gli impianti rifiuti vanno a fuoco uno dopo l’altro. to’ che caso. a roma, parma, este, perugia…

sta accadendo qualcosa di brutto.

molti mesi prima dell’apertura dell’expo di milano, apertura avvenuta il 1° maggio, ad albairate è stato danneggiato da un incendio un impianto di trattamento dei rifiuti organici che era destinato ad accogliere e trattare i rifiuti organici (umidi) prodotti dall’esposizione universale (clicca qui per leggere i dettagli).

può accadere.
sorte maligna.

nei giorni scorsi sono stati pesantemente danneggiati da incendi gli impianti di trattamento meccanico-biologico (tmb) o di compostaggio dei rifiuti umidi a:

roma (via salaria). 2 giugno, ore 5. clicca qui per leggere la notizia e vedere alcune foto.
la legambiente ha protestato contro questa tipologia di impianti, chiedendone la chiusura e l’abbandono (clicca qui per leggere la notizia).

perugia (ponte rio). 2 giugno ore 20. gravi i danni alla sede della gesenu, (clicca qui per leggere la notizia), la società mista pubblico-privato di perugia in cui l’azionista privato è il famoso imprenditore dei rifiuti manlio cerrone.

este (padova). 5 giugno ore 13,30. danneggiato l’impianto di compostaggio della sesa (clicca qui per leggere l’articolo). allarme fra la popolazione; il sindaco di este giancarlo piva ha dovuto tranquillizzare i concittadini (clicca qui per leggere il comunicato ufficiale del municipio).

parma. 6 giugno ore 14. a fuoco un impianto dell’iren (clicca qui per leggere i dettagli). ci si domanda se è autocombustione. l’assessore osserva che è la seconda volta che accade in tre anni (clicca qui per leggere).

sfortuna nera, sorte ria e maligna.

a chi potranno fare comodo questi incendi fortuiti e casuali?

all’industria degli inceneritori, per esempio; oppure alla malavita che opera nel trasporto via mare di rifiuti verso le discariche balcaniche.
o forse qualche politica aziendale.

sottolineo l’intervento della legambiente contro i tmb che ho citato poco sopra, impianti che hanno molti nemici.
mi ricorda walter ganapini – che ha avuto incarichi di prim’ordine ed è stato anche assessore all’ambiente del comune di milano e della regione campania e che ora è direttore dell’arpa umbria – che in campania per esempio si è preferito l’emergenza rifiuti, con il contorno di discariche, ecoballe e movimentazione dei camion carichi di spazzatura, piuttosto che far funzionare questi impianti capaci di trattare 8mila tonnellate al giorno di rifiuti di napoli (contro una raccolta di 6mila).
il solo impianto campano di tufino ha potuto per qualche mese dimostrare che si poteva operare come da progetto; e ciò ha disturbato molti.

ganapini pensa che siamo davanti a una guerra dei rifiuti, anzi come s’usa oggi una #guerradeirifiuti

suggerisco di leggere questi miei vecchi articoli: rifiuti. napoli. idee, spunti, documenti. discarica fantasma. vedo ancora lontana la soluzione
e
rifiuti. napoli. allo studio la tecnologia lessa-immondizia. e altre storie. la discarica ancora vuota.