alcune regioni del sud si stanno attrezzando per proporre un referendum contro le norme attuali sulla ricerca e sullo sfruttamento dei giacimenti nazionali di petrolio e metano.
vediamo che ne pensa la regione più trivellata d’italia, l’emilia romagna, che ha 1.716 pozzi su terra (sui 5.478 in italia. seconda la lombardia con 694. terza la sicilia con 664 pozzi) e 1.034 in adriatico (sui 1.774 pozzi di gas e greggio perforati nei mari italiani) e che ha da decenni la maggior parte delle cento piattaforme petrolifere davanti alle spiagge a maggiore concentrazione turistica e davanti all’imponente flotta peschereccia.
anticipo subito la risposta: la regione che fra tutte è quella che ha subito la maggior parte delle attività petrolifere non le teme.
è ufficiale.
l’emilia romagna è contraria all’ipotesi del referendum antitrivelle. velleitario e inutile (è la mia traduzione del parere della regione); se passasse e riuscisse ad abrogare la legge petrolifera più recente, il referendum non fermerà le trivellazioni e al contrario ne abbasserà le soglie di sicurezza e tutela ambientale.
già da anni l’emilia romagna ha saputo sfruttare le attività petrolifere per trarne vantaggi: è nato un polo di imprese di servizi petroliferi che vincono commesse in tutto il mondo, la città di ravenna ha fatto un accordo per spillare all’eni i soldi per investimenti ambientali e turistici sulle spiagge e così via.
e la catastrofe ambientale, almeno in questi decenni, finora non c’è stata.
i dubbi però non mancano, e li sottopongo ai lettori.
l’assessora regionale all’ambiente paola gazzolo è contro il referendum e specifica che “appare opportuno esaminare e discutere su eventuali formulazioni contenute nell’articolo di legge che possono aver dato adito ad interpretazioni non coerenti con le finalità perseguite dal dispositivo normativo”.
(il no al referendum è chiaro, ma non ho capito che cosa significhi la frase virgolettata di gazzolo).
“la regione emilia-romagna nei pareri espressi sulla compatibilità ambientale delle attività di ricerca e coltivazione idrocarburi a mare ha sempre formulato il proprio giudizio sulla base dei reali impatti attesi a seguito degli interventi proposti”.
(continuo a non capire che cos’abbia detto l’assessora).
sottolineo però con stupore il fatto che le frasi per me oscurissime dell’assessora gazzolo sono apparse di una trasparenza lampante al consigliere regionale tommaso foti di fratelli d’italia, il quale ha commentato soddisfatto: “su un tema politico come questo la chiarezza giovi sempre a tutti” (la chiarezza?) e apprezza “l’approccio laico alla vicenda” espresso da gazzolo.
il domandone. che cos’ha voluto dire la brava assessora paola gazzolo?