rinnovabili. conto energia. lo sviluppo economico spiega il contenzioso con l’ambiente. la tua esperienza.

se hai istallato o vuoi istallare pannelli fotovoltaici, racconta a me e ai lettori la tua esperienza andando a questo link, dove trovi l'articolo in cui sono raccolti già molti pareri ed esperienze.

ricevo dal ministero dello sviluppo economico alcune spegazioni sui motivi di divisione dal ministero dell'ambiente in relazione al quarto conto energia.

l'enel non rilascia le certificazioni di fine lavori e di adeguatezza dell'impianto fotovoltaico.

né l'enel né il gestore dei servizi energetici (gse) hanno strumenti e personale per gestire la mole di lavoro che servirebbe per fare le certificazioni di fine lavori.

per la prima volta con il decreto salva-alcoa dell'estate scorsa è stata separata la fine-lavori dall'allacciamento dell'impianto.

la posizione dell'ambiente, che fissa il limite di 60 giorni dalla fine lavori per acquisire i diritti sugli incentivi, può configurarsi come un danno soprattutto per i piccoli impianti, i quali quasi sempre sono su aree già servite dalla rete elettrica (case, capannoni e così via) e quindi con la cabina elettrica molto vicina.

non a caso il 99,7% degli allacciamenti fatti dall'enel (si veda la lettera dell'enel che ho pubblicato il 30 aprile in queste pagine) avviene entro i termini previsti dal tica (testo integrato delle connessioni attive), e comunque in genere l'allacciamento avviene entro 30 giorni dalla fine lavori.

il tica prevede comunque sanzioni per i ritardi delle società di distribuzione nell'allacciare gli impianti.

poiché la riduzione dell'incentivo è mensile, imporre il termine di 60 giorni contro la media attuale di 30 significa far passare nello scaglione successivo (e inferiore) di incentivo gli impianti che vengono allacciati.

la proposta dell'ambiente impone burocrazia aggiuntiva per i piccolissimi impianti, come la comunicazione del numero di serie dell'inverter e altre cose simili.

se hai istallato o vuoi istallare pannelli fotovoltaici, racconta a me e ai lettori la tua esperienza andando a questo link, dove trovi l'articolo in cui sono raccolti già molti pareri ed esperienze.

Commenti

7 risposte a “rinnovabili. conto energia. lo sviluppo economico spiega il contenzioso con l’ambiente. la tua esperienza.”

  1. Avatar diego
    diego

    Mi sembra che siamo alla follia. L’Enel scrive una cosa ma ne fa un’altra. Come nei miei post precedenti confermo che MAI l’enel rispetta i tempi. Sto concludendo un nuovo impianto da 90 Kwp (autoconsumo)mi sa che per vederlo allacciato dovrò attendere il 5° se non il 6° conto energia. Inoltre Enel dovrebbe chiarire che i 60 giorni sono lavorativi (!!!) e non solare che pertanto corrispondono a circa 90 giorni reali. Eppure sarebbe così facile essere seri………..

  2. Avatar Pier Luigi Caffese
    Pier Luigi Caffese

    Diamo i contributi solo a chi stocca.Dopo compriamo il peak energia a certe ore e lo paga il Consorzio stoccaggio-refuels che
    è quello del mio progetto lago di mare di 16 TWh cioe’ 600 GW di produzione e 400 GW per refuels.Leviamo Enel,lavoriamo solo con chi stocca,altrimenti il ft ci costa 160 miliardi per appena 30 GW,contro i miei 600 GW che costano 17 miliardi.Terna-Enel se vogliono aderiscono al Consorzio stoccaggio perchè non sanno progettare che 15 GW di idro pompaggio,copiando male il mio progetto.Loro usano gli invasi con poca acqua,mentre io uso il mare, ma esigo rispetto che non mi copino,rovinando tutto.

  3. Avatar achille artioli
    achille artioli

    Egregio sig. Giliberto mi permetto inoltre di esprimere le mie obiezioni su ciò che le ha riferito il ministero dello sviluppo economico:
    1) “l’enel non rilascia le certificazioni di fine lavori e di adeguatezza dell’impianto fotovoltaico.”
    2) “né l’enel né il gestore dei servizi energetici (gse) hanno strumenti e personale per gestire la mole di lavoro che servirebbe per fare le certificazioni di fine lavori.”
    3) “per la prima volta con il decreto salva-alcoa dell’estate scorsa è stata separata la fine-lavori dall’allacciamento dell’impianto.”
    Relativamente ai punti 1,2 e 3 ritengo che non debba essere l’enel a certificare la fine dei lavori, ma il soggetto responsabile o chi da esso incaricato…. in che modo?
    a) con documentazione fotografica che documenti cronologicamente l’avanzamento dei lavori, dallo stato iniziale (prima dell’inizio dei lavori), allo stato finale (fine dei lavori e realizzazione e posa dell’impianto e delle infrastrutture ad esso annesse)
    b) con documentazione fiscale amministrativa ddt e fatture relative ad acquisto dei moduli fotovoltaici con numeri di matricola, degli inverters con numeri di matricola.
    c) proprio perchè e’ già stata fatta un’esperienza procedurale nella quale è stata separata la fine-lavori dall’allacciamento dell’impianto, mettere in atto tutte quelle azioni per migliorarne ed ottimizzarne l’efficienza.
    4) “la posizione dell’ambiente, che fissa il limite di 60 giorni dalla fine lavori per acquisire i diritti sugli incentivi, può configurarsi come un danno soprattutto per i piccoli impianti, i quali quasi sempre sono su aree già servite dalla rete elettrica (case, capannoni e così via) e quindi con la cabina elettrica molto vicina.”
    5) “non a caso il 99,7% degli allacciamenti fatti dall’enel (si veda la lettera dell’enel che ho pubblicato il 30 aprile in queste pagine) avviene entro i termini previsti dal tica (testo integrato delle connessioni attive), e comunque in genere l’allacciamento avviene entro 30 giorni dalla fine lavori.”
    Relativamente ai punti 4) e 5) se l’impianto insiste su di un’area già servita dalla rete elettrica in termini di linee di trasporto e cabine non capisco perchè si debba configurare un danno. a maggior ragione ha più probabilità di essere allacciato entro i fatidici 60gg visto e considerato che il 99,7% di questi viene allacciato in meno di 30gg
    6) “il tica prevede comunque sanzioni per i ritardi delle società di distribuzione nell’allacciare gli impianti.”
    per il 6) ho già scritto cosa penso
    7) “poiché la riduzione dell’incentivo è mensile, imporre il termine di 60 giorni contro la media attuale di 30 significa far passare nello scaglione successivo (e inferiore) di incentivo gli impianti che vengono allacciati.”
    sul punto 7) mi viene da piangere a leggere certe affermazioni che esprimono e denotano grande ottusità. Ora, se prevedo per legge che nella peggiore delle ipotesi il mio impianto fotovoltaico può essere ammesso, quando entrerà in funzione, a percepire la tariffa incentivante dello scaglione relativo a quello del sessantesimo giorno successivo al quale ho comunicato la fine dei lavori, al contempo non escludo che lo stesso impianto possa essere ammesso alla tariffa incentivante dello scaglione precedente se nel frattempo enel o chi per essa ne esegue l’allacciamento!
    Il senso di questo punto deve servire soprattutto a garantire un orizzonte di tempo sufficientemente ampio in cui l’esistenza del corrispettivo economico spettante è assicurato e consente a noi operatori di pianificare gli investimenti, senza dover rischiare, proprio perchè le tariffe subiranno una riduzione di mese in mese, di legare il valore dell’incentivo alle tempistiche di allacciamento dell’enel quando sappiamo che è oberata e satura di lavoro come asserito anche dallo stesso ministero al punto 2)
    8) “la proposta dell’ambiente impone burocrazia aggiuntiva per i piccolissimi impianti, come la comunicazione del numero di serie dell’inverter e altre cose simili.”
    Sul punto 8 mi lasci affermare l’assunto che a piccolo impianto corrisponde piccola burocrazia, visto e considerato che comunque il numero di serie dei moduli fotovoltaici devono comunque essere comunicati, cosa sarà comunicare anche quello dell’inverter, produrre 3 fotografie ed allegare un ddt ed una fattura.
    Sig. Giberto comunichi Lei queste obiezioni al MiSE e mi faccia sapere cosa rispondono grazie

  4. Avatar Victor
    Victor

    Semplicemente INCOMMENTABILE. Come al solito visto che non sono in grado di controllare niente preferiscono danneggiare tutti. Per il salva Alcoa hanno avuto ad oggi 122 giorni per controllare gli impianti che eventualmte non siano ultimati, Quanti ne hanno controllati e a quanti hanno revocato il beneficio della tariffa scaduta il 31/12/2010? Mi piacerebbe saperlo.
    Mi domando ma quando si è trattato di scegliere il responsabile dello sviluppo economico ed i relativi dirigenti Qui, Quo e Qua erano già impegnati?
    Quoto al 100% il Sig. Artioli.

  5. Avatar jacopo giliberto
    jacopo giliberto

    victor, mi risulta che il gse ne abbia già controllati due terzi (dovremmo aggirarci su più di 30mila controlli per oltre 50mila impianti, ma sono cifre spannometriche, giuto per capirci).
    a quanto ho capito, quelli non in regola risultano nell’ordine del 7%.
    e il gse porta le carte in procura per quelli fuorilegge.
    queste sono indicazioni sommare, nei prossimi giorni voglio proprio entrare su questo tema con i numeri giusti.

  6. Avatar Walter
    Walter

    sto aspettando la visita di sopralluogo dell’installatore che sentirta la mia situazione di appartamento in condominio e’ molto riluttante nel procedere per presunte complicazioni sull’installazione da parte dei condomini stessi!
    infatti non si e’ piu’ fatto sentire da piu’ di un mese!

  7. Avatar Roberto Rabacchi
    Roberto Rabacchi

    Concordo con Victor e Artioli.
    La proposta dell’ambiente, (in mancanza di soluzioni migliori che competerebbe allo stato/enel offrire) è sensata poichè se si vuole veramente far partire (o non ostacolare) l’intero settore occorre dare certezze che assicurino investimento. Il Ministro dello siluppo ( o CONTROsviluppo) ha già fatto abbastanza danni; dilettante o in malafede? mah, non mi interessa, comunque dovrebbero metterci uno competente, o che ascolta i bravi competenti.

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