i tagli all’ambiente. quello che non ti dicono. i numeri veri, i retroscena, l’analisi.

dopo l'anticipazione di ieri pomeriggio, torno sul tema del bilancio del ministero dell’ambiente, bilancio che con i nuovi tagli dovrebbe passare dagli 1,3 miliardi di euro del 2008 ai 120 milioni del 2012, con un taglio del 90% (esclusa la spesa corrente per stipendi, affitti, bollette e così via).

e comincio con giuseppe vatinno, responsabile ambiente dei “rutelliani” di alleanza per l’italia.

ma subito dopo racconterò un po’ di retroscena sui tagli.


il rutelliano vatinno 

ecco vatinno: “questo taglio dimostra, una volta di più, quale sia il concetto di ambiente di un premier interessato solo ai cactus delle sue ville e che ha fatto dell’italia il fanalino di coda europeo e mondiale. speriamo che il ministro dell’ambiente prestigiacono si faccia finalmente sentire in consiglio dei minisri, mentre alleanza per l’italia si organizza per un sit in di forze politiche e sindacali contro questa assurda situazione”.


gli altri articoli
 

ieri pomeriggio ho scritto questo articolo che ha aperto le danze: come distruggere un ministero con poche sforbiciate.

in un altro articolo spiego le polemiche che sono seguite alla pubblicazione della notizia che stai leggendo. clicca qui per leggere l'aggiornamento.

leggi anche questo ottino articolo pubblicato sul sito web del sole 24 ore, articolo che entra nel dettaglio di tutte le sforbiciate ai conti del ministero. clicca qui per leggere l'approfondimento.

e ora, le cose indiscrete. 

 

quanto ci costa

le leggi di ratifica delle convenzioni e dei protocolli delle nazioni unite in campo ambientale, approvate dal parlamento, hanno assegnato al ministero dell’ambiente le risorse finanziarie per rispettare gli impegni sottoscritti dall’italia, che corrispondono alla quota di partecipazione del nostro paese all’impegno cumulativo dell’unione europea nell’ambito delle stesse convenzioni e protocolli: ovvero, se l’italia non garantisce la sua quota, altri stati membri devono coprire il buco lasciato dall’italia.

il totale delle risorse attribuite dalle leggi al ministero dell’ambiente, in attuazione degli impegni sottoscritti in particolare con la convenzione sui cambiamenti climatici e il protocollo di kyoto, con il protocollo di montréal per la protezione della fascia di ozono, con la convenzione di rotterdam sui pesticidi, con la convenzione sulle alpi, ammonta a oltre 82 milioni di euro l’anno. 

 

rientrano più soldi di quanti se ne spendano. le imprese

grazie alla visione intelligente dei ministri ronchi e matteoli, attenti a valorizzare gli impegni ambientali internazionali come opportunità per il sistema italia, e grazie al lavoro della “squadra” del direttore generale del ministero corrado clini, in accordo con gli organismi di gestione delle convenzioni e dei protocolli le risorse sono state utilizzate come “volano” per cofinanziare progetti di cooperazione ambientale internazionale con la partecipazione delle imprese italiane.

il lavoro del ministero è stato molto apprezzato nei paesi terzi (balcani, brasile, cina, iraq, nord africa, messico), con ritorni significativi per le nostre imprese.
si stima che ogni euro di finanziamento pubblico del ministero generi un ritorno per le imprese italiane all’estero nell’ordine di circa otto volte.

tuttavia, nonostante gli impegni che rendono obbligatoria la nostra partecipazione agli accordi sottoscritti nell’ambito delle convenzioni e dei protocolli, e nonostante i risultati raggiunti, a partire dal 2009 le risorse attribuite dalle leggi sono state progressivamente “tagliate”

– con decisione del ministro prestigiacomo per coprire altri costi del ministero tra cui gli affitti dei locali, e più recentemente come scelta discrezionale del ministro nell’ambito della manovra;

– per effetto dei “tagli lineari” del ministero dell’economia, che invece non avrebbero potuto riguardare i contributi obbligatori previsti dalle leggi.

nel 2009 le risorse erano passate da 82 milioni a circa 70, nel 2010 a meno di 60, all’inizio del 2011 a 38 e dopo la prima manovra a 26. l’indicazione del ministro per far fronte alla seconda manovra è quella di azzerare le risorse nel 2012 e per gli anni successivi.

nello stesso tempo l’italia, nel consigli dei ministri dell’ambiente e delle finanze dell’unione europea, così nell’ambito del consiglio europeo, ha condiviso l’indicazione comunitaria per l’aumento dei contributi ai paesi in via di sviluppo nell’ambito della convenzione quadro sui cambiamenti climatici (solo nel 2011-2012 l’impegno per l’italia è di almeno 200 milioni di euro l’anno).

l’indicazione comunitaria è diventato impegno vincolante per gli stati membri, e sarà confermato alla prossima conferenza sui cambiamenti climatici di durban nel dicembre 2011 e a quella di rio de janeiro sullo sviluppo sostenibile nel giugno 2012.

 

bruciare una stima internazionale conquistata con fatica

 sulla base delle decisioni di queste ore sul bilancio del ministero dell’ambiente, l’italia sarà l’unico paese europeo e l'unico del g8 che non potrà confermare né gli impegni presi dalle leggi di ratifica approvate dal parlamento, né quelli assunti recentemente in ambito europeo.

e i primi segnali sono già arrivati: le nazioni unite, la commissione europea e i paesi con i quali sono in corso accordi bilaterali sottoscritti dallo stesso ministro prestigiacomo chiedono al ministero e alle ambasciate di rispettare gli impegni.


finanziamenti solo dove ci sono voti 

non si tratta solo di un’imbarazzante situazione politica, ma anche di un danno per l’economia nazionale : l’azzeramento delle risorse impedisce la prosecuzione dei programmi in corso in cina, in brasile in vista delle olimpiadi del 2016, nei paesi del nord africa in veloce trasformazione, nei balcani che accedono ai fondi europei in vista dell’adesione alla ue, cancellando le
posizioni di vantaggio acquisite nel corso degli ultimi 10 anni a favore delle imprese italiane.

ma si sa: i ministri sono eletti in italia e le poche risorse disponibili si concentrano vicino ai voti.

peccato che il futuro delle imprese italiane, come dimostra la germania, si giochi nei mercati emergenti dove la “squadra” di clini ha aperto la strada.

 

ripeto i link agli altri articoli

ieri pomeriggio ho scritto questo articolo che ha aperto le danze: come distruggere un ministero con poche sforbiciate.

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