sul filo della memoria. oggi, 29 marzo 1516, nasceva a venezia il ghetto. il primo. il documento originale.

die xxviiii martij
e sta provisto per diverse lege del conseglio de pregadi e del maçor conseglio che i zudei non possino star in questa cità

il 29 marzo 1516, cioè oggi 500 anni fa esatti, il maggior consiglio e pregadi decretarono la nascita del primo ghetto della storia.
accadeva a venezia.
gli ebrei furono destinati a un’isoletta nel sestiere di cannaregio, isoletta che si chiamava ghetto forse dalla presenza di alcune fonderie (getto, pronunciato alla todesca con la g dura).

sia preso che dalla banda del ghetto vecchio dov’è un ponteselo piccolo, e similmente dall’altra banda del ponte siano fatte due porte cioè una per cadauno di detti due luoghi, qual porte se debbino aprir la mattina alla marangona, e la sera siano serrate a ore 24 per quattro custodi cristiani a ciò deputati e pagati da loro giudei a quel prezzo che parerà conveniente al collegio nostro

quel quartiere sull’isola ghetto divenne così famoso nel mondo che da quello, dall’isola del ghetto a venezia, presero nome tutti i ghetti del mondo.

unde anchor che per la necessità et urgentissima conditio di tempi, sij sta permesso che i prefati zudei se reduchino ad abitar in venetia

il decreto istitutivo del ghetto, 29 marzo 1516. die xxviiii martij.

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die xxviiii martij.

per un popolo massacrato, respinto, assassinato dovunque, quel quartiere destinato loro pareva un sogno.
potevano perfino stampar libri, cosa vietatissima nel resto del mondo.

spargendosi per tuta la terra strade in case cum christiani e vadino zorno et nocte dove li piace facendo tanti manchamenti et culti detestandi et abhominevoli

odiati in tutta europa, fino al punto che l’antisemita william shakespeare crollalanza ne scrisse una commedia tragedia, il mercante di venezia, il cui l’ebreo shylock veniva taglieggiato e minacciato fra le risa del pubblico inglese antisemita.

li giudei debbano tutti abitar unidi in la corte de case, che sono in ghetto appreso san girolamo; ed acciocché non vadino tutta la notte attorno

le condizioni erano discriminatorie e pesantissime.

per oviar a tanti desordeni et inconvenienti sia provisto et deliberado in questa forma

per quei tempi infelici e ingiusti, l’isola ghetto era insieme un carcere e un posto sicuro.
un nido, un’infamia e un’isola di civiltà.
per quei tempi.
infelici e ingiusti.
eppure così vicini e presenti.