una selezione di alcune delle notizie uscite da ecomondo, il salone dell’ambiente e della sostenibilità cominciato martedì che ha chiuso stasera a rimini fiera.
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dalla california il nuovo sistema italiano di recupero del rifiuto alimentare
dalla california ad ecomondo per presentare in anteprima mondiale, fuori dagli states, un innovativo sistema di recupero e riciclo di prodotti alimentari.
il procedimento è infatti stato sperimentato fino ad oggi solo negli stati uniti, paese in cui dal 2016 inizierà il conto alla rovescia per adeguarsi a una nuova normativa che impone il divieto di conferimento in discarica dei rifiuti alimentari entro cinque anni.
louie pellegrini e michael auriemma – il primo statunitense figlio di un genovese emigrato negli usa nel 1915, il secondo ingegnere chimico emigrato nel continente americano 12 anni fa – sono i due protagonisti di una nuova impresa (presentata nell’ambito del convegno second hand food. il rifiuto alimentare come vera risorsa) legata al recupero degli scarti alimentari, che guarda oltre gli attuali sistemi basati su compostaggio e digestione anaerobica, per arrivare a produrre dal cibo che buttiamo nel cassonetto, oltre che acqua (75%) e olio per biodiesel (8%), anche carboidrati e proteine da rimettere in circolo sotto forma, ad esempio, di alimenti per animali.
il sistema, che si basa su un processo chimico attraverso l’utilizzo di sostanze naturali provenienti dal lievito madre, è già stato adottato nello stato della california. a santa clara, il cuore della silicon valley (dove sono presenti le sedi di google e amazon, oltre all’università di stanford), è infatti già in funzione da circa un anno un impianto realizzato dalla safe (la società di louie pellegrini), che raccoglie e tratta i rifiuti provenienti dall’intera area.
ora la sfida è quella della conquista dei mercati europei. e per il lancio in anteprima mondiale del loro sistema louie pellegrini (per la prima volta nella sua vita in italia) e michael auriemma hanno scelto non a caso ecomondo: “siamo italiani, già compriamo macchine intermedie in italia – spiega auriemma – non potevamo non scegliere questo appuntamento”.
il 42% delle imprese italiane adotta modelli green
una affollatissima sala neri ha ospitato l’avvio degli stati generali della green economy, alla presenza del ministro dell’ambiente gian luca galletti.
c’era infatti molta attesa per scoprire la fotografia scattata alle imprese italiane dell’economia circolare, quelle che producono beni di qualità ecologica e servizi ambientali (core green) e quelle che hanno adottato modelli di gestione green (go green), una descrizione scrupolosa contenuta nella relazione sullo stato della green economy realizzata dalla fondazione per lo sviluppo sostenibile.
le imprese green sono il 42% sul totale delle imprese italiane (27,5% core green, 14,5% go green). il maggior numero si trova nel settore dell’industria (440mila imprese e 4,2 milioni di occupati nel 2014), dove rappresentano il 61,2%, con oltre 248mila imprese (il 35,4% core green, il 25,8% go green).
a seguire il settore dell’edilizia (complessivamente più di 500 mila imprese e 1,56 milioni di occupati nel 2014), in cui la crisi del mercato immobiliare, che ha messo in difficoltà l’edilizia tradizionale dedicata soprattutto a nuove costruzioni, ha spinto molte imprese a orientarsi verso lavori più green (le aziende a vocazione ambientale raggiungono il 51,4%).
anche nell’agricoltura (1,4 milioni di imprese e 907 mila occupati nel 2014) la crisi ha portato significativi miglioramenti ambientali tanto che le aziende green sono il 56,1%.
auto elettriche verso forme di incentivazione
nell’ambito di h2r, il salone dedicato alla mobilità sostenibile, l’incontro condotto da tommaso tommasi e fabio orecchini con il ministro dell’ambiente gian luca galletti ha offerto l’occasione per fare il punto su alcuni dei temi centrali e sulle principali problematiche che riguardano il settore.
come far sì che possa trovare terreno fertile anche in italia la diffusione delle auto elettriche? quale futuro per le auto ad idrogeno nel nostro paese? che fine farà il sistema diesel? e a che punto siamo con l’intermodalità? queste le domande rivolte al ministro galletti, che sul primo punto, quello delle auto elettriche, ha assicurato un intervento, da parte del ministero, affinché si arrivi a forme di incentivazione, da parte dello stato ai comuni, per favorire l’installazione sul territorio nazionale di colonnine elettriche per la ricarica delle batterie delle auto. su questo fronte infatti l’italia, con 968 colonnine installate, ancora arranca.
i dati sulla diffusione delle auto ibride ed elettriche parlano di appena l’8% sul totale del parco auto in italia, contro il 12,8% della germania, il 22,7% della francia e il 23% del regno unito.
“quella è una strada obbligata”, ha detto invece il ministro galletti in riferimento alle possibilità di sviluppo del mercato delle auto ad idrogeno.
sul futuro del diesel: “c’è una posizione che stiamo condividendo con l’europa”, ha sottolineato il ministro, che ricordando lo scandalo volkswagen lo ha definito una vicenda che ha insegnato anche ai mercati quanto non convenga affatto “barare sull’ambiente”.
infine, sull’intermodalità, galletti ha insistito sulla necessità di spingere l’acceleratore sulle campagne educative, oltre che sullo stanziamento di risorse, come sta facendo il governo, per favorire nuove pratiche di mobilità soprattutto negli spostamenti casa-scuola, casa-lavoro.
galletti e bonaccini firmano accordo di programma: 20 milioni per il ripascimento costiero
con la firma dell’accordo di programma avvenuta ad ecomondo fra il ministro dell’ambiente gian luca galletti e il presidente della regione emilia romagna stefano bonaccini, prende il via un importante piano per il rinascimento dell’intera costa romagnola, dai lidi comacchiesi a cattolica.
l’accordo, che ha valore di 20 milioni in particolare per la costa, rientra in un più ampio intervento sulla mitigazione del rischio idrogeologico per le aree metropolitane. a disposizione della regione ci sono i primi 53 milioni di euro per realizzare interventi di messa in sicurezza del territorio, a partire dal ripascimento costiero.
è il terzo grande intervento di ripascimento con sabbie sottomarine finanziato dal ministero ambiente, nell’ambito del programma italia sicura, e che si attuerà nella prima metà del 2016.
nel convegno sono stati affrontati da un lato gli aspetti relativi al pgra in ambito costiero – pericolosità, rischio e misure di attuazione in ambito costiero associati – e dall’altro gli aspetti legati all’attuazione progetto di ripascimento da parte della regione, che riguarderà diversi tratti del litorale regionale soggetti a forte erosione al fine di ridurre il rischio di ingressione marina.
al convegno “azioni per la difesa della costa, dalla pianificazione al ripascimento costiero”, è intervenuto anche il sindaco di rimini andrea gnassi.
conclusioni a cura dell’assessore regionale alla difesa del suolo paola gazzolo. a moderare dibattito, il presidente dell’ordine dei giornalisti dell’emilia-romagna antonio farnè.
riduzione rifiuti nella distribuzione organizzata
entra nel vivo l’accordo sottoscritto nel 2014 da regione, atersir (agenzia territoriale dell’emilia-romagna per i servizi idrici e rifiuti) e legacoop emilia-romagna per promuovere iniziative di contrasto alla produzione dei rifiuti.
a ecomondo, è stato presentato il logo “carrello verde”, un sistema di qualificazione ambientale dei punti vendita aderenti, ai quali vengono riconosciuti l’impegno e la performance ambientale raggiunta. il rilascio del logo da parte della regione – messo a punto da un gruppo di lavoro che ha coinvolto le singole cooperative presenti sul territorio – prevede la verifica di una serie di requisiti che non si limitano al tema dei rifiuti, ma comprendono anche altri aspetti di sostenibilità ambientale, come ad esempio i consumi di energia.
“con queste iniziative specifiche che riguardano le attività commerciali – ha dichiarato l’assessore regionale alle politiche ambientali paola gazzolo nel presentare l’iniziativa – la regione vuole innalzare la qualità ambientale complessiva del sistema della distribuzione organizzata e fronteggiare problemi di forte attualità come la produzione dei rifiuti e lo spreco di risorse”.
l’iniziativa del gruppo di lavoro – ha concluso l’assessore – sarà replicata nei prossimi mesi per affrontare, sempre con legacoop, un secondo tema che ci sta molto a cuore, quello del recupero delle merci invendute”.
l’accordo sulla qualificazione ambientale dei punti vendita rientra nel percorso avviato dalla regione emilia-romagna, che ha portato a inizio ottobre all’approvazione della legge sull’economia circolare.
con sprecozero.net si allarga la rete della lotta allo spreco
ecomondo ha offerto anche l’occasione per il lancio della piattaforma on line sprecozero.net, un progetto di rete, sostenuto da ministero dell’ambiente e anci, che punta a raccogliere e diffondere le buone pratiche presenti sul territorio nazionale in tema di lotta allo spreco (da quello alimentare, a quello energetico, all’acqua, ai prodotti farmaceutici), per contribuire ad un ampliamento delle stesse in un’ottica di “contagio” da parte dei comuni ed enti più virtuosi.
si tratta di un’iniziativa che allarga gli orizzonti di last minute market, il progetto partito dal comune di sasso marconi tramite l’associazione spreco zero, fondata da andrea segré insieme con il sindaco di sasso marconi, stefano mazzetti.
il primo comune ad avere aderito alla nuova piattaforma è il comune di forlì, mentre tra le regioni il podio spetta al piemonte. una trentina di enti ne fanno parte.
la regione emilia-romagna entrerà a fare parte della rete di sprecozero.net entro l’anno. lo ha assicurato a ecomondo l’assessore regionale all’ambiente paola gazzolo, presente alla conferenza stampa di lancio dell’iniziativa sprecozero.net alla quale ha partecipato anche il ministro dell’ambiente gian luca galletti.
acqua. gruppo cap racconta la sua esperienza ad ecomondo
da milano a rimini per parlare di acqua, in particolare delle soluzioni tecnologiche più innovative applicate quotidianamente sul territorio.
il gruppo cap ha partecipato a ecomondo, la fiera internazionale della green economy, dove tecnici esperti del gruppo hanno illustrato le più avanzate scelte in favore di un modello integrato e sostenibile del settore idrico.
filo conduttore di quest’anno è l’affermazione dell’economia circolare, un campo molto vasto e sempre più capillare. per quattro giorni rimini fiera ha trasformato i suoi padiglioni in una sorta di città sostenibile del futuro, raccogliendo i migliori progetti per un uso efficiente e sostenibile di risorse rinnovabili nati sul fronte dell’eco innovazione e delle best practices.
sette proposte per raffreddare il clima
sette proposte per “raffreddare” il clima. il consiglio nazionale della green economy, in vista della cop 21 di parigi, ha lanciato un appello ai decisori politici dagli stati generali della green economy che si sono svolti a ecomondo-key energy-cooperambiente, a rimini.
l’appello, aperto alle sottoscrizioni, è stato presentato nel corso di una tavola rotonda, alla quale hanno partecipato rappresentanti di alcune tra le più importanti aziende nazionali. tra le proposte contenute, c’è un invito a promuovere a parigi un efficace accordo e attivare misure nazionali di mitigazione e adattamento (i danni causati dal cambiamento climatico sono stimati in almeno 3,5 miliardi di euro l’anno); ad adottare target legalmente vincolanti in linea con l’obiettivo dei 2 gradi centigradi. nell’accordo si parla anche di fiscalità ambientale e di introduzione di una carbon tax, di sfruttare l’enorme potenziale di efficienza energetica e accelerare l’uscita dalle fonti fossili. il documento si rivolge anche al mondo agricolo: è importante che diventi protagonista nella lotta ai cambiamenti climatici attraverso la promozione di modelli di gestione del suolo più sostenibili. infine, per realizzare una transizione verso l’economia verde è necessario puntare sull’eco-innovazione e sull’economia circolare.
questo appello, che è stato già stato sottoscritto da molte aziende tra cui barilla, ferrovie dello stato, philips, poste italiane, sarà sottoposto all’attenzione del ministro dell’ambiente galletti e rappresenta il contributo del settore in vista della conferenza internazionale sul clima in programma a dicembre a parigi.
una sessione di approfondimento è stata organizzata in partnership con il ministero dell’ambiente in cui si discute della collaborazione ambientale italia-cina con la partecipazione della chinese academy of social sciences (cass) e del ministero dell’industria e della tecnologia dell’informazione (miit) del governo cinese; l’appuntamento è stato un’occasione per le imprese italiane di incontrare quelle cinesi, approfondire le tecnologie presentate e creare possibilità di future sinergie.
tra gli altri appuntamenti, in collaborazione con la fondazione global compact network italia, nella sessione “capitale naturale: driver per la crescita delle imprese”, è stato presentato il report “making the case: business – biodiversity and ecosystem services as tools for change” della fondazione gcni, con il supporto scientifico dell’istituto di management della scuola superiore sant’anna. al centro dell’incontro il capitale naturale e il coinvolgimento delle aziende nella sua valorizzazione, contabilizzazione e tutela oltre che le politiche relative a questa importante risorsa.
un’altra sessione è dedicata a “adattamento climatico, mitigazione e prevenzione del dissesto idrogeologico e politiche per il territorio nel quadro della green economy”. la green economy rappresenta un settore strategico per il contrasto al rischio idrogeologico anche alla luce del lavoro del governo per la definizione di un piano nazionale.
“la nuova economia dei rifiuti. soluzioni industriali e prospettive verso l’economia circolare” è l’argomento della sessione organizzata in collaborazione con il comitato tecnico scientifico di ecomondo, la rivista internazionale “materia rinnovabile” edizioni ambiente e il gdl “materiali, rifiuti ed economia circolare” del consiglio nazionale green economy. l’economia circolare è un tema centrale in questo momento, all’interno non solo del dibattito nazionale ma, soprattutto, di quello europeo in vista della prossima direttiva in materia.
proter l’industrial developer per la chimica di terza generazione
proter ha scelto ecomondo, la più importante fiera nazionale sui temi della sostenibilità e del recupero di materie prime ed energia, per presentarsi ai suoi mercati di riferimento.
ricercatori con idee da testare, operatori con necessità di una validazione industriale per i loro prodotti, start up che cercano ulteriori sostegni finanziari o strategici trovano da oggi in proter un interlocutore per le loro esigenze.
proter nasce dall’iniziativa di un gruppo imprenditoriale che, con altri esperti del settore, ha sviluppato un industrial developer nel campo della chimica di terza generazione con l’obiettivo di attivare iniziative e contribuire allo sviluppo di nuove aziende. proter intende selezionare progetti sperimentali, testare la loro validità attraverso impianti pilota e sviluppare seeding industriale in proprio o a favore di aziende manifatturiere terze.
la chimica di terza generazione consente infatti di dare origine a nuovi materiali che contribuiscono ad innovare numerosi settori manifatturieri; si pensi ad esempio alle fibre artificiali ingegnerizzate, ai rivestimenti funzionali e intelligenti e a nuove famiglie plastiche con proprietà inedite. questa nuova chimica introduce processi e prodotti sostenibili in settori come il tessile, l’arredamento, l’elettronica, l’automotive e l’aerospaziale ed è tra le principali leve di riconversione manifatturiera di molti paesi europei mossi da linee guida e fondi dell’unione europea.
“abbiamo voluto presentarci per la prima volta qui a ecomondo perché questo è il luogo ideale per incontrare il mondo della ricerca e dell’industria che lavora in un’ottica di innovazione e sostenibilità – ha commentato andrea aparo amministratore delegato di proter, che aggiunge – stiamo valutando progetti innovativi, da validare industrialmente utilizzando le nostre competenze produttive e di processo, provenienti sia dal mondo della ricerca o sia da aziende già esistenti che abbiano interessanti potenzialità di mercato. qui contiamo di acquisire relazioni utili per il nostro progetto data la concentrazione di interlocutori così qualificati“.
proter sta ampliando la rete di organismi e contatti che consentono la raccolta di segnalazioni ed idee prototipali tra le più vivaci in ambito di chimica applicata.
i settori attualmente di interesse sono:
gomme, plastiche e fibre sintetiche a basso impatto ambientale per i mercati dell’automotive, dell’arredamento e del tessile;
processi e componenti per il trattamento agricolo e delle acque, con l’obiettivo di ridurre le esternalità negative legate ai prodotti per il trattamento della filiera agro-alimentare;
waste management per realtà industriali, enti pubblici e multiutilities con esigenze specifiche e complesse di smaltimento e riciclo di rifiuti;
prodotti sintetici (coloranti e lubrificanti) con applicazioni nell’impiantistica, nella trasforma-zione delle plastiche, nel settore dei motori e delle turbine.
l’italia ha nel settore della chimica una tradizione importante, oggi rappresenta il terzo produttore europeo dopo germania e francia con 55 mld di euro di produzione (3% del pil).
dopo le scoperte di giulio natta è a terni infatti che nel 1955 dalla montecatini/montedison viene prodotto per la prima volta il polipropilene isotattico che una scoperta fondamentale nella chimica applicata che ha conquistato ambiti di utilizzo da sempre occupati da altri materiali.
premio sviluppo sostenibile: ambiente spa tra le imprese più innovative
ambiente spa è salita sul podio del premio sviluppo sostenibile, il riconoscimento alle imprese più innovative della green economy che sono state premiate dalla fondazione per lo sviluppo sostenibile il 5 novembre a rimini a ecomondo.
è stata green house, l’isola ecologica mobile automatizzata a far selezionare l’azienda campana tra le trenta eccellenze italiane premiate dalla fondazione per lo sviluppo sostenibile il 5 novembre a rimini a ecomondo, il grande salone dedicato alla green economy e all´economia circolare.
il riconoscimento della fondazione guidata da edo ronchi, che ha anche l’adesione del presidente repubblica sergio mattarella, segue un altro importante risultato: l’ottenimento del rating di legalità dall’autorità garante della concorrenza e del mercato.
il rating di legalità è un nuovo strumento introdotto nel 2012 per le imprese italiane, volto alla promozione e all’introduzione di principi di comportamento etico in ambito aziendale, tramite l’assegnazione di un “riconoscimento” del rispetto della legalità da parte delle imprese che ne abbiano fatto richiesta e, più in generale, del grado di attenzione riposto nella corretta gestione del proprio business.
“la ambiente spa – dice l’amministratore unico della holding angelo bruscino – è uno dei fiori all’occhiello del nostro gruppo ed in questi venticinque anni è diventata un modello per gli esperti del settore, grazie alle nuove tecnologie ed ai continui investimenti, realizzati tanto sull’automazione dei processi quanto nello sviluppo di nuove e moderne tecnologie utili a migliorare i sistemi di recupero della raccolta differenziata, come la nostra isola ecologica mobile green house”.
la filiera del riciclo dei rifiuti di imballaggio al centro dell’economia circolare
la costituzione di un’economia circolare virtuosa, in grado di generare sviluppo, opportunità d’impresa e di lavoro su scala nazionale. di questo e altro si è parlato nel corso degli stati generali della green economy.
walter facciotto, direttore generale conai, è intervenuto all’interno della tavola rotonda “la nuova economia dei rifiuti. soluzioni industriali e prospettive verso l’economia circolare”, focalizzando l’attenzione sul ruolo dei sistemi collettivi nella transizione verso l’economia circolare.
conai, infatti, gioca un ruolo centrale in questo tipo di economia, garantendo da oltre 15 anni la valorizzazione e l’avvio a riciclo dei rifiuti di imballaggio. ne è tra i protagonisti più attivi, portando importanti benefici sociali, economici ed ambientali al sistema paese.
secondo i dati del report di sostenibilità del consorzio nazionale imballaggi, nel 2014 è stato recuperato il 77,7% degli imballaggi – in acciaio, alluminio, carta, legno, plastica e vetro – immessi al consumo, per un totale di 9,2 milioni di tonnellate di rifiuti. di queste, 7,8 milioni sono state avviate a riciclo attraverso i consorzi di filiera, mentre 1,4 milioni di tonnellate sono state avviate a valorizzazione energetica.
l’impatto economico del recupero degli imballaggi è consistente: i benefici diretti nel 2014 generati dal sistema consortile sono stati pari a 891 milioni di euro, tra valore della materia prima seconda generata (355 milioni), valore economico dell’energia prodotta (51 milioni), e indotto economico generato dalla filiera (485 milioni). a questi si aggiungono ulteriori 102 milioni di euro di benefici indiretti, pari al valore economico della co2 non emessa. i benefici complessivi sono ampiamente superiori ai costi sostenuti dal sistema, che nello stesso anno ammontano a 477 milioni di euro.
l’aggiornamento del rapporto di sostenibilità ha calcolato anche l’impatto sociale dell’industria del riciclo, laddove si contano 18mila addetti impiegati nella sola gestione dei rifiuti di imballaggio, di cui il 59% opera nei servizi di raccolta differenziata e il restante 41% nei servizi di preparazione al riciclo. ampliando invece il perimetro anche all’industria del riciclo, gli occupati, secondo le ultime rilevazioni, salgono a circa 37.000 unità.
notevoli sono anche i benefici ambientali derivanti dal riciclo e dalla valorizzazione degli imballaggi. nel solo 2014 è stata evitata:
la produzione di 3,3 milioni di tonnellate di materia prima in crescita del 10% rispetto al 2013. in particolare, è stata risparmiata la produzione di nuova materia prima equivalente a 1,2 miliardi di bottiglie in vetro da 0,75 litri, di 300 milioni di risme di carta in formato a4, di 30 milioni di pallet in legno, di 8 miliardi di flaconi di detersivo in pet, di 1 miliardo di lattine da 33cl in alluminio, e dell’equivalente in peso di 665 frecciarossa (etr 1000) per l’acciaio.
la generazione di ben 18 twh (un terawattora è pari ad 1 miliardo di kwh) di energia primaria, cui si aggiunge la produzione di energia elettrica e termica generata dalla valorizzazione degli imballaggi (0,6 twh)
l’emissione di oltre 3,5 milioni di tonnellate equivalenti di co2, l’equivalente di quanto prodotto in un anno da quasi 500mila autovetture con una percorrenza media di 30.000 chilometri.
“il riciclo dei materiali rappresenta l’aspetto fondamentale dell’economia circolare e la base della green economy – ha commentato walter facciotto, direttore generale di conai – gli stati generali della green economy sono un momento stimolante di confronto tra i principali operatori per fare il punto della situazione attuale, evidenziare i progressi compiuti e definire gli obiettivi e le strategie future per consolidare ulteriormente l’economia circolare in italia”.
conai. conai è il consorzio privato senza fini di lucro costituito da oltre 1.000.000 di aziende produttrici e utilizzatrici di imballaggi che ha la finalità di perseguire gli obiettivi di legge di recupero e riciclo dei materiali di imballaggio. il sistema consortile costituisce in italia
un modello di gestione da parte dei privati di un interesse di natura pubblica: la tutela ambientale, in un’ottica di responsabilità condivisa tra imprese, pubblica amministrazione e cittadini, che va dalla produzione dell’imballaggio alla gestione del fine vita dello stesso. conai indirizza l’attività dei 6 consorzi dei materiali: acciaio (ricrea), alluminio (cial), carta (comieco), legno (rilegno), plastica (corepla) e vetro (coreve).
gian luca galletti: “l’economia italiana si è rimessa in moto ma il carburante è finalmente verde”
le imprese italiane della green economy sono in italia una realtà consistente in tutti i settori economici. hanno resistito meglio delle altre alla crisi, esportano di più, vincono sul fatturato, hanno migliori aspettative per il 2015, sono soprattutto di dimensione piccola-media (nell’agricoltura sono diffuse anche fra le grandi), sono guidate per lo più da ultraquarantenni e più delle altre sono al femminile.
questa è l’istantanea scattata alle imprese italiane della green economy, quelle che producono beni di qualità ecologica e servizi ambientali (core green) e quelle che hanno adottato modelli di gestione green (go green) – il 42% delle imprese italiane -, contenuta nella relazione sullo stato della green economy, realizzata dalla fondazione per lo sviluppo sostenibile, presentata a rimini nella giornata di apertura degli stati generali della green economy 2015.
la due giorni, arrivata quest’anno alla quarta edizione, che si è svolta all’interno di ecomondo-key energy-cooperambiente, è organizzata dal consiglio nazionale della green economy, composto da 64 associazioni di imprese green, con il ministero dell’ambiente e il ministero dello sviluppo economico e con il supporto della fondazione per lo sviluppo sostenibile.
la relazione, uno studio ampio sulle imprese italiane, riguarda l’industria, l’edilizia, l’agricoltura, i servizi e il commercio ed è divisa in tre parti: la prima presenta i risultati di un’indagine sulle imprese della green economy in italia, la seconda disegna un quadro delle tematiche strategiche per la green economy in italia e la terza fornisce dati e spunti internazionali.
“gli stati generali – ha detto gian luca galletti, ministro dell’ambiente – sono il motore del futuro che c’è già, dell’economia sostenibile che sta trainando la ripresa italiana. la green economy sta contaminando virtuosamente il sistema produttivo. siamo fra i primi in europa per efficienza energetica, tra i primi produttori di energia da fonti rinnovabili e in questi giorni l’onu ha certificato il raggiungimento degli obiettivi di kyoto per il nostro paese. l’economia italiana si è rimessa in moto ma il carburante è finalmente verde”.
“dalla relazione presentata oggi – ha detto edo ronchi, del consiglio nazionale della green economy – emerge che le imprese green sono ormai una parte decisiva e qualificante dell’economia italiana. non mancano tuttavia le difficoltà, come ad esempio nelle fonti rinnovabili. dopo il crollo del 2014 della nuova potenza installata in italia, il 2015, per il calo della produzione di energia idroelettrica e la bassa crescita delle altre rinnovabili, si prospetta, dopo anni di crescita ininterrotta, il primo anno di possibile calo della quota di produzione di elettricità da fonti rinnovabili e di aumento invece della produzione da fonti fossili. nonostante le difficoltà, le imprese green restano la parte più dinamica del sistema produttivo italiano, le uniche in grado di qualificare, rendere consistente e duratura la ripresa anche economica del paese”.
“con gli stati generali della green economy – ha commentato lorenzo cagnoni, presidente di rimini fiera – si avvia il calendario di incontri che in raccordo con l’area espositiva trasmette pienamente il valore dell’economia circolare come reale prospettiva di sostenibilità. un grazie al consiglio nazionale della green economy per aver costruito un programma di altissimo profilo internazionale. è un tratto intonato con quello delle giornate fieristiche, nelle quali le tecnologie più avanzate incontrano domande provenienti da ogni angolo della terra. grazie anche a edo ronchi, che dall’inizio del nostro cammino, ormai venti anni fa, troviamo al nostro fianco sempre con la determinazione di chi lavora per un futuro migliore”.
ecco alcuni spunti dalla relazione sullo stato della green economy
le imprese green sono il 42% sul totale delle imprese italiane (27,5% core green, 14,5% go green). il maggior numero si trova nel settore dell’industria (440 mila imprese e 4,2 milioni di occupati nel 2014), dove rappresentano il 61,2%, con oltre 248 mila imprese (il 35,4% core green, il 25,8% go green). a seguire il settore dell’edilizia (complessivamente più di 500 mila imprese e 1,56 milioni di occupati nel 2014), in cui la crisi del mercato immobiliare, che ha messo in difficoltà l’edilizia tradizionale dedicata soprattutto a nuove costruzioni, ha spinto molte imprese a orientarsi verso lavori più green (le aziende a vocazione ambientale raggiungono il 51,4%). anche nell’agricoltura (1,4 milioni di imprese e 907 mila occupati nel 2014) la crisi ha portato significativi miglioramenti ambientali tanto che le aziende green sono il 56,1%.
nel settore commercio e alberghiero (1,42 milioni di imprese e 5 milioni di occupati nel 2014), le imprese a indirizzo green, sommando le core green e le go green, raggiungono il 29,5%. nel settore dei servizi (1,67 milioni di imprese e 6,3 milioni di occupati nel 2014), che comprende trasporti e logistica, servizi di informazione e comunicazione, servizi finanziari e assicurativi, attività immobiliari, noleggio, agenzie di viaggio etc, le imprese a indirizzo green cominciano ad avere una certa consistenza con un 25,2%.
guardando il profilo dell’impresa e dell’imprenditore green, emerge che la forma societaria predominante è la srl o la spa, si scopre che l’imprenditore verde è in prevalenza maschio, anche se la presenza femminile è più consistente nelle imprese green (il 24% contro il 20,9% nelle imprese tradizionali) e a sorpresa risulta che il verde si addice di più agli imprenditori tra i 40 e i 59 anni e che c’è addirittura un boom di ultrasessantenni nelle imprese core green (44% del totale). le imprese green poi vincono sul fatturato: sono, infatti, più del 21% quelle che hanno visto aumentare il fatturato nel 2014 contro il 10,2% delle altre imprese. anche sulle esportazioni è premiato il verde: le core green che esportano sono il 19,8%, le go green addirittura il 26,5% contro il 12% delle altre.
osservando i vari settori della green economy, emerge che la crisi delle rinnovabili ha prodotto serie implicazioni occupazionali. nel 2014 in italia c’è stato, infatti, un crollo del 71% degli investimenti in rinnovabili provocato dal taglio retroattivo degli incentivi che segue un rallentamento già verificatosi nel 2013. già nel 2013 l’italia, con circa 95 mila occupati diretti e indiretti, aveva fatto segnare un saldo negativo rispetto al 2011 di ben 27 mila posti di lavoro (-22%). è il fotovoltaico ad avere la performance peggiore rispetto al 2011 (-82%), seguito dai biocombustibili (-40%). non è disponibile ancora il dato del 2014, ma, considerato il crollo dei nuovi impianti, è realistico attendersi anche un ulteriore forte calo dell’occupazione.
ci sono anche settori in cui, tuttavia, l’occupazione è in crescita, come nell’efficienza energetica. grazie al bonus, dal 2006 al 2013, le domande per detrazioni destinate alla riqualificazione energetica sono state 1,88 milioni per un importo di ben 22 miliardi di euro di interventi. in media sono stati occupati 40 mila addetti diretti ogni anno nella riqualificazione energetica (60 mila considerando l’indotto), con un aumento nel 2014 di 48 mila occupati diretti, che arrivano a 72 mila incluso l’indotto. un piccolo boom occupazionale è stato registrato anche nel settore delle due ruote, dove si contano oltre 22 mila addetti che si ripartiscono in diversi settori d’impiego, tra cui il più importante è quello del turismo ciclabile che da solo ha attivato nel 2014 il 62% dei posti di lavoro.
la relazione segnala la positiva riduzione delle emissioni di gas serra, ma anche l’aggravamento del dissesto idrogeologico prodotto dal cambiamento climatico, le tendenze positive verso un circular economy, ma anche i molti ritardi come nell’eco-innovazione, gli importanti progressi compiuti dall’agricoltura di qualità ecologica, mentre nella mobilità i segni di cambiamento sono ancora insufficienti e il quadro complessivo resta carente.
la relazione si conclude con l’esposizione di dati e spunti sul quadro internazionale.
il 2015 si chiuderà con la conferenza internazionale sul clima, i cui esiti potrebbero avere un’influenza decisiva sulle politiche climatiche, su quelle energetiche e quindi su una parte rilevante del futuro della green economy.
è intervenuta, nel corso della sessione, simona bonafè, vicepresidente intergruppo “investimenti a lungo termine e reindustrializzazione”, parlamento europeo, che ha dichiarato: “l’economia circolare non è un’alternativa ma l’alternativa per il nostro sistema economico. si tratta di una vera e propria politica economica e industriale. passare da un modello economico lineare a un modello che fa dei rifiuti una risorsa attraverso una gestione efficiente significa non solo garantire la sostenibilità del pianeta e delle sue materi prime ma anche la competitività delle nostre imprese. rispetto alla presentazione del nuovo pacchetto sull’economia circolare da parte della commissione ue, la richiesta del parlamento è stata quella del rispetto della gerarchia dei rifiuti, della necessità di target obbligatori per il food waste e la raccolta separata per l’organico, oltre a un target di riciclaggio per i rifiuti urbani di almeno il 70%”.
tutte le applicazioni in mater-bi
soluzioni che nascono dall’integrazione di chimica, ambiente e agricoltura attraverso l’uso efficiente e sostenibile di risorse rinnovabili, trasformate grazie a tecnologie proprietarie frutto di una ricerca tesa a migliorare costantemente le performance e il profilo ambientale dei prodotti. sono le bioplastiche della famiglia mater-bi e l’intera gamma delle loro applicazioni completamente biodegradabili e compostabili in mostra all’edizione 2015 di ecomondo (pad. d1 stand 040), la fiera della circular economy in svolgimento a rimini fino al 6 di novembre 2015 che vedrà novamont protagonista anche di numerosi appuntamenti convegnistici.
sacchi per la raccolta del rifiuto umido e shopper monouso per asporto merci. in base al “rapporto rifiuti urbani 2015” di ispra (istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) l’italia ha raggiunto l’obiettivo del 45,2% di raccolta differenziata (13,4 milioni di tonnellate), con un’accelerazione molto significativa sul fronte della frazione organica, la cui raccolta è cresciuta del 9,7%, toccando i 5,720 milioni di tonnellate (94,6 kg pro capite) pari al 42,7% dell’insieme delle raccolte differenziate. in questo contesto i sacchi e gli shopper compostabili in mater-bi si sono imposti come la soluzione di riferimento per rendere la raccolta e l’intercettazione degli scarti umidi comoda, igienica ed efficiente. impermeabili, igienici, traspiranti e idonei al trattamento in impianti di digestione anaerobica e compostaggio, i sacchi in mater-bi – biodegradabili e compostabili secondo lo standard internazionale en 13432 – garantiscono infatti la qualità della raccolta dei rifiuti organici e la loro trasformazione in compost di qualità o biogas; il loro utilizzo nella filiera del compostaggio permette di coniugare vantaggi ambientali a convenienza economica per le amministrazioni comunali, gli impianti di trattamento e soprattutto per i cittadini.
agricoltura . nell’ambito dei prodotti per l’agricoltura, a ecomondo 2015 novamont presenterà i teli per pacciamatura, i vasetti, gancetti e fili erogatori di feromoni. nella pacciamatura agricola il film plastico viene posto sul terreno per trattenere l’umidità, prevenire la crescita delle malerbe e mantenere il suolo più caldo. rispetto ai teli in plastica tradizionale, il film per pacciamatura in mater-bi offre un’alternativa agronomicamente ed ambientalmente più efficiente perché al termine del ciclo colturale non deve essere né rimosso né smaltito in discarica. grazie infatti alla sua biodegradabilità nel suolo può essere lasciato nel terreno dove biodegrada, trasformandosi in anidride carbonica, acqua e biomassa. utilizzabile su un’ampia gamma di colture in condizioni ambientali e climatiche molto differenti, il telo in mater-bi offre ottime prestazioni in campo, e dal punto di vista della resa agronomica e della qualità del prodotto è del tutto simile ai prodotti tradizionali. da quest’anno, inoltre, si fregia di un’ulteriore riconoscimento: è il primo e unico telo biodegradabile tra quelli disponibili sul mercato ad aver ottenuto la certificazione vinçotte “ok biodegradable soil” sull’intero manufatto finito e non soltanto sulla materia prima.
foodservice. la linea della famiglia di bioplastiche mater-bi per il settore del foodservice comprende piatti, bicchieri, posate, ciotole, contenitori monoporzione, cannucce, coppette e palette gelato che possono essere raccolti con lo scarto organico e avviati al compostaggio in digestione anaerobica, riducendo la produzione di rifiuti indifferenziati e abbattendo significativamente l’emissione di gas a effetto serra. approvate per il contatto con gli alimenti e con performance di produttività in stampaggio del tutto simili a quelle del polipropilene, le nuove bioplastiche della famiglia mater-bi hanno aperto importantissime opportunità nel settore delle stoviglie monouso per la ristorazione commerciale e collettiva con la possibilità di sviluppare soluzioni ancora più sostenibili e che garantiscono performance meccaniche, termomeccaniche, produttive ed estetiche assolutamente innovative.
lubrificanti agricoli e marini matrol-bi. il 50% dei lubrificanti venduti e usati nel mondo sono dispersi nell’ambiente spesso accidentalmente. si tratta di prodotti prevalentemente basati su oli minerali di origine petrolifera, scarsamente biodegradabili e caratterizzati da una non trascurabile tossicità. i lubrificanti a base di oli vegetali, al contrario, sono caratterizzati da elevata biodegradabilità e bassa tossicità e possono rappresentare una valida alternativa ai prodotti di origine fossile.
packaging alimentare: capsula per il caffè espresso. la prima capsula compostabile per caffè espresso italiano è stata presentata lo scorso 3 marzo ed è frutto di un progetto che ha visto impegnate in una ricerca durata 5 anni le due eccellenze italiane di lavazza e novamont. la capsula lavazza realizzata in mater-bi, compatibile con la macchina lavazza minù e disponibile in due pregiate miscele 100% arabica, sarà distribuita sul mercato nel 2016. l’aspetto su cui lavazza e novamont hanno puntato con questa innovazione è una fase precisa del ciclo di vita del prodotto: il fine vita. ad oggi nel modello lineare produzione-consumo-smaltimento, il prodotto diventato rifiuto viene avviato in discarica o incenerimento. applicando invece il principio dello “zero rifiuto organico in discarica” dell’economia circolare, secondo la quale niente è rifiuto ma tutto torna ad essere risorsa con grandi benefici per l’ambiente, lavazza e novamont hanno messo a punto una capsula che può essere raccolta con il rifiuto umido ed avviata al compostaggio industriale, dove capsula e caffè esausto vengono riciclati insieme in compost, concime naturale per i suoli.
packaging alimentare: busta per il pane. realizzata in carta con finestra in film trasparente, totalmente smaltibile con il rifiuto organico, si tratta di una soluzione comoda e flessibile che coniuga sostenibilità a praticità e sicurezza.