cent’anni fa oggi. 4 agosto ’16. la bandiera romagnola, la trincea italiana, i treni.

cent’anni fa oggi, 4 agosto 1916.

fronte ferroviario.

un cenno a un eroe sconosciuto, il colonnello fiastri, capo del movimento ferroviario del regio esercito.
oggi 4 agosto ’16 fiastri sta movimentando centinaia di treni sulle linee ferroviarie del veneto e del friuli, ne ha fatti incrociare tremila solamente questa settimana.
e chi sa qualcosa di movimento ferroviario, sa che cosa significa muovere tremila treni su binari unici, con il solo segnalamento fatto da casellanti, capistazione e macchinisti; scaricare soldati, caricare soldati, scaricare armi, l’avaria allo scambio, caricare armi, depositi, si rompe la locomotiva, lungo il binario morto, scaricare casse di scarponi, manca carbone, caricare munizioni, l’acqua nel serbatoio, raccogliere feriti.
da udine, vicenza, thiene, castelfranco i convogli, 61mila carri, fanno la spola verso l’isonzo.
tradotta

fronte delle dolomiti.

oggi 4 agosto ’16 il pittore vercellese edgardo rossaro è impiegato come esploratore a quota 2.314 per scavalcare i reticolati italiani e disegnare le posizioni austriache.
sarebbe stata falciata subito a mitragliate una macchina fotografica, con la complessa procedura di inquadratura e messa a fuoco, con il cavalletto da portare strisciando sotto i fili spinati e fra i cespugli davanti alle mitragliatrici austriache. quadernetto e matita sono più sicuri.
viene notte prima di quanto edgardo rossaro si aspetti.
e l’edgardo si trova nel buio più nero. nella terra di nessuno. senza poter accendere nemmeno un cerino perché una luce avrebbe significato una fucilata precisa.
pum! nel cielo un razzo illuminante acceca edgardo rossaro; nella luce accecante distingue reticolati sulle rocce sopra di lui.
ma sono nostri o nemici?
meglio aspettare. e rossaro nel buio si accoccola fra tre roccioni che lo nascondono.
una lucina nel buio, una torcia elettrica, una pattuglia. italiana o austriaca? nel buio, rossaro copre le stellette sul bavero perché non brillino; nasconde la pistola perché non faccia riflessi. la pattuglia passa vicinissima, sente le voci dei soldati: warum, weil, hier, komm.
austriaci.
si rapprappisce fra le rocce, immobile.
la pattuglia passa e si allontana.
edgardo rossaro dopo un po’ comincia a strisciare verso i reticolati che aveva visto prima.
scivola tra le erbacce. fra i cardi.
una voce: “chi va là? parola d’ordine”. clac, viene armato il proiettile del fucile.
rossaro: “italiano, 7° alpini”.
“pa-ro-la d’or-di-ne”.
rossaro: “non ho parola d’ordine, sono isolato. chiama il capoposto”.
chiacchiericcio fra gli italiani, poi: “chi sei?”
rossaro: “fatemi parlare con il comandante. sono dalle linee di caldenave, quarta armata”.
i fucili sono puntati su rossaro. è chiaramente una spia austriaca travestita da alpino. adesso lo secchiamo morto.
“chi ti manda?”
rossaro: “lo dirò al capoposto”.
“con cula barba, cun cui uciai, ma spusa d’seif chel lì”.
è dialetto piemontese: con quella barba con quegli occhiali mi puzza di spia quello lì.
rossaro è sollevato, piemontesi: “seve del sest? tuti piemunteis?” risponde in dialetto. siete del 6°, tutti piemontesi?
il dialetto piemontese rende più sereni i soldati, e rossaro viene accompagnato dal capoposto nella trincea italiana.

fronte dell’isonzo.

l’aurelio baruzzi, romagnolo di lugo, intuisce che sta per partire un’offensiva italiana. ma non ne sa i dettagli. vede grande movimento attorno alle trincee di lucinico, attorno a villa fausta diroccata dalle cannonate austriache.
vede che i serventi stanno mettendo in posizione cannoni, come quella bombarda da 240 che – dicono – fa miracoli contro i reticolati.
lui, l’aurelio baruzzi, non sa che l’imperial-regio esercito austriaco è ancora tutto sbilanciato verso il trentino, dove il maresciallo conrad ha tentato l’altro mese la strafe-expedition punitiva che però non ha ottenuto il successo sperato; dalle linee dell’isonzo mesi fa gli austriaci avevano spedito verso il trentino migliaia di soldati e centinaia di cannoni, e ora la linee austriache sono povere e poco difese, sull’altro lato delle alpi servono settimane di trasporti per far tornare gli austriaci dall’adige all’isonzo, è un giro della madonna mica come nella pianura veneta dove per andare da rovereto a cividale basta una mezza giornata di treno, uno di quei treni che i ferrovieri militari riescono a gestire in questi giorni con un superlavoro senza nemmeno andare a dormire la notte.
nelle piazze delle città, nelle stazioni, si riuniscono interi reggimenti, e poi partono verso gorizia.
e gli aerei aviatik dell’imperial-regia aviazione austriaca volano sul veneto, e non notano lo spostamento di grandi quantità di materiali, armi e soldati italiani verso il friuli, verso la venezia, giulia, verso gorizia.
ma questo, l’aurelio non lo sa.

tutto questo, l’aurelio baruzzi non lo sa.
l’aurelio sa solamente che qualcosa sta per accadere, e allora oggi 4 agosto scende a cormons e compra un bel tricolore, lunga circa un metro e mezzo, con lo stemma dei savoia al centro.
torna in linea, e chiede in fureria a giuseppe poli: “dammi l’inchiostro”.
quale?
il baruzzi: “nero. inchiostro nero e inchiostro rosso”.
giuseppe poli gli dà le boccette d’inchiostro, e lui, l’aurelio baruzzi, distende la bandiera sul tavolo e scrive sul bianco: ROMAGNA.
poli: “perché?”
baruzzi: “perché l’altro giorno a pradis gli ufficiali hanno preso in giro noi romagnoli, dicevano che noi romagnoli siamo buoni solamente a fare i repubblicani, gli anarchici, i moti dell’altr’anno con l’albero della libertà e il sequestro dei militari”.
poli: “e allora?”
baruzzi: “e allora a quegli ufficiali io ci avevo risposto: vedrete che cosa siamo capaci di fare noi romagnoli, saremo noi a prendere gorizia”.
poli: “e quando mai prenderemo gorizia!”
baruzzi: “presto, molto presto. e sarò il primo ad alzare la bandiera italiana a gorizia, a costo della pelle. questa bandiera. con scritto romagna”.

4 agosto '16. gli aerei austriaci ispezionano le città venete e friulane per cercare movimenti di truppe italiane. a castelfranco, nella piazza del mercato sotto le mura, non si nota nulla di allarmante.

4 agosto ’16. gli aerei austriaci ispezionano le città venete e friulane per cercare movimenti di truppe italiane. a castelfranco, nella piazza del mercato sotto le mura, non si nota nulla di allarmante.

altri articoli sull’aurelio baruzzi e sull’edgardo rossaro:

l’aurelio arriva a udine con lo zaino e l’elmetto.

l’edgardo in piedi sul tavolino del caffè dichiara guerra all’austria.

la spia tedesca farlocca, il repubblicano innocuo, i prigionieri assenti.

il baruzzi sull’isonzo. l’amico di edgardo rossaro.

questo accade oggi cent’anni fa 4 agosto ’16.