anche nella ricerca scientifica arriva la concorrenza.
sui prezzi e sui costi, come in ogni altro mercato.
«perché la ricerca sull’e-cat deve costare a rossi 500mila euro, come richiesto dall’università di bologna, alla quale è stato dato l’incarico? possiamo farla noi per 10mila euro».
francesco celani, fisico dell’istituto nazionale di fisica nucleare-infn di frascati, attraverso le pagine del mensile focus alimenta il dibattito sul nuovo strumento chiamato e-cat, un sistema per produrre calore basato su reazioni di fusione fredda, fenomeno che la scienza ufficiale non riconosce.
una scoperta che si rivelerebbe rivoluzionaria per il sistema di approvvigionamento dell'energia a livello mondiale.
«all’infn – dice celani, lanciando una proposta diretta all’ingegnere andrea rossi, inventore dell’apparecchio – abbiamo un sistema che presenta tutte le condizioni necessarie a garantire un test indipendente: è stato collaudato in molte situazioni e ha ricevuto l’approvazione di istituzioni come nasa e ames laboratory. darebbe misure incontrovertibili sul funzionamento dell’e-cat, a cui ci impegniamo di far seguire un report immediato».
da quando, all'inizio del 2011, ha presentato il suo generatore, rossi è al centro di interminabili polemiche perché, per proteggere la sua invenzione, non rivela l'esatta struttura dell'e-cat né consente che siano fatti test scientificamente rigorosi e inattaccabili.
a fine ottobre, a bologna, ha messo in funzione per alcune ore un impianto da 1 megawatt composto da 107 e-cat: era una dimostrazione a beneficio di un misterioso "cliente" che, a fine prova e attraverso un suo rappresentante, si è detto soddisfatto.
«l'impianto è venduto», ha detto in quell'occasione rossi.
ed è proprio rossi a rispondere, attraverso il sito web focus.it, alla proposta di celani, definita «interessante ma fuori tempo. lui infatti propone un test, mentre per noi quello del 6 ottobre è stato l'ultimo test pubblico di un modulo e-cat. per evitare fraintendimenti è necessario interpretare correttamente il mandato dell'università di bologna, il cui compito va ben oltre quello del semplice test. per questo lavoro che è innanzi tutto di ricerca e poi di sviluppo è previsto, per l'università, un impegno di due anni: capite bene che la differenza tra questo impegno e il test proposto dal dottor celani, per quanto possa essere rigoroso e completo, giustifica anche la grande differenza tra la spesa prospettata da celani e la somma concordata con l'università. somma che, tengo a sottolineare, è interamente finanziata da noi, senza alcun aiuto "pubblico" né di altri istituti di ricerca, né italiani né di altri paesi. non vedo – conclude a focus.it rossi – alcun vantaggio in un ulteriore test dell'e-cat, che, dal mio punto di vista, non deve più dimostrare "se" funziona».