dell'ambiente e con il segretariato della convenzione delle alpi".
"nel male augurato caso tale ricerca risultasse infruttuosa dovremmo avviare una, per quanto possibile dignitosa, revisione degli impegni a suo tempo assunti".
(ringrazio per il contributo i colleghi del velino)
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