eni. l’aquila. un agriturismo tenace mette a rischio il futuro centro ricerche.

beffa sismica.
no, non quella del (come previsto) terremoto patacca di roma.
questa invece è una beffa dolorosa, perché riguarda l'aquila, dove il terremoto c'è stato davvero, due anni fa, e dove donne uomini bambini sono morti davvero sotto le macerie, e dove è stata giocata una partita impietosa di consenso politico attraverso la ricostruzione.

ebbene, nell'elenco delle incompiute aquilane c'è una nuova incompiuta. di dimensioni gigantesche e crudelmente beffarde.

non si costruisce il centro ricerche dell'eni da 20 milioni di euro.
non si costruisce perché è stato assegnato al grande investimento un terreno su cui sorge una piccola impresa del settore del turismo, cioè un agriturismo.
il quale agriturismo dice, giustamente: perché dovrei chiudere e demolire per i vostri politici comodi?
e l'eni, altrettanto giustamente, dice: ma chi me lo fa fare di investire qui? e sembra che voglia abbandonare il progetto.

un anno fa, quando il rilancio dell'aquila era una partita politica di peso nazionale, il rettore dell'università dell'aquila, ferdinando di orio, barba intellettuale e occhi di color celeste àlgido, firmò un'intesa con l'eni.
la compagnia di san donato milanese – questo l'accordo – realizzerà a casale calore di preturo un impegnativo centro universitario di ricerca.

ecco la pagina dell'eni che riporta i dettagli dell'intesa per il centro ricerche dell'aquila.

firmato l'accordo, toccava al comune.
il quale impiegò sei mesi di silenzio per arrivare a una decisione del consiglio comunale.
fu individuato il terreno, a meno di un chilometro dall'aeroporto dell'aquila.
d'intesa con il sindaco di centrosinistra massimo cialente, l'assessore roberto riga portò in aula una delibera.
fu cambiata la destinazione d'uso del terreno.

il tutto, accompagnato dalle proteste animatissime di un consigliere comunale finiano, enrico verini, e alle repliche non meno animatissime del sindaco cialente.

ma – peccato - in comune non sapevano che l'area indicata era ed è privata, l'agriturismo paga l'affitto al proprietario del terreno, il contratto d'affitto è validissimo e saldissimo, e l'area non è disponibile.
così si è aperta una causa civile che durerà uno sproposito di anni. 

intanto il consigliere contestatore minaccia una denuncia alla corte dei conti. inadempienza e danno patrimoniale, dice. "non ho più altra maniera per cercare di esercitare il mio dovere di consigliere e di cittadino aquilano".