qui ecomondo alla fiera di rimini.
mentre il governo debole vuole tagliare, secondo l'anci (l'associazione dei comuni) bisogna applicare gli incentivi del 55% per la riqualificazione energetica anche agli edifici pubblici.
è quanto ha proposto claudio fantoni, delegato anci alle politiche abitative e assessore alla casa del comune di
firenze nel corso del ricco programma di incontri dedicati all'efficienza energetica che si è svolto a key energy, la fiera internazionale per l'energia e la mobilità sostenibile a rimini fiera.
la questione della riqualificazione complessiva dell'edilizia pubblica – è stato sottolineato – appare oggi uno dei temi con maggiori prospettive sia sul fronte della riduzione dei costi energetici per le amministrazioni, sia sulla positiva ricaduta occupazionale che ne deriverebbe.
non solo economia, ma anche sostenibilità.
in effetti il settore abitativo domestico, nel confronto con gli altri settori quali industria o terziario , incide – secondo i dati presentati – per il 68% del totale delle emissioni di co2 nelle città.
in italia sono 763.000 gli alloggi di edilizia pubblica presenti sul territorio che corrispondono a una quota che varia dal 5 all'8% dello stock residenziale abitato ed incide fino al 2% sui consumi energetici. nazionali.
ma proprio il tema dell'efficienza e della possibilità di produrre risparmi per l'amministrazione pubblica sono stati al centro dell'incontro che si è occupato dell'analisi degli strumenti normativi, finanziari necessari per interventi di riqualificazione del patrimonio pubblico.
tra questi il potenziale di risparmio è ampio.
un'analisi realizzata da federcasa, l'associazione nazionale che raggruppa gli enti pubblici, stima che con interventi di efficientamento energetico le case popolari più datate potrebbero far risparmiare dai 100 ai 200 Kwh per metro quadro all'anno fino ad arrivare a minori costi quantificati in 1.250 euro/anno.
sono circa 450.000 gli alloggi che richiederebbero già interventi di questo genere.
“non si capisce perché in questo paese – ha rilevato il presidente di federcasa luciano cecchi – se vivi in una casa popolare è vuoi cambiare infissi o caldaia, lo stato non ti riconosca nulla, al contrario dei proprietari privati”.
cecchi ha ricordato che il problema principale nelle case pubblica è il risparmio, non certo la produzione da fonti rinnovabili.
“noi non siamo certamente contro il fotovoltaico, ha aggiunto, ma la nostra priorità è migliorare con infissi adeguati e doppi vetri case che son state realizzate tra gli anni '50 o '60".
nonostante la crisi, gli strumenti finanziari sono ancora a disposizione della politica.
l'unione europea, attraverso i fondi strutturali fesr 2007-2013, mette ancora a disposizione circa un milione di euro ancora non spesi.
proprio negli ultimi mesi – ha segnalato francesco monaco, responsabile formazione e servizi ifel – “bruxelles ha introdotto nuovi regolamenti che prevedono la possibilità di accedere a fondi che puntano su azioni di riqualificazione urbana anche abitativa e di efficientamento energetico”.
ma non ci sono solo interventi edilizi veri e propri.
elisa filippi della fondazione ricerche anci ha ricordato che il fondo europeo per l'efficienza energetica ha stanziato 200 milioni di euro su temi quali la ricerca, in cui si propone lo sviluppo di nuove tecnologie (tra cui il filone legato alle smart cities) e un secondo capitolo dedicato alla competitività e innovazione.
a questo proposito verrà pubblicato proprio nel gennaio 2012 un bando da 730.000 euro che punta al sostegno di tecnologie.
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