nucleare. studio interessantissimo. vicino alle centrali atomiche italiane non ci si ammala più che altrove.

i nove impianti atomici maggiori italiani non sono pericolosi per la salute di chi vi abita vicino. lo afferma un interessante studio epidemiologico non più freschissimo, condotto due anni fa cioè nel 2015 dal centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie e dall’istituto superiore di sanità.

lo studio si intitola “stato di salute della popolazione residente nei comuni già sedi di impianti nucleari: analisi della mortalità, stima dei casi attesi e rassegna degli altri studi epidemiologici” (clicca qui per leggere la ricerca).

sono stati studiati gli abitanti attorno agli impianti di

bosco marengo (alessandria) dove vi sono diverse istallazioni come la fn fabbricazioni nucleari
caorso (piacenza) con la centrale atomica
ispra (varese) con il centro ricerche ex cnrn-cnen-enea poi euratom e ora jrc della commissione europea, nel quale ci sono due reattori atomici e uno stoccaggio di rifiuti nucleari
latina con la centrale atomica di borgo sabotino
rotondella (matera) con il centro ricerche della trisaia dell’enea
saluggia (vercelli) con diversi impianti atomici tra i quali lo stoccaggio nucleare dell’eurex
sessa aurunca (caserta) con la centrale nucleare del garigliano
trino vercellese (vercelli) dove c’è la centrale atomica
roma-casaccia dove ci sono le istallazioni dell’enea e gli impianti nucleco.

poi è stato fatto il confronto con le persone che abitano nella stessa regione ma assai più lontano dagli impianti atomici.
in altre parole è stato fatto un paragone sanitario ed epidemiologico fra
chi vive attorno ai nove impianti nucleari
e il “gruppo di controllo”
formato dalle persone che vivono nella stessa regione (e quindi hanno condizioni sociali, economiche e sanitarie comparabili).
e si è cercato di capire se ci sono differenze sanitarie fra il primo gruppo di persone (quelle sotto esame) e il secondo (il gruppo di controllo).

emergono differenze?
no.

lo stato di salute delle popolazioni residenti negli 8 comuni e nell’area attorno all’enea-casaccia non appare, per quel che riguarda la mortalità, scostarsi sistematicamente e significativamente dalla situazione media regionale delle regioni di appartenenza.

ci sono differenze, ma sono differenze su numeri così piccoli che non hanno un valore statistico rilevante.

e che differenze ci sono?
differenze legate al caso.
alcune malattie sono più rare e altre più comuni fra le persone che vivono vicino agli impianti: ma queste differenze non sono uniformi e comuni a tutti gli impianti, in un luogo si manifestano meno malattie di un tipo e in un altro luogo ci sono meno malattie di un altro tipo.
quindi, non si può concludere che gli impianti atomici hanno migliorato o peggiorato quel tipo di patologia.

escludiamo i “difetti di mortalità” (cioè non guardiamo i casi in cui chi vive attorno agli impianti atomici muore meno e vive di più di chi abita lontano) e consideriamo solo gli “eccessi di mortalità” (cioè sono i dati che parlano di una salute peggiore).

in sintesi, in questo studio di analisi della mortalità delle popolazioni residenti nei comuni sedi di impianti nucleari sono stati osservati alcuni eccessi di mortalità per alcune patologie che possono essere legate alla esposizione a radiazioni ionizzanti. da rilevare che tali eccessi si verificano solo in alcuni comuni e in singole decadi di osservazione e che si rilevano anche un numero simile di difetti di mortalità, rispetto ai valori medi delle regioni di appartenenza. gli eccessi di mortalità osservati non possono essere direttamente attribuibili, se non in piccola parte, all’esposizione della popolazione a dosi di radiazioni ionizzanti causate da rilasci di radioattività dagli impianti, in quanto (sulla base delle stime riportate in questo rapporto) le dosi che possono causare effetti osservabili in termini di incremento di mortalità avrebbero potuto essere prodotte solo da un continuo e rilevante funzionamento anomalo degli impianti. i risultati riportati in questo rapporto sono consistenti con quelli ottenuti nella gran parte degli altri studi sommario epidemiologici condotti finora, tenendo conto delle differenze di metodi utilizzati e di dimensione delle popolazioni coinvolte.

in conclusione, le analisi presentate in questo rapporto (l’analisi di mortalità a livello comunale, la stima dei casi attesi per diverse ipotesi di esposizione a radiazioni ionizzanti e la rassegna degli altri studi epidemiologici) descrivono, con metodologia uniforme e sulla base dei dati attualmente disponibili, lo stato di salute degli abitanti degli 8 comuni (più l’area di roma-casaccia) interessati, e costituiscono una base di conoscenza utile per definire criteri, necessità e fattibilità di eventuali specifici programmi per ulteriori valutazioni dello stato di salute di queste popolazioni e, più in generale, per la sorveglianza dello stato di salute delle popolazioni residenti in prossimità di impianti che possano produrre rilasci di radioattività.
per eventuali impianti futuri, incluso il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi, andrà predisposta una adeguata sorveglianza radiologica e sanitaria, con particolare attenzione per le patologie correlate con l’esposizione a radiazioni ionizzanti, che possa permettere di rispondere adeguatamente alle domande sull’eventuale impatto sanitario di tali impianti.

clicca qui per leggere la ricerca “stato di salute della popolazione residente nei comuni già sedi di impianti nucleari: analisi della mortalità, stima dei casi attesi e rassegna degli altri studi epidemiologici”.

un articolo correlato: nucleare. studio interessante. attorno al reattore atomico di varese i tumori sono meno che altrove (clicca qui).