fatta l’intesa: le cannoniere della marina difenderanno i giacimenti italiani in alto mare

è operativo l'accordo di cooperazione siglato tra ministero dello sviluppo economico e marina militare.
l'intesa "serve a rafforzare la salvaguardia delle risorse nazionali e degli impianti di estrazione di idrocarburi a mare", dice la nota ufficiale.
traduco la frase in modo più diretto: ci sono giacimenti italiani nel mare fra la sicilia e malta e altri giacimenti a ovest della sardegna che sono appetitosi per molti.
la marina militare farà quello che avviene nel resto del mondo: controllerà il patrimonio nazionale per evitare che qualcuno si appropri quelle risorse in modo abusivo.

qualche lettore si chiederà: ma è possibile perforare giacimenti in mare senza che nessuno se ne accorga?
rispondo: sì.

per esempio, lo stato maltese ha messo all'asta ampie fette del canale di sicilia e alle gare si sono fatte avanti primarie compagnie petrolifere internazionali finché l'italia non ha fatto cenno di risposta bloccando le pretese maltesi.

oppure in sardegna: sui mercati internazionali dei dati geologici (ebbene sì, si vendono tutti i dati relativi a ciò che abbiamo sotto i nostri piedi, ed è un mercato fiorentissimo) sono apparse le mappe di ampie fette del sottosuolo marino sardo senza che nessuno avesse mai chiesto le autorizzazioni a condurre prospezioni scientifiche o petrolifere.
qualche nave ha stazionato al largo della sardegna, ha fatto i sondaggi in silenzio e senza chiedere permessi, ha fatto le sue rilevazioni sismiche, e poi ha messo in vendita il ricavato degli studi.

nell'articolo che ho scritto qualche tempo fa la questione è raccontata con qualche dettaglio.
ne riporto un passo: clicca qui per leggere il testo integrale.

… dovrà ricuperare mettendo le mani in tasche diverse da quelle delle compagnie petrolifere.

seconda notizia: molti italiani non lo vogliono, ma di fatto l'italia si scopre un paese petrolifero con i fiocchi. nel sottosuolo italiano si stimano riserve per 700 milioni di tonnellate di petrolio (o di metano) che se sfruttati al ritmo attuale potrebbero durare mezzo secolo. terza notizia, dalla tonalità seppiata, come i tormenti politici internazionali della bell'époque e della diplomazia delle cannoniere: l'italia manderà le navi da guerra a proteggere i suoi giacimenti di petrolio nel mediterraneo, a ovest della sardegna e nelle acque italiane davanti a malta. il ministero dello sviluppo economico e la marina militare stanno per perfezionare un'intesa per pattugliare i mari di competenza italiana dove potrebbero esserci riserve preziose sulle quali "potenze straniere" (come si scriveva un secolo fa) hanno già posato gli occhi e hanno provato ad appropriarsele.
è accaduto nel canale di sicilia, quando malta ha messo in vendita aree petrolifere nelle acque di spettanza italiana. ed è accaduto fra la sardegna e le baleari, nei tratti italiani. con grande sorpresa delle autorità italiane, alcune società geologiche estere hanno offerto in vendita a compagnie internazionali i dati del nostro sottosuolo marino basate su prospezioni geologiche fatte abusivamente. se l'italia fosse rimasta distratta ancora a lungo, forse sarebbero potute arrivare perfino – chissà – trivelle anonime.
intanto la commissione ambiente del senato ha approvato una risoluzione a maggioranza assembleare: esclusi solamente i rappresentanti del… 

in seguito all'intesa, la marina militare metterà a disposizione risorse umane e mezzi per la vigilanza sugli impianti con particolare riguardo alle aree marine lontane dalla costa e alle acque profonde, fornendo un importante supporto alle attività di controllo della direzione generale per le risorse minerarie ed energetiche del ministero.

la collaborazione prevede la condivisione delle informazioni e dei dati di rispettivo interesse, inclusi quelli disponibili presso l'istituto idrografico della marina militare.

l'esecuzione congiunta delle attività regolate dall'intesa garantisce economia di spesa per entrambe le amministrazioni, che in questo modo mettono in campo le loro risorse nel comune interesse del paese.
le operazioni verranno coordinate nel pieno rispetto delle competenze di tutte le amministrazioni che si occupano della tutela e della sicurezza dei mari.

 

  • Alberto |

    Facessero difendere alla Marina anche le coste dall’invasione di stranieri, invece di trasportarceli qui a gratis…

  • fabrizio |

    Come i “fangosi” han già fatto i “crotali” in Adriatico. Quindi più navi costruite e marinai impegnati, più posti di lavoro ed impiego?

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