non mi interessa, qui, esprimermi pro o contro il carbone: il mio parere* non conta.
il tema di questa pagina è un simpatico video di stile moooolto hipster, hipster come gli oggetti raffigurati.
(hipster è una moda vagamente retrò da cui dissento perché io sono hipster inside).
il video è del wwf e dice: sarebbe assurdo digitare sul telegrafo per mandare sms a punti-e-linee, caricare la manovella del grammofono per ascoltare la musica in stereo, scattare una selfie con una macchina fotografica a soffietto.
ebbene, per produrre energia il carbone è altrettanto anacronistico.
il futuro, dice il wwf, è nelle fonti rinnovabili.
lo spottino del wwf sta girando in rete per sostenere la campagna “no al carbone, si al futuro” (clicca qui per vedere il sito web della campagna stopcarbone) mentre a lima i governi stanno cercando di approvare la bozza di accordo sul clima per arrivare alla versione finale il dicembre del prossimo anno a parigi e secondo mariagrazia midulla del wwf “è il carbone tra tutti i combustibili fossili quello che minaccia di più la nostra salute”.
chi non è d’accordo con il wwf può consolarsi sulla documentazione a sostegno del carbone raccolta dall’assocarboni (clicca qui), utile per ascoltare – come si dice – anche l’altra campana.
ecco la carta d’identità dello short.
la produzione è di don’t movie (con il supporto tecnico di wwf ricerche e progetti)
il concept è di alessia sacchetti e giuliano gaia
l’attore proprio-ma-proprio hipster è michele mostacci
con la collaborazione di invisible studio, massimo temporelli e art in the city
gli oggetti di antiquartiato usati nel video (telegrafo, grammofoni eccetera) sono del negozio nipper di milano.
(*) per chi fosse davvero molto curioso e volesse sapere il mio parere, ritengo che il carbone, combustibile a basso prezzo, sia un prodotto ricco di traslati perché simbolo di una parte della storia dell’umanità, che sia comodo, che sia assai più inquinante di altri combustibili e che sia destinato a diventare sempre più marginale, a vantaggio dell’energia rinnovabile.
penso inoltre che l’uscita di scena del carbone dal mondo seguirà non i tempi dell’isteria vindice bensì i tempi più lenti e fisiologici dettati dall’evoluzione dei mercati e dei loro standard, dalla diffusione delle tecnologie energetiche e seguirà infine i tempi dettati dalla crescita della società e delle leggi che essa esprime.