per capire alcuni elementi che possono essere entrati nella decisione del co-pilota della germanwings bisogna andare al 21 luglio 356 a.c. quando erostrato diventò famoso per sempre, a differenza di altri milioni di pastori di capre e pecore rimasti nell’anonimato prima e dopo di lui.
era un idiota non nel significato attuale di persona stupida bensì nel significato originario greco, persona oscura senza nome destinata a non lasciar traccia nel mondo.
nella notte questo idiota diede fuoco a una delle sette meraviglie del mondo, il tempio di artemide a efeso.
attraverso un gesto enorme per la sua stupidità voleva che il suo nome restasse incancellabile negli annali.
il tempio fu distrutto completamente dall’incendio; gli efesini tentarono la damnatio memoriae per annullare l’intento dell’idiota ma non riuscirono: non solamente è sopravvissuto il nome ma in italiano ne è nato un derivato, l’erostratismo. cioè compiere un atto facile ed enormemente distruttivo, lasciando se possibile il passaporto con il nome sul luogo della devastazione, per salvare una briciola dell’identità di sé altrimenti destinata al nulla.
il cupio dissolvi dell’atto devastante, facile da compiere nella sua stupidità, si è ripetuto in molti modi nel tempo.
per esempio luigi lucheni, sedicente anarchico dalle idee molto confuse e dalla vita sfigata, il 10 settembre 1898 a ginevra uccise a colpi di lima elisabetta di baviera detta sissi d’austria.
oppure ragazzini idioti entrano nella scuola con il mitra ed esprimono con le uccisioni il loro rifiuto di essere oscuri.
oppure finti islamici, imbottiti di maiale e alcol, trovano in allà il misericordioso un motivo per terrorizzare.
è una dichiarazione di nullità, un’ammissione di inadeguatezza, un’evidenza di sconfitta: compiere un gesto di enorme stupidità distruttiva contro sé e gli altri tecnicamente è facile (non voglio dare suggerimenti agl’imbecilli che popolano la nostra disgraziata specie animale).
per fare un erostratismo non servono studi particolari, qualità migliori, grandezze eroiche, intuizioni fulminanti, sentimenti ricchi. non serve nemmeno quella genialità del male che hanno alcuni criminali veri.
con ciò non voglio dire che il co-pilota non avesse motivi suoi; non condanno la tragedia della depressione (se qui ci fu); non entro nelle logiche del suicidio che sono completamente diverse da quelle cui siamo abituati.
però condanno una malattia particolare, cioè la logica perdente dell’erostratismo, e per questo motivo ho dimenticato il nome del co-pilota.