ecco perché l’italia importa grandi quantità di grano al glifosato per produrre pasta.

in due righe: per produrre la pasta italiana, zite fusilli penne maccheroni conchiglie spaghetti rigatoni eccetera, bisogna importare quantità spropositate di grano di produzione estera per la cui coltura vengono usate quantità spropositate di glifosato.

nei giorni scorsi ha suscitato stupore e fastidio la notizia che l’italia importa grano duro da hong kong (clicca qui per leggere uno degli articoli sull’argomento) per produrre la nostra pasta.
nei giorni scorsi ha suscitato stupore e fastidio la notizia della presenza di tracce di un diserbante assai contestato, il glifosato, in diversi alimenti.
le due notizie sono correlate fra loro.

siccome ho il brutto vizio di essere un giornalista, prima di esprimere un parere mi sono informato da chi ne sa più di me. da esperti del settore.
forse nella spiegazione che segue ho commesso errori, o forse c’è chi della coltura e del commercio dei grani ne sa più di me (ovviamente) ma più anche degli esperti cui ho chiesto i dettagli.

(aggiornamento del 7 giugno: ho ricevuto dall’università di torino una nota molto precisa sull’uso del glifosate nella coltivazione del grano duro. si evince che l’articolo che stai leggendo contiene diverse inesattezze. in particolare, il glifosato viene usato soprattutto per poter fare il raccolto anche nelle estati umide e fredde, quando la maturazione del grano ritarda. la nota del professore è pubblicata qui in fondo alla pagina fra i commenti all’articolo, ma l’ho riprodotta anche in un altro articolo (clicca qui) in cui do anche alcuni aggiornamenti sul tema dell’autorizzazione al glifosato).

ecco che cosa ho capito.
l’italia e il canada sono tra i principali produttori di grano duro al mondo.
la produzione italiana di grano duro – quello che si usa per produrre la pasta – è pari a circa 4 milioni di tonnellate, cioè la metà del fabbisogno; il resto del grano duro è di importazione. (clicca qui per leggere i dati della produzione italiana di frumento duro fino al 2012).
per produrre pasta di qualità bisogna miscelare le farine del grano duro con una quantità importante di grani “di forza”.
farine “di forza” vengono usate anche per prodotti da forno, biscotti e così via, in miscela con altre farine.
i grani “di forza” hanno uno spiccato contenuto di proteine (per esempio il glutine che nuoce ai celiaci), e servono a conferire tenacia, consistenza, gusto alla pasta.
la produzione italiana di grano duro è mediamente di ottima qualità ma abbiamo pochissimo frumento duro “di forza”.
in italia c’è pochissimo grano duro “di forza” perché in italia il frumento deve essere raccolto quando è a piena maturazione, cioè quando le pianticelle si sono seccate per la fine del loro ciclo vitale.
il frumento dorato è squisito e profumatissimo ma, morta e seccata la pianticella, il chicco non ha più la ricchezza di proteine che aveva nel momento più vitale.
il momento in cui il grano duro ha la massima concentrazione di proteine e altri elementi vitali pregiati è quando la pianta del frumento è ancora verde e in piena vegetazione, perché la pianta in crescita concentra nei chicchi in crescita tutte le sue energie.
il frumento verde è inutilizzabile per la mietitura; se colto, i chicchi non si staccano dalle spighe e così via.
in canada e in altri paesi (clicca qui per leggere alcuni dati della produzione mondiale, purtroppo dati non freschi) è possibile interrompere sul più bello la maturazione del grano facendo ricorso al glifosato.
il glifosato è il diserbante più efficace e con minore impatto ambientale, poiché penetra nel terreno per pochi centimetri, viene degradato rapidamente dai batteri naturalmente presenti nel suolo, ha una tossicità irrilevante per gli esseri umani. (la dose letale ld50 nei topi è 5,6 grammi di prodotto per chilo di peso dell’animale, ma varia fino a 10 grammi per chilo secondo le specie testate. esperimenti su esseri umani volontari non hanno rilevato alcun effetto. clicca qui per leggere lo studio). (più del glifosato, è tossica la formulazione con altri ingredienti tossici usati per i prodotti commerciali. clicca qui per leggere lo studio).
quindi, in canada e in altri paesi (ma non in italia) quando il frumento duro è nel pieno vigore della crescita viene irrorato di diserbante glifosato.
il frumento nel pieno vigore della crescita muore di colpo e secca prima del tempo. viene lasciato seccare, per dare anche il tempo al glifosato di scomporsi e dissolversi, e poi si miete il frumento così disseccato artificialmente.
poi il grano duro viene rivenduto nel mondo, e soprattutto in italia che è il paese leader nella produzione di pasta. nel caso dell’import da hong kong, si tratta solamente di un luogo di commercializzazione e non di produzione.

questo tipo di coltivazione con il ricorso al disseccante è diffuso su mille altre produzioni nel mondo, in modo da avere semi quanto più ricchi possibile di princìpi vitali.
per esempio si fa con il luppolo che rende amara la birra tedesca (la quale spesso ha tracce del composto diserbante).

ecco perché l’italia importa quantità ingenti di grano duro, invece di produrre tutto il fabbisogno nazionale.
ecco perché, inoltre, la pasta italiana è pregiata.
ed ecco perché, infine, spesso negli alimenti si trovano tracce leggerissime di glifosato.

questo mi hanno spiegato diverse persone che ne sanno più di me.
forse ho commesso errori, o forse c’è chi della coltura e del commercio dei grani ne sa più di me (ovviamente) ma anche più degli esperti cui ho chiesto i dettagli.

sul glifosato ho scritto in questo blog alcuni articoli:
il glifosato fa bene o fa male? domande non retoriche.
l’oms rivede lo studio sul glifosato, forse non è cancerogeno.

glyphosate2

  • Elena Legnani |

    Da produttore agricolo (e coltivando cereali!) concordo in pieno con tutti i punti segnalati dal Sig Reyneri ma vorrei puntualizzare che anche in Italia l’uso del glyphosate (o altri erbicidi) è ammesso e che viene puntualmente utilizzato da TUTTI gli agricoltori convenzionali per evitare la crescita delle malerbe in pre-semina. I grani “moderni” sono a taglia bassa pertanto non sono competitivi con le infestanti che li sommergerebbero! Anche in Italia i disseccanti venivano utilizzati in pre-raccolta per garantire una umidità omogenea, questa prassi è stata vietata SOLO a fine agosto 2016. Aggiungerei alla lista delle azioni da intraprendere:
    1 Utilizzare solo pasta BIOLOGICA di produttori che garantiscono il 100% italiano (ce ne sono)
    2 Utilizzare a rotazione tutti gli altri cereali nella propria dieta dando preferenza ai chicchi (riso, miglio, farro decorticato, orzo etc..) rispetto al grano moderno trasformato
    In italia c’è stata una vera e propria esplosione di coltivazione di grani antichi locali, che essendo piu rustici, meno suscettibili a malattie fungine e soprattutto a taglia molto alta (160/180 cm) ben perfettamente di adattano a una coltivazione biologica oltre ad avere un moderato contenuto di glutine e sostanzialmente diverso nella struttura, rispetto ai grani geneticamente selezionati ibridi.
    Saluto

  • Amedeo Reyneri |

    Egr. Dottore, mi spiace convenire con alcune risposte che ha già ricevuto. Il suo articolo contiene inesattezze ed è probabile che siano state travisate le informazioni degli esperti. Cerco di venuirle in aiuto.
    In sintesi quanto viene discusso potrebbe essere così presentato e discusso: a) grano di forza è un frumento tenero per farine e prodotti lievitati ben diverso da un frumento duro per semola e quindi pasta; b) entrambi richiedono alte concentrazioni di proteina glutinica, cioè di glutine; c) il contenuto più alto di glutine si registra al termine della maturazione fisiologica cioè prossima alla raccolta ordinaria. Quindi se anticipo la raccolta non ho più proteina; l’impiego di glifosate si rende necessario talvolta in paesi freddi (quali Canada, Germania ,,,, ) quando la raccolta rischia di essere troppo tardiva e per abbassare il tenore di umidità (da circa 18:20% al 13:15%). Quindi serve per eseguire tempestivamente la mietitrebbiatura; d) un anticipo della raccolta a maturazione con disseccanti potrebbe incidere in parte solo sulla componente proteica solubile (albumine e globuline) che però non costituiscono il glutine. Quindi non influenzano la qualità finale della pasta; e) talvolta in condizioni avverse nei paesi freddi l’impiego di disseccanti è volta ad evitare i problemi di pre-germinazione ovvero di un processo che attiva le amilasi del chicco e ne compromettono la qualità. Quindi l’impiego di disseccanti quali il glifosate è di ausilio soprattutto in annate fredde e umidi per uniformare le raccolte riducendo l’umidità e il rischio di pre-germinazione. Nei paesi più caldi con semine autunnali e maturazioni estive questa esigenza non è sentita.
    ps: attenzione, in questi ambiti le informazioni errate sono purtroppo frequenti

  • Jacopo Giliberto |

    l’avevo scritto in chiaro, piero, che c’era questo rischio di inesattezza.
    la invito a scrivere le inesattezze nel dettaglio, a beneficio degli altri lettori.

  • Piero Luigi Pianu |

    Egregio Sig.Giliberto,
    il Suo articolo contiene, purtroppo, sviste e inesattezze che lo rendono, mi perdoni la schiettezza, improponibile ai lettori. Mi consenta soltanto di evidenziare, da un lato, la totale confusione, che emerge nel suo articolo, tra frumento tenero e frumento duro e relativi prodotti derivati (farine e semole) e, dall’altro lato, l’audace “chiarimento” fornito sugli effetti del glifosato e la correlazione con il tenore proteico delle produzioni nazionali e estere…… Francamente imbarazzante.

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