adesso. seveso 40 anni fa esatti. ore 12,40 esplode la diossina.

era sabato 10 luglio 1976, erano le 12,40-12,45 come in questo momento, e in un reattore dello stabilimento chimico icmesa a meda, a fianco di seveso, alle porte di milano, una reazione incontrollata sviluppò diossina.
erano quegli anni in bianco-e-nero in cui gli operai indossavano il baschetto e andavano al lavoro in bicicletta (i quadri stavano lasciando la lambretta per comprare a rate la fiat 127. gli ingegneri usavano la fiat 124. i padroni andavano sull’alfetta).

ripubblico – aggiornato a oggi – l’articolo che ho scritto l’altro giorno. ecco l’originale non aggiornato (clicca qui).

la reazione chimica per produrre triclorofenolo, base per diserbanti e medicinali, era stata avviata la sera prima nel reattore, come una pentola-a-pressione dei giganti.
la fabbrica era l’icmesa (industria chimica meridionale, poi durante la seconda guerra mondiale con le distruzioni e la divisione dell’italia in due avevano trasferito l’icmesa a meda, industria chimica meda), della svizzera givaudan la roche.
temperatura, pressione e materie prime da far reagire nella pentola-a-pressione.
ma la mattina del sabato 10 luglio qualcuno aveva chiuso il rubinetto che fa circolare l’acqua di raffreddamento del reattore dove dalla sera prima era stata avviata la sintesi del triclorofenolo.

mi aggiunge daniele biacchessi: “il manometro era stato manomesso e la pressione era sempre intorno ai 220 gradi.
il triclorofenolo si stabilizza fino a 158 gradi”.

in quel sabato mattina con il sole inchiodato nel cielo e l’aria vibrante di calore il reattore non era seguito da nessuno, e senza raffreddamento cominciò a scaldarsi troppo.
sugli alberi le cicale strillavano.
nessuno fece caso all’indice del termometro, alla freccina sul quadrante bianco del manometro della pressione.
e invece del diserbante, con quel calore e con quella pressione si formava diossina rovente.

adesso, ore 12,45 del 10 luglio, la sovrappressione generata dalla reazione incontrollata fa aprire la valvola di sfiato d’emergenza.
nell’aria di seveso sibila una nuvola di
2,3,7,8-tetraclorodibenzoparadiossina, la più temuta e velenosa della vasta famiglia delle diossine.
(si guardi lo schema in apertura dell’articolo: vi sono quattro atomi di cloro “cl” disposti nelle posizioni 2 e 3 e nelle posizioni 7 e 8 alle estremità di due esagoni di anelli di benzene tenuti allineati fra loro da due atomi di ossigeno “o”. da ciò il nome 2,3,7,8-tetraclorodibenzoparadiossina che significa “quattro-cloro-2,3,7,8-due-benzo-allineati-due-ossigeno).
icmesa

non morì nessuno.

seveso insegnò a gestire i rischi. l’europa impose le direttive seveso. furono studiati i fenomeni dell’inquinamento. seveso fu una pietra d’angolo nello studio del rapporto tra l’ambiente e le attività dell’uomo.
l’evento di 40 anni fa non bastò. dovette accadere per esempio la tragedia terribile di bhopal in india.

io avevo 15 anni come, quarant’anni dopo, oggi ne ho 55.
in cucina le tende di tela verde scuro abbassate nella luce di luglio conferivano un tono verde al frigorifero bombato bianco e alle pagine del corriere della sera e del gazzettino che scrivevano articoli allarmanti della diossina di seveso.
odore leggero di laguna marcia e sentore del petrolchimico di marghera lontano oltre la laguna.

mi correggo, poco sopra ho scritto: “non morì nessuno”.
quattro anni dopo una persona morì, in modo orribile.
il direttore dello stabilimento icmesa, paolo paoletti, la mattina del 5 febbraio 1980 era uscito da casa in via de leyva a monza.
fu massacrato a colpi di pistola da prima linea, uno dei più feroci e insensati gruppi del terrorismo di allora. (ma esiste un terrorismo meno feroce e meno insensato di altri?).
fu una punizione per l’inquinamento di seveso? un caso di ecoterrorismo in anticipo sui tempi?
oppure fu un modo per mettere a tacere chi sapeva la verità su seveso?

anni fa dedicai a seveso un capitolo del libro “la guerra dell’ambiente”, laterza, (clicca qui per leggere la scheda), ma consiglio anche “la fabbrica dei profumi” del bravissimo daniele biacchessi di radio24 (clicca qui).

il libro di daniele biacchessi: a 40 anni dall’incidente dell’icmesa, 21 anni dopo l’uscita della prima edizione. jaca book ristampa “la fabbrica dei profumi” di daniele biacchessi, il libro che per primo ha svelato tutti i retroscena della diossina di seveso. una delle grandi inchieste del giornalismo italiano. «ci sono catastrofi che non fanno rumore, non spargono sangue, non spezzano vetri, né innalzano macerie. la catastrofe di seveso è una di quelle…»
ieri 9 luglio 2016 a meda, in via icmesa, daniele biacchessi ha presenta il suo libro “la fabbrica dei profumi”, incontro promosso dal coordinamento no pedemontana.

Fabbrica-dei-profumi-2016

“la regione lombardia conferma la sua attenzione alla comunità di seveso e ai territori coinvolti dal disastro di 40 anni fa. stiamo infatti lavorando a un progetto di campionamento dei terreni direttamente toccati dalla contaminazione, unitamente a fla, arpa e alle amministrazioni locali”. così l’assessore regionale all’ambiente, energia e sviluppo sostenibile claudia terzi che questa mattina ha partecipato, insieme al presidente maroni, alla commemorazione per il 40° anniversario dalla dispersione di una nube di diossina dall’impianto icmesa di meda, comune attaccato a seveso, uno dei peggiori disastri ambientali della storia italiana.
“seveso vuole e deve essere un simbolo di rinascita e di resilienza – ha proseguito terzi. – di come si possa passare dal disastro alla bellezza del bosco delle querce, parco naturale regionale. un parco disposizione di tutte le comunità di questo territorio, dove il ricordo si unisce alla
rinascita e alla vita dei cittadini”.

“quaranta anni fa, il 10 luglio del 1976, vi fu la fuoriuscita di una nube di diossina tcdd dall’impianto dell’icmesa di seveso. fu una tragedia e uno shock per la popolazione intossicata, per i lavoratori a rischio, per l’opinione pubblica e la classe politica che scoprì i pericoli dell’industrializzazione senza controlli. e tuttavia quell’evento innescò un percorso di consapevolezza ambientale di cui oggi si colgono alcuni risultati, ma che è ancora in corso. quanto accaduto all’icmesa ha infatti contribuito ad una presa di coscienza più diffusa, sia sulla tutela dell’ambiente che sul fronte della sicurezza, da cui nacque la cosiddetta direttiva seveso che, con successive modifiche sino ai giorni nostri, ha sviluppato un quadro normativo europeo sulla sicurezza industriale. e se all’epoca, per la giustizia italiana, fu un “disastro innominato”; oggi, con la legge sugli ecoreati, sarebbe un “disastro ambientale”, con ben altre conseguenze penali per i colpevoli. fino allo scorso anno abbiamo affrontato disastri come quello dell’icmesa, dell’eternit o di bussi con armi spuntate, come appunto il “disastro innominato” o il “getto pericolo di cose” come veniva classificato l’inquinamento ambientale. oggi con gli ecoreati e con la riforma delle agenzie ambientali, due leggi di cui sono primo firmatario, abbiamo finalmente strumenti adeguati per cambiare rotta nella lotta all’ecomafia e alle illegalità. un traguardo storico per cui dobbiamo ringraziare anche legambiente e tutte le associazioni che, fuori dal parlamento, hanno sostenuto il lungo percorso di questi provvedimenti”. lo afferma ermete realacci, presidente della VIII commissione ambiente della camera.

segnalo alcuni documenti e spunti interessanti proposti da alcuni lettori: documentari, un libro, uno studio e altro materiale che puoi trovare linkato nei commenti al mio articolo dell’altro giorno su seveso (clicca qui). per comodità, riporto anche qui i link suggeriti dai lettori.

federico robbe, seveso 1976 oltre la diossina, itaca edizioni (clicca qui)

presentato a locarno il film gambit della zurighese sabine gisiger sulla tragedia di seveso<

una ricerca medica su plos: gli effetti dell’esposizione alla diossina sulla tiroide dei bambini

  • Jacopo Giliberto |

    non mi risulta, gentile federica, che l’ilva sia *fuori da qualsiasi limite di emissione e da qualsiasi prescrizione di legge*.
    pare che i limiti di emissione siano stati rispettati.
    forse sono sbagliati i limiti.

  • federica tommasi |

    mi chiedo come sia passato il DL 98/2016 sul caso ILVA 40 anni dopo. E come ancora non sia stato fatto nulla a riguardo, di risolutivo. Infine mi chiedo come possa esistere ancora l’ILVA ma anche qlc altra azienda (es. la Ferreria in veneto) che è fuori da qualsiasi limite di emissione e da qualsiasi prescrizione di legge.

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