perché non mi piace il nuovo reato di omicidio stradale.

ora racconterò perché mi lascia molto perplesso il dibattito in corso al parlamento sull’introduzione di un nuovo reato, l’omicidio stradale.

non mi intendo molto di argomenti di giurisprudenza, e come sanno bene i vigili del mio quartiere sono mediocrissimo anche nella conoscenza del codice stradale.
le mie considerazioni sono così frutto di idee personali che susciteranno la disapprovazione di chi ne capisce più di me.

molti non si rendono conto che una tonnellata e mezzo di ferro in movimento è un’arma, e guidano pensando che le regole della strada siano solamente una noiosa imposizione.
il limite di velocità, l’obbligo di assicurazione, l’etilometro: vincoli. così pensano molti.
il problema è che un veicolo in movimento è pericoloso.
è come un’arma.
è come una bomba.

la licenza di guida è come la licenza di caccia, cioè richiede il superamento di un esame per ridurre i rischi prodotti dal veicolo. e le norme servono appunto a ridurne la pericolosità.

ora, se uno si prende la licenza di caccia e va a tirare a folaghe e fagiani seguendo le regole costituisce un pericolo leggero (ogni tanto qualche cacciatore resta ferito o ucciso) ma comunque con un’incidenza socialmente accettabile di eventi negativi.
ma se uno imbraccia il sovrapposto e si mette a tirare – in mezzo ai giardinetti con lo scivolo e l’altalena – ai colombacci sulle panchine, ebè, chiunque è d’accordo che un beota del genere vada fermato subito, e gli venga impedito di rifarlo.

non è diverso da chi si mette alla guida dopo aver bevuto alcolici, perché chi beve alcolici sapendo che poi guiderà sa già, prima di bere, che ciò è vietato perché costituisce un pericolo.

ripeto: poiché un veicolo costituisce un pericolo per l’incolumità, è sottoposto a una licenza d’uso e a regole per come usarlo.

le leggi ci sono ma non si applicano

il primo motivo per cui a mio parere introdurre il reato di omicidio stradale è una sciocchezza è che ci sono già leggi, e assai severe.

per esempio, un reato commesso in violazione del codice della strada è già soggetto ad aggravanti che rendono più dura la sanzione.

è un luogo comune, ma è vera fino alla banalità la frase *le leggi ci sono, basta farle rispettare*.

poi ci sono anche altre *fattispecie* (così le chiamano i giuristi) che permettono di sanzionare più duramente gli incidenti mortali.

in genere gli incidenti mortali sono puniti come omicidi colposi, cioè queli atti che portano alla morte di una persona per disattenzione, sbadataggine, ignoranza, superficialità, caso, e altre cose così.
cioè è colposo l’omicidio commesso senza volere.
infatti nel linguaggio giuridico la colpa è un atto non voluto, mentre il dolo è un atto volontario.

non c’è bisogno di introdurre l’omicidio stradale: il codice penale prevede già i reati di *colpa cosciente* e *dolo eventuale*.
le due locuzioni sono abbastanza oscure, e hanno accezioni leggermente diverse. colpa cosciente e dolo eventuale sono quei reati in cui chi li commette sa che i suoi atti – non mirati a produrre un danno – possono però produrre un danno, e lo mette in conto.

torno all’esempio di prima, del bischero che con la doppietta si mette a tirare schioppettate ai colombi ai giardinetti con lo scivolo e l’altalena. il suo obiettivo non è impallinare i passanti, ma mette in conto che – *ma no, a me non accadrà* – possa succedere un bel guaio.

la differenza fra la colpa cosciente e il dolo eventuale è più o meno (ripeto, non sono un giurista e lo spiego per chi come me non è un giurista):
– colpa cosciente: mi metto a sparare ai colombi che becchettano sulla panchina dei giardini pubblici, so bene che è pericoloso ma io sto attento, sono bravissimo nello sparare e non ferirò nessuno
– dolo eventuale: mi metto a sparare ai colombi che becchettano sulla panchina dei giardini pubblici, e se ferisco qualcuno chissenefrega di quello sfigato che resta preso in mezzo
che è lo stesso atteggiamento di chi percorre in macchina a 90 chilometri l’ora corso umberto e via roma: sa bene che è pericoloso e vietato, ma è convinto di essere attento, bravissimo nella guida e di non ferire nessuno (colpa cosciente) oppure se ne frega se arrota qualche sfigato (dolo eventuale).

la legge c’è già, basta applicarla.

la sanzione troppo severa induce altri reati

il secondo motivo per cui l’omicidio stradale mi pare una corbelleria è il fatto che quando le sanzioni superano un certo grado di accettabilità, chi commette il reato tende commetterne uno più grave per sfuggire la pena.
l’esempio classico è la pena di morte.
se c’è la pena capitale (o l’ergastolo) per il reato di rapina, invece di essere scoraggiato dal commettere il reato il rapinatore sarà indotto a uccidere, perché il suo rischio di sanzione non aumenta e aumenta invece (uccidendo possibili testimoni o denunciatori, e terrorizzando gli altri) la probabilità di successo della rapina.

la sanzione severa che induce ad aumentare i reati è un fenomeno ben noto, e si vede nella vita quotidiana nell’abitudine sempre più diffusa di babbei che non pagano l’assicurazione obbligatoria del veicolo.
costoro dicono a sé stessi: l’assicurazione mi costa troppo, quei soldi mi servono per la ricarica del telefonino, eppòi le compagnie assicuratrici sono tutte truffe, io non la pago, tanto a me stavolta non accade niente.
dicono così, no?
be’, poi se investono il ciclista scappano perché non sono in grado di sostenere le conseguenze del loro atto.

l’aumento dei pirati della strada è dovuto a questo.

scappano perché tanti babbei, rimasti bambini senza responsabilità e incapaci di essere uomini che rispondono dei loro atti, non sono in grado di assumersi la responsabilità delle loro scelte.

l’omicidio stradale, temo, farà aumentare i pirati della strada.